(wrong string) � il mondo � matematico?

From: Maurizio Bonfanti <maurizio.bonfanti_at_tin.it>
Date: 1999/11/10

Adriano Amaricci chiede:
> come � possibile che la matematica da noi sviluppata (da altri, io no!)
> sia cos� egregiamente in grado di descrivere (con le dovute
> approssimazioni) il mondo reale?

Possibile? Direi necessario, dal momento che la matematica � un sottoinsieme
dell'insieme dei linguaggi che noi abbiamo elaborato proprio sulla base
dell'esperienza del "mondo reale". Per la verit� i linguaggi, e quindi la
matematica, descrivono non il mondo reale ma la nostra rappresentazione del
mondo reale, ossia l'immagine che noi ne abbiamo e che mettiamo a punto in
continuazione. Questa � la causa delle "dovute approssimazioni", che
dipendono dal fatto che la nostra immagine della realt� � sempre integrata
da estrapolazioni e interpolazioni dovute all'incompletezza della nostra
esperienza. In conclusione, poich� i linguaggi rappresentano il mondo reale
attraverso l'immagine che ne abbiamo, � allora ovvio che essi siano "in
grado" di descriverlo. In altre parole, riescono a descriverlo perch� di
fatto "lo copiano".
Perci� ritenere che per qualche misteriosa ragione il mondo sia "matematico"
� un ragionamento perfettamente circolare, come ritenere che sia
"geografico" perch� abbiamo imparato, per nostra comodit�, a rappresentarlo
mediante mappe (in particolare la geo-grafia � un capitolo della geo-metria,
cio� proprio un elemento del sottoinsieme dei linguaggi matematici).

> non � possibile per� che in taluni anfratti dell' universo esistano
> altre leggi, altre forme, altri elementi, insomma una "fisica" una realt�
> a noi preclusa??

Ci sarebbe da chiedersi piuttosto se la nostra propriet� di astrazione, che
ci apre territori immaginati o presunti di cui partiamo all'esplorazione
concreta riportandone prede e parole nuove (e in gran parte inaspettate),
non sia essa prima di tutto una propriet� della natura, dato che noi
apparteniamo alla natura, e se quindi la natura nella sua totalit� non
se ne stia con le mani in mano a farsi osservare, ma l'osservazione
stessa di se stessa e la continua mutazione conseguente non ne
modifichi il Logos (che � appunto linguaggio ma anche ragione, come
ben sottolineavano i Greci antichi). Ma qui sconfiniamo nell'eresia
fisica ed � meglio fermarsi.

> Sperando di non turbare troppo i vostri pensieri (incubi?) notturni vi
> saluto.

L'analisi del linguaggio � un ottimo digestivo (gli incubi hanno spesso
origini gastrointestinali). Piuttosto spero, data la brevit� e il pericolo
di diventare OT, di non essere stato troppo sbrigativo e semplicistico. Se
� cos�, sono certo che qualcuno mi corregger�.

> "se la vita � una equazione differenziale, la religione � una condizione
> al contorno"

Le estrapolazioni arbitrarie e l'insufficiente analisi del linguaggio
portano a pronunciare paradossi e a mettere insieme linguaggi incompatibili.
Per esempio si parla di quadratura del circolo, ossia di misura (ratio) di
un'entit� indefinita (irrazionale per definizione) nell'ambito stesso dei
diversi linguaggi matematici. Peggio ancora � mescolare i linguaggi della
psicologia (cui appartiene il concetto di religione) e della matematica,
anche se ad alcuni fa buon gioco confondere le carte.

Ciao
Received on Wed Nov 10 1999 - 00:00:00 CET

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