Re: Domanda sulla Relatività Ristretta

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_units.it>
Date: Sun, 25 Jun 2023 19:32:16 +0200

Il 25/06/23 18:22, Dino Bruniera ha scritto:
> Il giorno sabato 24 giugno 2023 alle 19:10:04 UTC+2 Elio Fabri ha scritto:
>
>> Per finire: che cosa c'è di apparente o di reale in tutto questo? Ci
>> sono cose che si misurano, altre che si possono definire in modo
>> relativamente arbitrario...
>> Le parole "apparente" e "reale" andrebbero bandite dalla fisica o
>> quanto meno usate con precise avvertenze.
>> Implicitamente se n'è accorto Dino Bruniera, che a mia richiesta non è
>> stato capace di definirle.
>
> Invece io credo di averle definite anche se in modo non soddisfacente in quanto si tratta di un esempio più che di una definizione.
>
> Infatti ho detto che per contrazione delle lunghezze e dilatazione dei tempi, apparenti, intendo quelle della Relatività Ristretta, per le quali ogni osservatore vede i tempi dilatarsi ed le lunghezze contrarsi, di tutti gli altri osservatori, in funzione del loro moto rispetto a se stesso.
> A meno che non si voglia definire una contrazione come reale, per il solo fatto che risulti dalle osservazioni.

Nell'uso quotidiano il termine apparente viene talvolta dato a fenomeni
di illusione ottica. In fisica reale viene di norma associato a
"misurabile". Nota bene che misurabile non coincide con osservabile,
se questo implica il ricorso alla visione umana per la percezione
diretta del fenomeno.

> Comunque ti ringrazio della risposta, ma non posso non riportarti quanto ha scritto un fisico esperimentatore, quale è Arthur Eddington, che da quanto ho capito io, mi pare che la pensi almeno un po' diversamente.
>
....

Eddington (che era un astronomo) scriveva quelle righe agli albori della
RR. All'epoca non era chiara la distinzione tra misure di tempo e
lunghezza e osservazioni (o foto) del fenomeno. Se Eddington avesse
conosciuto quella che viene chiamata rotazione di Terrell (cfr post di
Pier Franco Nali di ieri 23:34) avrebbe raccontato un po' diversamente
la sua storia.

Ma per la tua domanda la questione della rotazione è secondaria.

>
> E' la reciprocità di queste immagini (ogni osservatore considera l'altro contratto) che è difficile da comprendere. Si tratta di un paradosso che va ben oltre l'immaginazione anche di uno Swift. Gulliver considerava i Lillipuziani come una razza di nani; i Lillipuziani consideravano Gulliver come un gigante. Ciò è naturale. Se i Lillipuziani fossero apparsi a Gulliver come dei nani, e Gulliver fosse apparso come un nano ai Lillipuziani ... ma no! tutto ciò è troppo assurdo per un romanzo, si tratta di un'idea che si può trovare solo nelle pagine sobrie della scienza.

Strana la reciprocità? A me sembra di no. In altri ambiti ci siamo tutti
abituati. P.es. se vedo una persona che si allontana, le sue dimensioni
appaiono contrarsi (perfettamente misurabile: l'angolo sotto cui vedo
qualsiasi parte del suo corpo diminuisce. A questo effetto "di
prospettiva siamo tutti abituati. E' reale o apparente?
Siamo tutti disposti a considerare apparente il rimpicciolimento ma
reale la diminuzione dell' angolo sotteso dalla persona rispetto ad uno
strumento fisso. E nessuno si scompone se anche la persona in
allontanamento fa misure di angoli sottesi dallo strumento nel sito
originale e trova che anche questi sono diminuiti.

L'esempio serve per far capire che la domanda "reale" o "apparente" è
mal posta.

Nel caso della RR entrambi gli osservatori o i laboratori in moto
relativo misurano lunghezze contratte nella direzione del moto. Per far
fisica basta e avanza. Il motivo per l'eventuale "sorpresa" va cercato
nella assoluta non-quotidianità e non esperienza diretta di fenomeni a
velocità relativistiche e al fatto che la RR rivela una interconnessione
tar misure di tempo e di distanza assolutamente aliena rispetto all'
esperienza della vita quotidiana.

...
> Chi ha ragione? Noi o l'aviatore? Oppure siamo tutti vittime di un'illusione? Non si tratta di un'illusione nel senso comune, dato che l'impressione di entrambi sarebbe confermata da tutti gli esperimenti fisici o i calcoli scientifici suggeribili. Nessuno sa chi ha ragione. Nessuno lo saprà mai, perché non potremo mai sapere chi dei due è veramente in quiete rispetto all'etere, ammesso che uno dei due lo sia.

Qui stai usando il "senso comune" che dà per scontato che ci sia "chi ha
ragione". Ma il senso comune è stato squalificato da secoli di indagine
scientifica. Altrimenti staremmo ancora a chiederci come mai agli
antipodi la gente non sta a testa in giù.

Nella tua domanda poi stai facendo un'operazione ancora più pericolosa:
oltre a chiederti "chi ha ragione" senza aver nessuna indicazione che ci
sia uno solo ad aver ragione, stai ianche dando per scontato che ci sia
qualcosa chiamato etere. Anche questa è un' ipotesi implicita che
andrebbe sottoposta ad esame, prima di considerare sensata la domanda.

...
> Però "qualcuno" pensa che ciò sia possibile tramite un'osservazione, quella dell'anisotropia di dipolo della radiazione di fondo, presente con 400 dei suoi fotoni in ogni centimetro cubo di tutto L'Universo :-).

Non ha più valore del dire che l'unico riferimento valido nella
gravitazione newtoniana è quello in cui il centro di massa del sistema
solare è fermo.

Giorgio
Received on Sun Jun 25 2023 - 19:32:16 CEST

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