I LIMITI DELLA SCIENZA ED IL RICORSO ALLA FEDE

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Date: 1999/03/22

I LIMITI DELLA SCIENZA ED IL RICORSO ALLA FEDE

Paolo Manzelli - <LRE_at_blu.chim1.unifi.it>;
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Settimana della Cultura Scientifica- Provveditorato di TERNI

La scienza deve gran parte del suo successo perche� e� sostanzialmente
riduttiva, pertanto e� assiomatico capire che la scienza e� gestibile
entro i limiti cognitivi propri di ciascuna epoca.

La scienza infatti si pone domande e ricerca risposte entro un campo
cognitivo ben delineato secondo una regola che descrisse Guglelmo di
Ockham (1350) nel suo trattato su "Potentia ordinata e potentia Dei
Absolutam". In tale regola del fare scienza che dopo di lui fu nota
come RASOIO di OCKHAM, si riconosce la necessita di semplificare ogni
ragionamento scientifico nei suoi minimi ternini. Infatti OCKHAM
descrisse la debolezza del ragionamento ipotetico (secundum
immaginationem), proprio della scienza di ogni epoca, in quanto l�
immaginario scientifico puo� essere soltanto ordinato logicamente
sulla base di un numero limitato di esperimenti noti e quindi tramite
il ricorso ad un linguaggio, che per essere comprensibile e� di per se
stesso non oggettivo.
A tali conclusioni OCKHAM pervenne dal un confronto dell� immaginario
creativo dell� uomo, con la "divina potenzia creativa absoluta" quella
che ha creato oggettivamente il mondo e noi stessi.

Pertanto a partie dalla chiara descrizione di Ockham sul metodo
scientifico, la scienza ha avuto ottimi risultati riducendo ad un
modello la realta� tramite le concezioni congetturali , che pongono un
limite alle proprie possibili concettualizzazioni. Mantenendo
sostanzialemente tale metodologia riduzionista, nel suo progresso la
scienza ha teso ad allargare il numero di esperimenti validi sempre a
conferma di un limitatissimo numero di postulati apriori, quali ad
esempio quello acquisito dalla scienza moderna, relativo al pesupposto
che la Energia non si crea ne si distrugge ma si trasforma.

Ricordando Ockham, Isaac Newton (1642-1627), pur sapendo di limitarsi
a descrivere solo la meccanica del moto nel mondo esterno disse :
"Hypotesis non fingo", sostenendo che la sua formulazione del moto, che
dette origine alla "Meccanica Classica", era assolutamente valida, sia
per il moto dei pianeti nel cielo, che di qualsiasi altro oggetto
materiale dell� mondo terreno, in quanto ogni tipo di sperimentazione
del macro-cosmo era suscettibile di interpretazione e pronostico tramite
la nota equazione ( F = ma ; la forza equivale alla massa per l�
accellerazione del moto)

In breve molti scienziati , anche di grande levatura scientifica quali
il matematico Gottfried W. Leibniz , assunsero un atteggiamento detto
"scientista", per il quale la scienza non adotta piu� il carattere di
un modello limitatamente valido, ma un valore limitato solo dal suo
plausibile perfezionamento.

A questa logica scientista si giunse infatti dopo l� applicazione della
matematica infinitesimale, la dove l� infiniesimo e� una quantita�
evanescente applicabile ad un istante sfuggente del tempo, poiche� si
assume che l� istante tempo sia una quantita� numerabile sensa alcuna
intrinseca durata. Con il calcolo infinitesimale del ricorso al
limite, si perde pertanto la dimensione reale del tempo, che diviene una
successione numerica convenzionale, come gia� comprese per primo lo
stesso Newton, mentre al contempo lo spazio diviene un entita�
assolutamente misurabile. Quanto sopra equivale alla accettazione della
esistenza apriori di uno spazio vuoto presente di per se stesso, in
quanto indipendente dalle reali interazioni tra energia e materia, che
avvengono in un tempo altettanto reale ed irrreversibile.

Il primo che si accorge della relativita� delle misure a partire da uno
studio piu� attento del lavoro scientifico di Galileo Galilei (
1564-1642), fu Albert Einstein, che ponendosi il problema dell� della
relativita� della osservazione in relazione alla costanza della
velocita� della luce, medito� a lungo su cio� a cui tale riflessione
conduceva; accetto infatti il cosi� detto "Principio di indeterminazione
della Meccanica Quantistica" (1927) concludendo con il dire : " as far
as the laws of physics-mathematics refer to reality, they are not
certain; as far as they are certain, they do not refers to
reality....... of course .... God do not games of dices with nature"

Con Einstein l� atteggiamento "scientista" a riguardo della modalita di
costruzione della scienza fu concettualmente superato, ma putroppo esso
era stato sostanzialmente ed ampiamente accettato dalla comunita�
scientifica nel contesto della societa� industriale, poiche scienza e
tecnologia sembravano dare una potenza ed un progresso inarrestabile
all� uomo.

Certamente dobbiamo osservare che con l� evolversi delle concezioni
scientifiche anche il rapporto tra scienza e religione si e� modificato
nel tempo.

Ricordiamo infatti che Tommaso D� Aquino (1270) partendo dalla rilettura
degli scritti di Aritotele (384-321 a.C), ritenne che il compito delle
scienza fosse quello di svelare e comprendere il piano divino della
creazione;.... ma poi quando la Chiesa Cattolica Romana trovo�
contraddizioni tra la scienza ed interpretazioni letterali della Bibbia,
uso a causa del suo potere temporale, la mano pesante giungendo a
condannare per eresia gli studi scientifici. La Sacra Inquisizione con
le sue violente torture, macabre uccisioni, macchio� a volte
indelebilmente, la espressione della fiducia nella fede dell� uomo verso
Dio; solo oggi vengono riconosciuti apertamente dalla Chiesa di Roma i
propri umani errori; in particolare e� stato importante il
riconoscimento del Papa Giovanni Paolo II (1992) dell errore commesso
dalla Chiesa nel decretare la condanna di Galileo Galilei.

Dobbiamo riconoscere e non dimenticare che sia la Chiesa, e con essa la
Teologia, sia la Scienza e le sue scoperte, sono entrambe
interpretate da uomini, che come tali sono soggetti ad errori e putroppo
cin conseguenti nefandezze nei contronti dei propri simili.

Ricordiamo in particolare che Hitler quando nel "MEIN KAMPF" , scrisse
sulla purezza della razza umana, egli fu sostenuto da un atteggiamento
scientista del "Movimento Eugenetico" sostenuto da vari scienziati
evoluzionisti, che affermava la capacita� dell� uomo di poter interagire
nella storia per migliorare l� evoluzione umana.

Francis Galton, cugino di primo grado di Robert Darwin ( 1809-1882),
proseguendo gli studi sull� evoluzione dal punto di vista Amtropologico,
chiamo� "Eugenetica" (1883) ( da parole greche che significano buona
nascita), la strategia adatta per scientificamente l� uomo; sostenne
infatti che i caratteri positivi del� uomo, quali l� intelligenza
superiore a quella animale, potessero essere accentuati eliminando
dalla razza i caratteri negativi, esattamente come l� uomo, tramite il
ricorso alla riproduzione selettiva, aveva gia� sperimentato per
migliorare alcune razze animali.

Anche il sociologo Herbert Spencer (1820-1903), che fu quello che
diffuse la parola "evoluzione", ( che Darvin in vero non utilizzo� mai),
arrivo� a giutificare, sulla base del principio delle selezione del
migliore, le guerre imperialiste della inghiterra e degli altri paesi
industrializzati per la colonizzazione dei paesi scientificamente
arrettrati.

Fu proprio a causa di questa escalation scientista dei modelli
interpretativi della evoluzione, che Alfred Russel Wallace ( 1823-1913 -
il quale con Darwin pubblic� per primo la teoria evoluzionistica), dopo
la morte di Darwin, si rese conto di non poter accettare la teoria
della evuluzione, a cui lui stesso aveva dato un iniziale contributo e
la ripudio� per coscienzadella sua limitatezza interpretativa, rispetto
alla evidente capacita� creativa della natura.Wallace sottolineo� il
fatto che se la la teoria della selezione del migliore forre stata
esatta, allora l� evoluzione naturale avrebbe dovuto condurre a
diminuire il numero delle razze viventi, mentre invece si ha la prova
certa che proprio l� evoluzione, conduce alla crescita di nuove specie
mutanti.

Purtroppo le riflessioni coscienti passano piu� facilmente nel
dimenticatoio che non il sentimento di dominio e di potere dell� uomo
sull� uomo e sulla natura, cosi� che la cultura scientista troppo
spesso ha cercato di trovare giustificazioni possibili e facilmente
comunicabili a sostegno del suo atteggiamento mentale, da ogni lato
esse provengano, religioso o scientifico he esso sia; ad es. HITLER e
le famigerate SS, nell� attuare il genocidio sistematico degli ebrei,
si ostinavano a sostenere con convinzione nella loro azione inumana :
"GOT MIT UNS", ricordando come le crociate cristiane fossero state
condotte sotto il vessillo e la benedizione della Chiesa.

Concludendo queste mie sintetiche riflesioni sul tema I LIMITI DELLA
SCIENZA ED IL RICORSO ALLA FEDE, personalmente ritengo che, anche in
modo del tutto indipendente da cio� che e� od e� stata la religione
(qualsiasi essa sia), e pur ammettendo che la scienza potra� passare in
futuro da una metodologia analitica limitata a modelli riduzionisti del
pensiero, per aprirsi a sistemi cognitivi in grado di capire la
evoluzione della natura e persino darle un nuovo corso di sviluppo
decretato dal libero arbitrio dell� uomo, sono certo del fatto che il
ricorso alla FEDE sara� comunque ineliminabile.

Infatti ,anche ammettendo che nel destino dell� uomo sia scritto che
egli potra� scoprire tutto cio� che e� natura, compreso se stesso, ed
anche se egli avra� l� abilita� di alterare ogni fenomeno naturale
conosciuto, l� uomo non avra� mai alcuna risposta alla domanda PERCHE ,
cio� e� stato a lui possibile.

 L� atto di FEDE sara� qiondi sempre correlato al un dubbio
esistenziale; l� essere uomo oggi come domani non potra� non
riconoscere il fatto di non essersi creato da solo.

In questo dubbio scienza e fede si uniscono in ogni tempo, proprio
perche� sia la vera scienzza, che la vera fede, sono e saranno entrambe
una doppia dimensione dello spirito umano, che tende ad arginare quel
profodo stimolo interiore, che spinge coscientemente o incoscientemente
l� umanita� verso una comprensione profonda capace di rispondere al
dubbio fondamentale della ragione della propria esistenza..... quella
.... che forse ogniuno di noi avra� chiaro ed evidente dopo la morte.







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Paolo Manzelli, Direttore LRE/EGOCreaNET
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Received on Mon Mar 22 1999 - 00:00:00 CET

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