Re: Fili percorsi da corrente e pennelli elettronici.
Marco Coletti <marco.coletti_at_ZZZeurofin.it> wrote:
> A) Se ci mettiamo nel sistema di riferimento inerziale del
> laboratorio, il fascio1 crea un campo di induzione magnetica B1 e gli
> elettroni di fascio2 dovrebbero risentire di una forza qv x B1 diretta
> verso fascio1; simmetricamente gli elettroni di fascio1 dovrebbero
> risentire di una forza qv x B2 diretta verso fascio2.
>
> B) Se pero' ci mettiamo nel sistema di riferimento inerziale di un
> elettrone di fascio1, gli elettroni di fascio2 sono fermi e quindi
> niente campo magnetico; analogamente se ci mettiamo nel sistema di
> riferimento (coincidente) di un elettrone di fascio2. Quindi niente
> forze magnetiche! Se vogliamo ammettere che le forze descritte in A)
> esistano ancora mi pare necessario attribuirle a qualche altro
> "fenomeno", ma quale?
Semplice: la contrazione relativistica delle distanze fa si' che nel
sistema del lab. gli elettroni di un fascio siano piu' vicini tra loro,
rispetto al riferimento in cui gli elettroni sono in quiete. Quindi nel
sistema del lab. non solo c'e' il campo magnetico, ma c'e' anche un
campo elettrico maggiore (perche' la densita' lineare di carica e'
maggiore); inutile dire che i due effetti si compensano esattamente,
sicche' la forza esercitata su di un elettrone nel sistema del lab. e
quella nel sistema di rif. dell'elettrone sono la stessa cosa (nel senso
che sono legate fra loro dall'opportuna trasformazione di Lorentz).
M.
Received on Sun May 16 1999 - 00:00:00 CEST
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