Alcune considerazioni metodologiche.

From: Enzo Berardi <berardi_at_ba.infn.it>
Date: 1999/04/15

Ogni tanto su questo newsgroup che seguo con assiduit�, ma nel quale
intervengo con assiduit� di molto inferiore, convinto che in campo
scientifico si debba cercare di aprire bocca quando si ha veramente qualcosa
da dire, appare qualcuno che propone nuove e *risolutive teorie fisiche*.

Senza entrare nel merito di tali proposte, vorrei ricordare a tutti, ma
soprattutto ai giovani frequentatori di codesto spazio di discussione, che
la fisica � una scienza sperimentale.

Chiunque abbia il privilegio di fare attivit� di ricerca a livello
professionale (quale che sia il suo ruolo accademico) sa che di modelli e
teorie che tentano di spiegare questo o quel fenomeno se ne possono proporre
tanti. Ma uno ed uno solo � il momento in cui tutti i nodi vengono al
pettine e si pu� fare una scelta: � il momento della verifica
sperimentale.

Tanto per fare un esempio citer� (per familiarit�) ci� che � accaduto negli
ultimi 60 anni nel campo dei fondamenti della meccanica quantistica dove, in
seguito ad un ben noto lavoro di Einstein, Podolski e Rosen, ci si � posti
il problema della completezza della Meccanica Quantistica stessa. Ebbene,
sono state proposte, per risolvere il paradosso dei 3 di cui sopra, diverse
varianti sul tema della Meccanica Quantistica stessa (ed esempio le teorie
cosiddette a variabili nascoste). Solo negli ultimi 15 anni si � potuto dar
corso ad una serie di esperimenti che sembrano dirci che le teorie a
variabili nascoste non superano la verifica sperimentale (invero il
dibattito � ancora aperto e la certezza non si � ancora raggiunta, ma ci
sono degli esperimenti e dei risultati in tal senso).

Ora, una cosa � per� assolutamente certa: c'� una classe di previsioni che
la meccanica quantistica fornisce che sono indubitabilmente confermate dagli
esperimenti e le *teorie alternative alla meccanica quantistica* sono state
sempre costruite in modo da fornire le stesse previsioni della meccanica
quantistica relativamente ai fenomeni *ben spiegati*.

In definitiva � scientificamente lecito proporre qualunque teoria fisica, ma
non � scientificamente ammissibile contrabbandare per teorie delle
costruzioni mentali che hanno senso solo nella mente di chi le propone.

Se si propone una *teoria rivoluzionaria* che per� � indistinguibile dalle
teorie accettate fino ad oggi, non si ottiene alcun avanzamento della
scienza.

Quindi chi propone una nuova teoria dovrebbe per lo meno avere il buon gusto
di:

a) mostrare che la sua teoria non � un assurdo scientifico, ovverossia che
nei casi in cui vi sono evidenze sperimentali preveda tali evidenze;

b) proporre, ove ne sia capace, almeno un gedanken experiment (che poi nel
corso degli anni potrebbe diventare un test fattibile) che provi la sua
teoria e che fornisca risultati diversi e distinguibili da quelli forniti
dalle teorie precedentemente accettate.

Se una *nuova* teoria non � *distinguibile* dalle altre su base sperimentale
(sia attraverso prove dirette che indirette) altro non � che una mera
ipotesi di lavoro.


saluti a tutti.
Enzo Berardi.
Received on Thu Apr 15 1999 - 00:00:00 CEST

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