Mauro D'Uffizi <aduffiz_at_tin.it> wrote in message
7ivbpe$dec$6_at_nslave1.tin.it...
>
> Noi sappiamo che un fascio di fotoni attraverso una fessura non
> interferisce, attraverso due si, e sappiamo pure che un fotone alla volta
> attraverso una fessura non interferisce, attraverso due si.
>
Mi spiace di deluderti, Mauro, ma non � cos�. Un fascio di radiazione
(fotoni) coerente che attraversa una fenditura d� luogo al fenomeno della
diffrazione (che sono sicuro conosci) e che si spiega dividendo la fenditura
in N fenditure di larghezza infinitesima e facendo i conti come se ci fosse
l'interferenza fra N sorgenti. Se poi si fa tendere a zero la larghezza
delle singole *sottofenditure* facendo quindi tendere N all'infinito si
ottiene la spiegazione della figura di diffrazione in termini di
interferenza.
E lo stesso capita se si guarda il comportamento di un singolo fotone...
solo che questa volta, muovendo il rivelatore, si fa la *mappa* dei punti in
cui il fotone � arrivato e si scopre che tale mappa ricostruisce la figura
di diffrazione.
> Un fascio interferisce anche su di un semplice schermo, un fotone alla
volta
> non � proponibile, per� interferisce su di una lastra fotografica.
Se la lastra fotografica � il rivelatore questo � esattamente quello che ho
detto io. Ma il fatto che tu usi uno schermo o una lastra fotografica �
indipendente ai fini della figura che ottieni.
>...
> Dobbiamo inoltre pensare che anche i fotoni del fascio ben difficilmente
> arrivino all'unisono sullo schermo.
>
Infatti l'interferenza � considerata una prova della natura ondulatoria
della luce e proprio attraverso l'interferenza degli elettroni � stata
provato che l'ipotesi di De Broglie era corretta.
> Detto questo, penso che non si possa spiegare nemmeno l'interferenza di un
> fascio, se non si tiene conto delle dimensioni di ingombro laterale e
della
> lunghezza, o durata del fotone.
Nell'interferenza la larghezza della fenditura � un parametro che entra
nella formula finale, ma la durata del fotone... quella mi piacerebbe di
sapere come si definisce.
Forse ti riferisci alla lunghezza di coerenza? In questo caso
tranquillizzati, la lunghezza di coerenza di un fascio � fondamentale per
produrre l'interferenza e sono stati fatte tonnellate di esperimenti che lo
provano.
> In altre parole, i fotoni interferiscono perch� si accavallano
lateralmente
> e durano abbastanza da entrare in coincidenza con altri.
I concetti di sovrapposizione e coerenza non sono lontani da ci� che dici,
ma la banalizzazione pittorica di tali concetti non � sempre una buona cosa.
> Rimane per� ancora il problema di come fanno ad interferire quando vengono
> inviati in tempi lontani uno dall'altro.
Infatti non interferiscono. Se il fascio di fotoni viene fatto passare
attraverso un separatore di fascio (beam-splitter) e i due fasci che ne
risultano sono inviati dentro un semplice interferometro alla Michelson se
la differenza di cammino (supponendo il tutto in aria) fra i bracci
dell'interferometro supera la lunghezza di coerenza non si osserva alcuna
figura di interferenza. Questo anche in presenza di fasci di fotoni
provenienti da un laser che opera in continua. Cio� anche quando
nell'interferometro c'� sempre radiazione.
> ...
> per�, secondo me, tu fai un'affermazione non del tutto corretta nel dire
che
> quando il fotone colpisce l'emulsione fotografica avviene la reazione.
> Avviene solo l'attivazione dei reagenti, che rimangono a reazione sospesa
> finch� non si procede al fissaggio.
E allora?
> Ora, il nuovo fotone, sovrapponendosi parzialmente al primo pu� ancora
avere
> l'opportunit� di interferire, non col vecchio fotone, ma con l'attivazione
> chimica che ne riproduce fedelmente la distribuzione spaziale.
Quale nuovo fotone? Quello che arriva sulla lastra mentre stai facendo il
fissaggio?
Non � chiaro.
>
> ......
>
> Proviamo, anche con due fasci elettronici, cos� si fa subito, a farli
> passare prima attaverso una fessura, poi dopo un tempo arbitrario
attraverso
> la seconda fessura.
I fasci di elettroni non interferiscono quando passano attraverso una
fenditura uguale a quella che fa interferire i fotoni. Per fare interferenza
hanno bisogno di fenditure molto pi� piccole.
> Nel caso sulla lastra si formino ancora frange d'interferenza penso che
> nessuno possa dubitare che dipende dalla propriet� delle emulsioni
> fotografiche di tenere in sospeso le reazioni, e dall'interferenza da
> sovrapposizione laterale dei fotoni.
Amico... le emulsioni fotografiche non si usano pi� da almeno un
decennio.... Inoltre poich� l'interferenza la osservi con tutti i rivelatori
di cui la scienza dispone (fotodiodi, fotomoltiplicatori, rivelatori a
Microcanali) e la figura � la stessa... le emulsioni fotografiche non
c'entrano nulla.
Ciao, enzo.
Ciao, enzo.
Received on Thu Jun 03 1999 - 00:00:00 CEST
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