Re: domanda2: forza centrifuga

From: Francesco <md4034_at_mclink.it>
Date: 1999/02/03

>Tuttavia non � che questo aiuti molto nella comprensione del problema.

Non sono assolutamente d'accordo. Io credo che le persone facciano tanta
confusione su questo argomento proprio perch� cercano di ragionare in modo
intuitivo e pensano magari alle sensazioni sperimentate sensorialmente in certe
condizioni. Ora, senza negare che un pizzico di capacit� di intuire e un po' di
senso pratico siano importanti, rimane il fatto che la fisica utilizza un
linguaggio puramente formale che � la matematica; prescindere da questo e
rinunciare ad un rigore essenziale penso che non possa far altro che generare
confusione e indurre ad assumere un attegiamento semplicistico che porta sempre
a cercare di ricondurre tutto a qualcosa di intuitivamente comprensibile; quando
l'intuizione ci abbandona completamente questo � veramente deleterio.

>La forza cosiddetta *apparente* � estremamente *reale* dal punto di vista della
>percezione sensoriale.

Credo di aver detto esplicitamente che l'osservatore solidale al sistema di
riferimento non inerziale sperimenta sensorialmente una forza di tipo
centrifugo; peraltro mi pare importante insistere sul fatto che tale forza non
esiste nel mondo fisico.

>In realt� � proprio cos�, la forza centrifuga *appare e scompare* a seconda
>del sistema di riferimento.

Nemmeno per sogno. Non � nella *realt�* che questo avviene. E' nell'illusione
che tale forza appare o scompare. Nella realt� la forza centrifuga non esite n�
nel sistema inerziale n� in quello non inerziale. Ce la mettiamo noi per farci
tornare le cose, ovvero sulla carta, dove le cose non hanno natura *sostanziale*
ma *formale*, trascurando che carta e inchiostro sono enti fisici :).
D'altronde una forza � in fin dei conti un descrittore macroscopico di
interazioni microscopiche, che o ci sono o non ci sono, e che certo non possono
comparire dal nulla solo perch� una unit� capace di elaboare informazione
utilizza una particolare architettura descrittiva.

>qualunque strumento di misura delle forze (il classico dinamometro) ne
>registrerebbe l'intensit�.

No, il dinamometro registra la forza cetripeta.

>Tuttavia, pensa per un attimo di non sapere se sei o no in un sistema
inerziale. In
>questo caso, se vuoi saperlo, puoi certamente fare una misura ed accertare
>la eventuale presenza di forze apparenti, che in questo caso per te sono
>REALI.

Davvero? Allora secondo te un astronauta che si trova in una stazione spaziale
in cui c'� gravit� simulata, potrebbe (senza sapere nulla ovviamente) sostenere
che la forza che gli da peso non � una forza reale dovuta a un campo
gravitazionale ma � invece una forza apparente centrifuga, il che implica che
non si trova in un sistema inerziale.
E in virt� di quale esperimento l'astronauta potrebbe concludere una cosa del
genere?

>Insomma, quello che voglio dire � che trovo *riduttivo* catalogare le forze
>*apparenti* nell'alveo del *puro artificio matematico*

Non � affatto riduttivo perch� � proprio cos�. E' semmai riduttivo fornire una
spiegazione sommaria che non descriva come stanno esattamente le cose.


>Penso piuttosto che si debba *aggiornare* un po' la didattica della fisica che
mi >sembra ferma, almeno per ci� che concerne la meccanica classica, a concetti
di
>inizio secolo.

Si, lo penso anche io. Tuttavia non credo che questo consista nel dimenticarsi
cos'� la forza centrifuga!!

>Sotto questo punto di vista � illuminate leggere le lezioni di Feynman, dove la
>critica, seppur non esplicita, a tale approccio � evidente.

Conosco bene "The Feynman Lectures on Physics", e non mi piacciono, con tutto il
rispetto per un fisico della levatura di Feynman.
Ti dir� di pi�; anche se sono certo che abbiamo da imparare dall'universit�
anglosassone la capacit� organizzativa, il rispetto per gli studenti, la
capacit� di formare realmente per il mondo del lavoro senza la pretesa di
generare tutti premi Nobel tipica dell'accademismo italiano, tuttavia non
condivido la scuola anglosassone fino in fondo. Il fisico � in prima istanza uno
scienziato, e non un tecnico com'� invece un ingegnere; nella sua formazione si
deve tener conto di questo, e non si pu� insegnare la fisica con fare
semplicistico e intuizionistico, cercando di rendere facili cose che facili non
sono.
Non condivido nemmeno la divulgazione a tutti i costi, che diventa
approssimativa fino ad arrivare ad essere tragicamente falsa.
In questo modo finisce che i buchi neri sono "i cassonetti dell'immondizia
cosmici"; con un chilo di spaghetti ci si potrebbe illuminare New York per non
so quanto; l'entropia � il casino che abbiamo nella nostra stanza; con la
clonazione potremmo fare un esercito di "Albe" Parietti, e via dicendo.... per �
questo che arriva alla gente alla fine.

La fisica � complicata, perch� utilizza un linguaggio complicato, che � il
formalismo matematico, e da questo non si pu� prescindere.
A proposito di Feynman ad esempio, non mi piace affatto come descrive la fisica
nel libro semi-divulgativo "The Character of Physical Law".

ciao

Francesco
Received on Wed Feb 03 1999 - 00:00:00 CET

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