Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> wrote:
>Non puoi capire l'espansione dell'universo pensandolo come una palla che
>si gonfia. E' lo spazio stesso che si espande, non sono gli oggetti che
>si muovono *nello* spazio.
>Se lo trovi oscuro, hai ragione. Purtroppo non c'e' modo di spiegare
>queste cose col linguaggio comune: si fa solo confusione.
Invece mi pare proprio che l'unico modo di visualizzare correttamente
l'espansione dell'universo e' quello di considerare una palla che si gonfia.
Solo che nel nostro modellino di universo lo spazio non e' a 3+1 dimensioni (la
palla intera nel tempo), ma e' a 2+1 dimensioni (la superficie della palla nel
tempo); come ben sai la superficie della sfera e' uno spazio non euclideo,
finito ma illimitato, proprio come si pensa che debba essere il nostro
universo, il quale pero' essendo uno spazio a 3+1 dimensioni non e'
visualizzabile con gli occhi della mente (la superficie 3+1 di un ipersfera 4+1
e' localmente indistinguibile dal familiare spazio "piatto" euclideo 3+1, e in
ogni caso non la possiamo immaginare "guardata dal di fuori").
Noi quindi assomigliamo agli ipotetici esseri bidimensionali che vivono nel
nostro modellino di universo (la superficie 2+1 di una sfera 3+1): mentre la
palla si gonfia il loro spazio si espande, quindi essi vedono:
- che le distanze tra le galassie aumentano
- che la velocita' di allontanamento e' tanto piu' alta quanto piu' e' grande
la distanza fra due galassie
- che non c'e' un "centro" dell'universo
- eccetera
Mettiamoci nei panni di esseri bidimensionali che vivono sulla superficie di
una palla che si gonfia e capiremo quali sono le nostre limitazioni intuitive
nel considerare il nostro universo.
Se i nostri amici bidimensionali guardassero abbastanza in la' si
accorgerebbero che il loro spazio e' periodico: oltre un certo limite (pari a
meta' di una loro geodetica, che per noi "dal di fuori" e' una circonferenza
massima sulla loro sfera) le galassie si ripetono.
A quanto pare il nostro raggio di osservazione che arriva ai quasar piu'
lontani non e' sufficiente ad accorgersi del fatto che lo spazio e' periodico,
anche se forse non ce ne siamo semplicemente ancora accorti e c'e' chi fa
ricerche in questa direzione.
La prima volta che si realizza questo concetto, viene naturale chiedersi: cosa
c'e' allora "al di fuori" del nostro universo 3+1 non euclideo?
Risposta A): cosi' come la superficie sferica dei nostri amici non ha bisogno
di uno spazio esterno 3+1 (pero' ne abbiamo bisogno noi per visualizzarla con
la mente), anche il nostro universo non richiede di essere immerso in uno
spazio 4+1, quindi la domanda non ha senso.
Risposta B): non ce ne potrebbe fregare di meno, in quanto non abbiamo piu'
possibilita' di comunicare con l'esterno di quante ne abbia il nostro amico
bidimensionale: cioe' zero.
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Marco Coletti
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Received on Mon Jul 05 1999 - 00:00:00 CEST