Giorgio Tiburzi wrote:
> Nella parte che descriveva le fasi iniziali dell'universo, si diceva
> chiaramente che, dopo tre minuti dal Big Bang, l'energia media delle
> particelle dell'universo era di 1 MeV.
> Dopo questa affermazione, si asseriva che il diametro dell'Universo fosse di
> UN ANNO LUCE!
Il concetto di "diametro dell'Universo" e' molto nebuloso. Occorre
vedere cosa intendeva chi ha scritto l'articolo.
Comunque il problema puo' essere messo in modo molto piu' drammatico.
Per quel che ne sappiamo noi, l'Universo puo' essere infinito, e
l'eta' e' compresa tra 10 e 20 milardi di anni (proprio per non
sbilanciarsi...) Infinito diviso 15 milardi fa infinito.
> Una semplice divisione sia pure sommaria darebbe per l'espansione
> un valore di velocita' di 175.200 volte C.
> E' quindi possibile superare C ? Le condizioni particolarissime e
> irripetibili dell' evento non toglierebbero nulla all'importanza della cosa.
E'possibile superare C se definisci in modo opportuno spazio e tempo.
Il problema in cosmologia e' che non esiste una definizione di spazio e
tempo che possa valere per tutti e nello stesso tempo comportarsi in
modo intuitivo su grande scala.
In un universo (quasi) vuoto possiamo estendere in nostro spazio
euclideo a tutto l'Universo. Ma allora le galassie lontane si stanno
allontanando da noi a velocita' vicine a C, quindi il nostro tempo per
loro non va bene, il loro scorre piu' lentamente (e' il paradosso dei
gemelli). Inoltre risultano "compresse" in direzione radiale (altro
effetto previsto dalla relativita' ristretta).
In questa descrizione, nessuna galassia va a velocita' > c, ma c'e' un
deciso affastellamento di infinite galassie attorno alla distanza (da
noi) T*c. Al di la' di questa singolarita' (densita' infinita, tempo
infinitamente dilatato) c'e' il grande nulla. Questa descrizione evita i
paradossi di v>c, ma non e' particolarmente comoda.
Allora i cosmologi usano una descrizione dello spazio-tempo un po'
differente. Ciascun punto usa il PROPRIO tempo, che si suppone scorra in
modo uguale per tutti. Esistono vari tipi di distanza, la piu' semplice
ottenuta "giuntando" le distanze euclidee locali. In questo modo, pero',
lo spazio e' curvo. La circonferenza di un (grosso) cerchio e'
differente da 2*pi*r. In QUESTO spazio, le velocita' di punti lontani
possono essere > C. Le velocita' LOCALI sono comunque sempre < C.
L'eccesso di velocita' lo puoi immaginare come una espanzsione dello
spazio, non come una velocita' materiale degli oggetti nello spazio.
A complicare le cose c'e' il fatto che anche la gravita' curva lo
spazio, ma soprassediamo.
Il punto base della relativita' generale e' che puoi descrivere le cose
in molti modi, utilizzando coordinate (e quindi descrizioni dello
spazio) differenti. Non ce n'e' una "migliore" in assoluto. Come ho
cercato di descrivere in questo esempio, puoi immaginare l'espansione
dell'Universo sia come galassie che si allontanano tra di loro a
velocita' < C in uno spazio euclideo, che come galassie ferme che
fan parte di uno spazio curvo che si espande con velocita' che POSSONO
superare C. Di solito si usa quest'ultimo, perche' e' piu' comodo.
--
Gianni Comoretto Osservatorio Astrofisico di Arcetri
gcomoretto_at_arcetri.astro.it Largo E. Fermi 5
http://www.arcetri.astro.it/~comore 50125 Firenze - ITALY
Received on Fri Jan 08 1999 - 00:00:00 CET