Re: Cosa c' era prima del Big Bang ?
Il 11/06/2010 14:30, Aleph ha scritto:
> Soviet_Mario ha scritto:
>
>> Il 07/06/2010 10:36, Aleph ha scritto:
>
> ...
>>> Non ha significato fisico, perch� in presenza di singolarit� risulta
>>> evidentemente impossibile giustificare in termini fisici il rimbalzo
>>> conseguente al Big-Crunch e la sua necessit� (e infatti non � mai stato
>>> fatto).
>
>> Si, su questo punto hai perfettamente ragione. Ma in effetti
>> non ho mai capito neppure la necessit� di QUESTO Big Bang
>> (ossia dell'ultimo). Ora non so se noi (voi, :-)) assumiamo
>> che il pi� recente Big Bang (o l'unico) sia partito da una
>> singolarit�.
> ...
>
> La singolarit� si ottiene come passaggio al limite su un gruppo di
> equazioni, classiche oltretutto, che descrivono alcuni parametri fisici
> macroscopici (temperatura, densit�, pressione, etc.), ma il campo di
> validit� della fisica oggi nota (e ragionevolmente corroborata) cessa
> molto prima.
>
> Personalmente ritengo che la maniera pi� onesta e sensata di guardare al
> big-bang, sia quella di considerarlo semplicemente come lo stato di
> partenza, molto caldo e compresso, da cui si � evoluto l'Universo che noi
> oggi osserviamo, in circa 14-15 miliardi di anni.
> Le domande sul perch� e sul percome si sia potuto realizzare questo stato
> iniziale, con le sue caratteristiche fisiche peculiari al momento le
> lasciamo come divertissement ai metafisici e ai loro "teoremi".
male, malissimo anzi. Perch� mai lasciare il monopolio di
domande tanto sentite a chi non ha competenze sufficienti a
fare ipotesi plausibili o quantomeno escludere quelle non
plausibili ?
Credo che questa rinuncia alla curiosit� di uomo normale per
restare rigorosamente nell'ambito di chiedersi solo ci� a
cui sembra possibile trovare una risposta oggi sia un
eccesso di autolimitazione.
Cmq questa � un'opinione personale.
>
> ...
>>> E' contraddittorio, perch� la teoria dell'Universo ciclico � stata
>>> proposta proprio per accreditare l'idea di un Universo esistente da
>>> "sempre", alludendo esplicitamente a una continuit� temporale tra un ciclo
>>> e l'altro:
>
> ...
>> boh, su questo punto ho un'idea un po' bizzarra, ossia della
>> completa separazione dei due tempi (il tempo esterno, ed il
>> tempo locale).
>
> E cosa sono di grazia? :)
quello locale � il tempo che possiamo misurare. Quello
esterno non so cosa sia, � un'etichetta affibbiata a
qualcosa di cui sento l'esigenza, e che peraltro � limitato
al solo modello di universo ciclico. Non ho nemmeno idea se
pensarlo dimensionalmente omogeneo col tempo locale.
In precedenza l'ho soltanto chiamato "contatore
sequenziale", proprio per distinguerlo.
>
> Quello che chiami "tempo locale", forse si potrebbe identificare con il
> tempo proprio degli osservatori comobili (il c.d. tempo cosmico) e
> comunque non � affatto un tempo locale, ma anzi un tempo cos� globale, che
> pi� globale non si pu�.
Si certo. Con locale volevo dire sempre interno. Ho scelto
male il sinonimo
> Il concetto di "tempo esterno" credo invece che sia una tua personale
> invenzione,
Beh invenzione � una parola grossa, e in realt� � molto
banale. Sempre assumendo il contesto di universo ciclico, ho
cercato di dare un nome a quel qualcosa che differenzia
(fosse pure soltanto l'unica differenza) un ciclo da quello
precedente e da quello successivo, per poter dire in che
sequenza si sono verificati. L'avevo chiamato "contatore"
non volendo parlare di prima e dopo, concetti troppo cablati
dentro il tempo interno.
> estremamente difficile da mettere
> in una qualche corrispondenza biunuivoca con concetti rigorosamente
> definiti nell'ambito delle teorie standard attuali che si occupano di
> questi temi.
ah si, certo. Anzi, come immaginavo altrove, dovrebbe
esserci completamente trasparente e non sperimentabile.
In realt� � praticamente insignificante per noi che
esauriamo all'interno la nostra esperienza, ed � solo
funzionale al modello ciclico (imho, ma solo imho, ne
discende quasi automaticamente, anche senza nessuna
implicazione interna)
> Anche tutto il resto delle tue considerazioni su quantit� fisiche
> "esterne" e "interne", a proposito dell'universo, per me � del tutto privo
> di senso.
> Ma ormai avrai capito che personalmente sono un po' schizzinoso per quanto
> attiene alla "semantica" delle teorie scientifiche :).
Uhm, no, non ti definirei schizzinoso. In realt� ho
apprezzato moltissimo le tue spiegazioni e obiezioni perch�
sicuramente ti sei sforzato di parlare commestibile e sono
riuscito a capirle (almeno in parte). Sottolineo che non
CREDO nel modello ciclico cos� come non credo in niente per
partito preso, in modo dogmatico, e mi limito a sperare che
sia giusto per una sorta di esigenza interiore estetica (gli
altri non li capisco, mi disturbano).
Diversamente da altri penso che un qualcosa di privo di
inizio e di fine non necessiti cause prime, e questo mi
piace molto perch� mi da un senso di pace.
A mia volta non posso/voglio muoverti critiche, ma se devo
ribadire il mio pensiero, mi rattrista essenzialmente che
una persona di grande competenza tecnica possa anche finire
per legarsi le mani da s� e rifiutare di cercare di vedere
oltre quello che si pu� studiare al momento.
Non che intenda che sia saggio dedicarci la vita (alle
divagazioni) ! E' giusto spendere energie per seguire il
metodo scientifico perseguendo risultati concreti.
Ma mi spiace se ogni tanto uno scienziato non riesce a
dismettere i panni da scienziato e tentare di galoppare un
po' a briglia sciolta per immaginare quel che non pu� ancora
scoprire. E' anche un possibile punto di contatto con
l'immaginazione dei comuni mortali.
Io ho dei grandi vuoti. Purtroppo non so chiedere risposte
alle fedi e non so credere dogmaticamente. PEr questo chiedo
pareri agli scienziati che esulano dallo scibile attuale.
Credo sia lecito.
ciao
Soviet
> Saluti,
> Aleph
>
>
Received on Tue Jun 15 2010 - 00:50:00 CEST
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