Renato Croci wrote:
>...
> Per la difesa, tempo fa, ... presi l'abitudine di portarmi dietro
> una resistenzna da un centinaio di kHom, con cui toccalo il cancello
> o un'altra massa, scaricandomi senza "scosse" (la resistenza
> limitava la corrente).
>...
Addirittura!
Io uso un sistema molto piu' semplice:
mentre scendo dall'automobile tengo una mano sulla carrozzeria,
dopodiche' non prendo scosse ne' toccando l'automobile ne' il cancello.
Mi spiego la faccenda cosi': quando scendo dall'automobile, non rischio
la scossa perche' l'automobile stessa e' carica elettrostaticamente,
bensi' perche' io mi carico di polarita' opposta all'automobile per il
semplice sfregamento dei vestiti.
Il fenomeno difatti avviene sia dopo un viaggio sia senza essersi ancora
mossi, avviene persino alzandosi da certe poltrone. Tenendo una mano
sulla carrozzeria io resto (nonostante lo sfregamento) equipotenziale
con l'automobile, e quindi resto a potenziale V=0, o per lo meno ad un
potenziale cosi' trascurabile rispetto alla terra da non prendere piu'
scosse neanche toccando il cancello.
Se infine dimentico di tenere la mano sulla carrozzeria, allora prendo
in tasca le chiavi e tocco la carrozzeria (o il cancello) con le chiavi,
facendo talvolta una scintilla ben visibile, anche di 5 mm di lunghezza,
ma senza provare la sensazione della scossa.
Infatti suppongo che quello che impedisce la scossa non sia tanto la
resistenza che frappongo tra il dito e la massa, bensi' l'aumento della
superficie di contatto tra il mio corpo carico e la massa; aumentando la
superficie, la densita' di corrente resta uniformemente bassa. Nel caso
contrario, la densita' di corrente e' nulla su tutto il dito eccetto
un'area piccolissima di pelle dove la densita' e' molto alta: appunto
questo provoca la sensazione di dolore.
Vogliamo provare a fare qualche calcolo?
Ciao
Mario Leigheb
Received on Tue Feb 23 1999 - 00:00:00 CET
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