Non ho una risposta ma solo un paio di riflessioni.
Le leggi fisiche molto spesso si esprimono in forma differenziale, in
quanto
noi misuriamo variazioni di grandezze (e quindi nelle leggi che
formuliamo
appaiono i dx, dt, dE...). Da questo si puo' dedurre come partendo da
una
legge in cui le dipendenze sono del tipo A=B^N si finira' (con
integrazion e
derivazioni) sempre a una legge con esponente intero se N inizialmente
era
intero.
Un esempio e' dato proprio dalla legge di gravitazione e dalla terza di
Keplero da te citate; la seconda fu ricavata sulla base di osservazioni
astronomiche, quindi e' una legge sperimentale, logico quindi che gli
esponenti siano interi. Ma il buon Isacco dimostro' che la terza (e
anche le
altre due) di Keplero altro non era che una logica conseguenza della sua
legge di gravitazione. Quindi se vuoi stupirti per la presenza di
esponenti
interi in diverse leggi della fisica, devi prima pensare che molti di
questi
esponenti sono conseguenza di pochi esponenti interi presenti nelle
"leggi
fondamentali".
Un altro appunto: la legge che mi da' la forza di attrito viscoso per
esempio e' del tipo F=-aV per piccole velocita', mentre per V piu'
elevate
(moto vorticoso) mi pare si usi F=-bV^2, ovviamente ne' l'una ne'
l'altra
sono esatte, sono semplicemente delle approssimazioni utili per
facilitarci
i conti.
La legge esatta non ha quindi dipendenza "semplice". Lo stesso puo'
dirsi
circa la legge di Hooke.
Circa il fatto poi che la legge di coulomb abbia proprio esponente 2 al
denominatore, posso dirti che non e' 2 solo perche' cosi' ci fa comodo
(se
cosi' non fosse addio teorema di gauss, per esempio), sono state
eseguite
delle misure molto precise (questo e' legato alla eventuale massa del
fotone) che hanno mostrato che se 2 fosse invece 2+a, allora questo "a"
deve
essere inferiore a 10^-15.
Non mi viene in mente altro.
Received on Mon Jan 11 1999 - 00:00:00 CET
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