Re: I LIMITI DELLA SCIENZA ED IL RICORSO ALLA FEDE
Personalmente ritengo che i tentativi di "ridurra la scienza a cio' che
non e'" e che non ho mai stata siano
sempre esistiti e dunque non mi stupisco che continuino ad esistere.
A parte il fatto che la questione del libero arbitrio relativamente all'
evolusione del pensiero scientifico e'
del tutto discutibile vorrei farle un'osservazione che mi sembra
sufficiente a smontare la sua tesi sulla
necessita' "assoluta" che l'uomo del futuro dovrebbe avere nei confronti
di quella che lei chiama fede
verso una divina potenza generatrice dell' universo.
L' osservazione consiste nel fatto che, ammesso pure che la scienza non
potesse mai stabilire un
*perche'* dell'esistenza dell' universo, parimenti non lo puo' nemmeno
quella che lei chiama fede, dal
momento che l' atto di fede non costituisce una risposta bensi' uno
"spostare la domanda" dato che si
potrebbe obiettare che chi ha fede in una potenza divina dovrebbe
spiegare il *perche' esiste* tale
potenza divina, altrimenti non solo non fa alcun passo in avanti
rispetto alla gnosi scientifica, ma anche
"aggiunge" un elemento in piu' che e' assolutamente inindispensabile. Si
sostituisce cioe' il "perche' " con
una entita' creata appositamente per non rispondere alla domanda...
Insomma se lei tenta di dimostrare la necessita' della fede per via
logica, mi sa che tale logica non regga
piu' di tanto. Nessuno le impedisce di coltivare un suo credo, ma mi
sembra alquanto provocatorio da
parte sua inserire un messaggio del genere in una NG di fisica, quando
esistono NG di teologia, ateismo e
filosofia a mio avviso piu' atti a sviluppare una eventuale discussione
sulle basi che lei ha posto nel suo
msg.
Saluti,
Luca
Received on Tue Mar 23 1999 - 00:00:00 CET
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