Re: ricerca, che si fa?

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: 1999/10/20

Proton wrote:
>
> Essendo venuto a sapere che l'assistente del mio prof. di Fisica I passa la
> maggior parte della giornata nel laboratorio dell'universit� mi sono posto
> le seguenti domande:
> in che cosa consiste la ricerca?

In generale uno ha una tematica = insieme di problemi aperti (ovvero
domande di cui non si conosce la risposta) collegati tra di loro e
relativi ad un settore omogeneo e, generalmente ristretto di un' area
scientifica. All' interno delle questioni aperte di questa tematica
organizza o contribuisce a portare avanti esperimenti, misure, calcoli a
secondo del tipo di ricerca per poter dare risposte controllate e
controllabili (secondo il metodo scientifico) alle domande di cui sopra.

> che si fa?

Dipende. Uno puo' passare alcuni mesi a reperire e mettere insieme
componenti elettronici, rubi a vuoto, magneti oppure a progettare ed
implementare sistemi di controllo elettronici, oppure programmare
applicazioni numeriche complesse o anche fare calcoli analitici su un
computer o sul retro della busta :-)
Puo' farlo da solo o all' interno di un gruppo di ricercxa numeroso e
strutturato. C'e' di tutto.

> che fa un assistente (o un prof), quando non insegna, nei laboratori
> dell'universit�?

Generalmente quanto descritto sopra. Magari qualche volta posta su un NG
;-)

BTW, le denominazioni sono un po' dure a morire. Il sistema
universitario italiano ha fatto scomparire gli assistenti dal 1980!
Tranne pochi residui del vecchio sistema, oggi esistono due fasce di
docenti e i ricercatori.
Un ricercatore NON e' il ricercatore di qualcuno. Anche se molti tendono
a ignorare o dimenticare questo punto.

> come mi posso immaginare la ricerca? come un continuo scoprire cose nuove o
> come un'attivit� ripetitiva che raramente porta a qualcosa?
>
Quando si cerca qualcosa di nuovo non si sa in anticipo con sicurezza
cosa si trovera'. Se la ricerca non portasse a nullla, sarebbe
antiewconomico per la societa' continuare a finanziarla.
Quello che e' difficilmente prevedibile e' se i contenuti di novita' di
una ricerca siano piu' o meno importanti. Conosco casi di persone che
hanno vinto un Nobel continuando per anni con ostinazione a fare ricerca
considerata poco interessante (attenzione: poco interessante non vuol
dire senza risultati nuovi!).

Quello che a volte e' un mito duro da sfatare e' che la ricerca
"romantica" tipo "genio e sregolatezza". Quello che serve, dovunque si
faccia ricerca oggi, e' un professionista/artigiano che aggiunga i suoi
contributi originali al corpus delle conoscenze di un certo settore. Se
e' cosi' fortunato da trovare la pepita d' oro, bene. Altrimenti anche
le pagliuzze servono.

Giorgio Pastore
Received on Wed Oct 20 1999 - 00:00:00 CEST

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