(wrong string) � della luce

From: Maurizio Bonfanti <maurizio.bonfanti_at_tin.it>
Date: 1999/11/10

Non sono domande banali. Ad alcune delle tue domande le teorie fisiche
correnti ti daranno certamente delle risposte coerenti con le loro premesse
(quindi sono risposte che non soddisferanno, temo, uno che si pone domande
come le tue). Io scelgo due domande che sono decisamente pi� problematiche
perch� le premesse delle teorie fisiche non sono in grado di trattarle (le
considerano OT). Non � detto che riesca a rispondere. Mi limito a riflettere
alla tastiera.

antik stanik chiede:
>
> Tutto � relativo, anche la relativit� � relativa?

Bella domanda. Hume, uno dei padri della corrente filosofica dello
scetticismo, si chiese: ma non dovremmo essere scettici dello scetticismo?
In quel momento si ferm�. C'� una certa contesa sul fatto che si applichi la
relativit� fuori dal campo della fisica, ma fu Einstein stesso a fare questo
passo nell'introduzione alla Relativit� Generale, perci� � poi difficile
rimproverare la cosa ai suoi posteri. Sfortunatamente anche la Relativit�
Generale si fonda su quella Speciale o Ristretta e quindi sul suo assioma
sulla costanza della velocit� della luce nel vuoto (perch� non hai chiesto
che cos'� il vuoto?): "Per regioni quadridimensionali convenientemente
piccole, se le coordinate sono scelte convenientemente, rimane valida la
teoria della relativit� ristretta. A tal fine dobbiamo scegliere
l'accelerazione del sistema di coordinate infinitamente piccolo ('locale')
in modo tale che non vi sia alcun campo gravitazionale: il che � possibile
per una regione infinitamente piccola." (A. Einstein, 1916). Perci� dico che
non puoi aspettarti molte risposte dalla teoria specifica, perch� parla solo
di se stessa, come ovvio, non dal punto di vista di chi la guarda dal di
fuori. Quello che si potrebbe dire, quindi, � che la teoria della relativit�
si pone come giudice assoluto della realt� (fisica in particolare) e quindi,
in quanto assoluto, non si espone al proprio giudizio o alle proprie norme
relativizzanti. Si potrebbe per� anche dire, stante che "Le leggi generali
della natura debbono potersi esprimere mediante equazioni che valgono per
tutti i sistemi di coordinate, cio� che siano covarianti rispetto a
qualunque sostituzione (covarianti in modo generale)." (ibidem),
allora la relativit�, se considerata legge della natura a sua
volta, � soggetta alla propria covarianza, ma, al tempo stesso, proprio alla
relativit�, ossia alla dipendenza, in termini di giudizio o misura, dal
sistema di riferimento adottato, cio� dalla posizione dell'osservatore nella
natura (che � una posizione non solo fisica). Come vedi, Einstein parla di
"leggi della natura", non di "leggi fisiche", e con ci� lascia spazio a
queste considerazioni. Per di pi� si lascia anche scappare che "la via su
cui ci siamo messi � psicologicamente l'unica naturale", quindi non potrebbe
troppo lagnarsi della tua domanda.
Il mio personale parere � che la teoria della relativit� cerchi di
conciliare i limiti propri della nostra immagine della realt� con la realt�
in s� (tentativo che � il punto di partenza di ogni ricerca, ma non il suo
punto d'arrivo), e che Einstein lo abbia implicitamente dichiarato con
l'ultima affermazione che ho riportato. Perci� ritengo legittimo porsi la
questione come problema psicologico e filosofico, prima che fisico.

> cosa vuol dire capire?

Significa far proprio, assimilare, rendere la cosa appresa come se fosse
nata da noi, come se l'avessimo pensata noi stessi. Assimilare, poi,
significa rendere simile a noi la cosa appresa, e noi simili a essa
(avvengono entrambe le cose). Pi� precisamente significa completare la
costruzione in noi di un'immagine (coerente con noi stessi) della cosa
appresa, cos� che fra noi e la sua immagine non c'� pi� differenza (non c'�
pi� contraddizione, conflitto, tensione, incertezza, ombra, discontinuit�).
La testimonianza dell'aver davvero capito � infatti l'applicazione spontanea
di ci� che si � appreso, che � diventato parte di noi. Noi siamo quello che
abbiamo capito. Allo stesso modo noi siamo quello che abbiamo assimilato (a
modo nostro) in termini di cibo. Sotto tutti gli aspetti, cio�, noi siamo
quello che abbiamo metabolizzato (a modo nostro), fisicamente o
psichicamente (emotivamente) o intellettualmente. Detto in modo brutale:
capire � digerire, inclusa l'eliminazione delle scorie e di qualche bolla di
gas fisico o metafisico.

> Domande banali buttate li

Risposte banali buttate l�

Ciao
Received on Wed Nov 10 1999 - 00:00:00 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Feb 05 2025 - 04:23:33 CET