Re: Onde NON monocromatiche e fotoni

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Wed, 16 Jun 2010 21:15:36 +0200

Andrea Barontini ha scritto:
> Credendo erroneamente che il "collasso" su un unico stato (ma e'
> corretto dire "collasso"?)
E' corretto.
Pero' non e' corretto "collasso in un unico stato".
Anche prima del collasso il fotone e' in un unico stato.
Solo che e' uno stato diverso.

Chiaro che sotto sotto mostri di pensare che ci siano diversi tipi di
stati, ma non e' cosi'.
In m.q. ogni stato vale un anltro, e ogni stato puo' essere visto (in
infiniti modi) come sovrapposizione di altri stati.
Il collasso dipende solo dallo strumento di misura che usi.
Se parti da uno stato in cui e' ben definito l'impulso, e vai a
misurare la posizione, avrai un collasso in un qualche stato a
posizione definita.
Se parti da uno stato in cui un fotone ha polarizzazione poniamo
circolare, e vai a misurare la polar. lineare, avrai un collasso in
uno dei due possibili stati di polar. lineare che lo strumento
riconosce.
Eccetera.

> Pero' un dubbio mi rimane (anche se non lo lego piu' al prisma ;-) ):
> condizione necessaria e sufficiente per riscontrare le previsioni del
> principio di indeterminazione e' la sovrapposizione di stati? Sono due
> modi per parlare della stessa cosa? Cioe' voglio dire.. le
> indeterminazioni delle coppie coniugate sono sempre riconducibili alla
> sovrapposizione di stati o c'e' qualche caso in cui non dipende dalla
> sovrapposizione di stati? E le sovrapposizioni hanno sempre
> probabilita' di "collassare" in accordo con il principio di
> indeterminazione?
Va a finire che piano piano ti debbo fare un corso sommario di m.q...
Primo: non mitizzare il pr. d'indet.
E' solo un modo pittorico e anche antiquato per descrivere il fatto
che in un generico stato certe osservabili non hanno valore definito,
e che fra le indet. (definite in uyn preciso senso matematico) di
certe osservabili c'e' una data relazione quantitativa.
Ma come ho detto sopra, tutti gli stati sono sovrapposizioni e non lo
sono.

In fondo la questione e' semplice, perche' si puo' spiegare con
l'esempio dei vettori in un piano (l'analogia matematicamente e'
piuttosto accurata).
Se hai un generico vettore, e scegli due assi ortogonali, puoi vedere
quel vettore come somma (sovrapposizione) di due vettori diretti
secondo quegli assi.
Se prendi un'altro coppia di assi, ruotati rispetto ai precedenti, lo
stesso vettore di prima e' ancora la somma di due vettori diretti
secondo i nuovi assi.
Naturalmente se prendi uno degli assi diretto prprio come il vettore,
non avrai nessuna sovraposizione, perche' la componente ortogonale e'
nulla.
Con gli stati in m.q. succede lo stesso.

> A pag 19, quando fai vedere che un fotone non ha necessariamente
> energia ben definita, scrivi:
>
> "[...] una transizione a un livello inferiore, di frequenza (nominale)
> v conterra' N cicli [...]" quindi l'incertezza relativa [...]"
>
> Cosa vuol dire che una transizione contiene dei cicli alla frequenza
> di oscillazione del livello di destinazione?
No, forse l'italiano non e' chiarissimo, ma la frequenza e' riferita
alla transizione, non al livello.

> ...
> O forse tu lo stavi spiegando con un punto di vista piu' classico? Ma
> non riesco a coglierlo... :-(
Si' certo: e' una proprieta' generale delle onde, di qualsiasi natura,
che un treno d'onde di un numero limitato di cicli ha una certa
indet. nella frequenza.
Questo volevo dire.

> Wow... il gioco si fa duro! ;-)
E' vero. E ti risparmio la conclusione dell'arcifamosa battuta :-))
Ma che vuoi farci: se si va ad approfondire le proprieta' dei fotoni
ci si casca per forza.
Altrimenti si fanno solo delle chiacchiere che sono ampia fonte di
equivoci e fraintendimenti.
                     

-- 
Elio Fabri
Received on Wed Jun 16 2010 - 21:15:36 CEST

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