On 3 Sep 1999 21:29:55 +0200, "Alberto Carboni"
<spacemail_at_tiscalinet.it> wrote:
>
>Qualcuno saprebbe spiegarmi in parole semplici (non sono un fisico) come
>funzionano le leghe a memoria di forma?
>
>Ciao e grazie, Alberto
>
>
I metalli a memoria di forma
I metalli a memoria di forma sono materiali funzionali che devono le
loro proprieta' (memoria di forma, superelasticita') a una
trasformazione termoelastica (TMT) non diffusiva, del primo
ordinamento termodinamico, in cui si ha coordinazione a livello
locale. Tale trasformazione e' ormai stata riscontrata in materiali
metallici, polimerici, ceramici, biologici: l'interesse e' pero' qui
rivolto ai materiali metallici. In questi, durante la TMT il materiale
passa da una struttura cristallina a simmetria cubica, detta fase
genitrice, stabile ad alta temperatura (T), ad una struttura
martensitica, a bassa temperatura, a piu' bassa simmetria attraverso
una grande deformazione di scorrimento (pari a circa 20 volte la
deformazione elastica). La fase martensite puo' anche essere indotta
da uno stato di sollecitazione, in intervalli appropriati di
temperatura.
Le temperature di trasformazione sono strettamente connesse sia alla
composizione di partenza delle leghe che a tutto il ciclo produttivo
per arrivare ai prodotti semifiniti. La famiglia delle leghe a memoria
di forma e' numerosa, ma i sistemi che hanno superato tutti i
requisiti richiesti dalle applicazioni sono pochi.
Le leghe NiTi, quasi equiatomiche, sono oggi le piu' utilizzate in
pratica: le considerazioni qui svolte sono quasi esclusivamente
relative a questo sistema o a sistemi ternari quali NiTiCu, NiTiFe, il
cui uso e' ormai consolidato da applicazioni in campi diversificati.
Le proprieta' piu' note di questi materiali sono legate all'effetto
memoria di forma o alla "superelasticita'", fenomeni entrambi
conseguenti alla capacita' di memorizzare una configurazione,
ripristinandola, dopo una deformazione, nel primo caso tramite un
riscaldamento, nell'altro tramite la semplice rimozione dello stato di
sollecitazione. L'utilizzo di questi materiali impone la definizione
di nuovi parametri, inesistenti nei materiali metallici tradizionali,
quali:
le temperature di trasformazione,
lo sforzo di riconversione,
la dipendenza di tale sforzo dalla temperatura.
Effetto "Memoria di Forma"
Una deformazione pseudoplastica impressa quando il materiale e' in
fase martensite e' completamente recuperata scaldando il materiale in
fase genitrice. Il recupero di deformazione potra' essere totale se la
deformazione impressa non supera un valore limite posto dal materiale
e dal suo stato metallurgico.
Cioe' riscaldando il materiale fino alla temperatura di transizione,
l'oggetto riacquista la forma originaria, anche se era stato
meccanicamente deformato.
Nel caso di NiTi policristallino la massima deformazione interamente
recuperabile si situa nell'intorno dell'8%, se il recupero avviene
senza impedimenti. Il recupero di forma sara' parziale se:
la deformazione imposta supera la massima deformazione interamente
recuperabile, nel caso di recupero libero;
il recupero e' vincolato dall'esistenza di un mezzo esterno che limita
il recupero stesso.
Il fenomeno della superelasticita' non e' altro che un effetto di
memoria meccanica del materiale: esso, sotto l'azione di uno stato di
sollecitazione, assume una configurazione deformata, ben oltre il
limite elastico, che puo' essere ripristinata togliendo lo stato di
sollecitazione. Nel comportamento superelastico il materiale
immagazzina energia, che puo', anche se non totalmente, essere
restituita nel processo inverso: e' stato mostrato che e' possibile
immagazzinare fino a 42 MJ m-3 in NiTi, entita' da 5 a 40 volte quella
immagazzinabile negli acciai. La possibilita' offerta dai metalli a
memoria di forma di immagazzinare grandi deformazioni (6-8%) che
possono essere integralmente recuperate sono impensabili nei materiali
convenzionali.
Le applicazioni dei metalli a memoria di forma sono ormai presenti nei
campi piu' diversificati: dalle connessioni nei circuiti idraulici
degli aerei, ai dispositivi di fissaggio dei circuiti stampati, agli
interruttori elettrici in dispositivi di sicurezza, ai sensori e/o
attuatori. Non ultime tutte le applicazioni in campo biomedicale,
dagli impianti dentali e ortopedici alla strumentazione biomedicale.
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Ciao e buona giornata
Alchim
Un amico � uno che sa tutto di te, e nonostante questo gli piaci.
(Elbert Hubbard)
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Received on Wed Sep 15 1999 - 00:00:00 CEST