Re: divulgazione su fisica stato solido e applicazioni?
On 14 Mag, 13:13, Enrico SMARGIASSI <smargia..._at_ts.infn.it> wrote:
> photonicdream wrote:
> > (c'� una neddoto
> > secondo il quale Einstein considerava come prova della validit� di una
> > teoria la possibilit� che si aveva di farla capire a sua nonna...).
>
> Gli aneddoti su Einstein si sprecano, e come sempre capita per le figure
> carismatiche, moltissimi sono apocrifi. Questo mi pare proprio uno di
> quelli. Non credo proprio che la nonna di Einstein capisse la geometria
> differenziale...
>
> > Se un argomento si pu� "capire" soltanto mediante i conti questo
> > significa semplicemente che quei conti NON SPIEGANO un determinato
> > argomento, ma semplicemente lo DESCRIVONO,
>
> Probabilmente non lo sai, ma questa tua critica e' *la stessa* che per
> decenni venne rivolta indovina a cosa...? Alla meccanica Newtoniana ed
> alla sua teoria della gravitazione. Cartesiani, leibnitziani ed altri
> criticavano Newton perche' "calcola tutto e non spiega nulla". Lo
> sviluppo successivo della scienza, inutile dirlo, ha dato pienamente
> ragione a N. e torto ai suoi critici.
Conosco abbastanza bene la storia della scienza, e francamente non mi
risulta affatto che Cartesio, Leibnitz e altri avessero mai criticato
Newton per la sua teoria della gravitazione. Casomai lo criticavano
per l'interpretazione corpuscolare della luce, cosa sulla quale loro
avevano assolutamente ragione, e su cui Newton aveva perfettamente
torto (come dimostrato successivamente da Huygens e da tutti gli
esperimenti sulla natura ondulatoria della luce).
Un'altra cosa che (giustamente) si criticava di Newton (e si parla di
atteggiamento nei confronti della fisica, non certo della validit�
delle sue teorie !!) era che non spiegasse il PERCHE' la forza di
gravit� facesse muovere i corpi in un determinato modo, non spiegava
come agisse, come si propagasse, dubbi assolutamente sacrosanti e
legittimi, che infatti poi furono risolti da Einstein con la sua
teoria della gravitazione, che SPIEGAVA (lui si !!!) la forza di
gravit� attraverso la curvatura indotta dalle masse sullo spazio-
tempo.
> Il problema di questi, e mi pare anche il tuo, e' che si illudono che
> esista un livello che "e' intuitivo" e "non ha bisogno di essere
> spiegato" (all'epoca si trattava della meccanica dell'urto);
Illusione ?? Non lo � , � la realt� !! Einstein ha elaborato la teoria
della relativit� proprio con un atto di intuizione, immaginando cio�
di mettersi a "cavallo di un raggio di luce". E questa non credo
proprio sia un semplice aneddoto, ma credo che l'abbia proprio detto
lui...
Comunque il tuo discorso � un tantino contraddittorio, perch� �
proprio nel livello intuitivo che giace la spiegazione delle cose, il
che non toglie nulla all'importanza di descrivere tali cose con gli
adeguati strumenti matematici e formali. Non � che il livello
intuitivo "non ha bisogno di essere spiegato", al contrario: il
livello intuitivo � prioprio ci� che permette la spiegazione e la
comprensione vera e profonda delle cose, pi� e meglio di ogni formula
matematica (peraltro indispensabile, lo sottolineo.)
> naturalmente quello che succede e' che questo livello e' semplicemente
> il livello dei concetti fisici elaborati inconsciamente ed
> interiorizzati nei primissimi anni di vita (Einstein diceva sei anni, io
> credo anche meno), e poi mai piu' rivisti criticamente... almeno non
> fino a quando uno non si mette a studiare Fisica :-)
Non � vero: il concetto di campo ad esempio non � affatto un concetto
che impari nei primi anni di vita, eppure � un concetto fondamentale,
senza aver capito il quale non potrai mai e poi mai capire ad esempio
le equazioni di maxwell, per quanto tu te le possa essere imparate a
memoria e aver imparato ad applicarle per risolvere i problemini di
fisica II.
> Se c'e` qualcosa che la storia della scienza ci ha insegnato, e' che la
> spiegazione di un fenomeno la si ottiene non mediante la sua riduzione
> ad un principio scelto piu' o meno arbitrariamente, ma tramite la
> connessione e l'unificazione dei fenomeni sotto un numero sempre minore
> di concetti sempre piu' generali e potenti. Nulla ci dice che questi
> concetti siano facilmente intuibili da chiunque, o che ce se ne possa
> fare un'immagine visuale o di altro tipo senza sforzo.
Su questo sono perfettamente d'accordo, il problema per� non �
pretendere che ce se ne possa fare un'immagine visuale "senza
sfiorzo", il problema � se si riesca a farsene un'immagine visuale o
no, indipendentemente dallo sforzo. Come saprai bene l'interpretazione
di Copenaghen IMPEDISCE PER PRINCIPIO di farsi un'immagine mentale ed
intuitiva degli oggetti fisici del mondo microfisico, non � che
richiede un grande sforzo per costruirsi tali immagini. CI RINUNCIA A
PRIORI, e vorrebbe costringere tutti ad accettare questa rinuncia come
inevitabile, solo perch� fionora nessuno � stato in grado di trovar
una teoria davvero valida che dia conto dei comportamenti assurdi e
totalemnte controintuitivi del comportamento delle particelle
quantistiche.
Sarebbe anzi
> sorprendente se fosse possibile ad un essere evolutosi in un angolino
> dell' Universo, di vita breve e dimensioni medie, di capire
> intuitivamente cose che, per problemi di spazio, tempo o dimensione,
> esulano del tutto dalla sua esperienza, e per le quali il suo cervello
> non e' stato in aulcun modo plasmato.
Ora chiamo in gioco io la storia dela scienza: lo sai che questa �
esattamente la critica che gli aristotelici facevano a Galilei, e cio�
di voler comprendere ed afferrare con la ragione (e concetti umani
infinitamente limitati e inadeguati come circonferenze ed ellissi)
qualcosa come il movimento degli astri che faceva parte di una sfera
divina, e quindi inaccessibile alla ragione umana? Oppure lo sai che
il fisico e filosofo Kuhn (e con lui tantissimi alti eminenti suoi
contemporanei) rifiut� di prendere in considerazione l' esistenza
degli atomi soltanto perch� nessuno avrebbe (secondo lui) mai potuto
vederli, e quindi supporne l'esistenza non avrebbe avuto alcun senso,
pur se tale supposizione permetteva di ricavare da principi primi
(distribuzione di Boltzmann) le leggi di comportamento macroscopico
dei gas ?
>
> > La possobilit� di spiegare in maniera semplice una teoria anche ai non
> > addetti ai lavori, facendogliela capire a livello concettuale,
>
> Chiedi a qualche professore di Fisica delle scuole quanto e' facile far
> capire la fisica *classica* agli studenti "a livello concettuale"...
Ripeto, il problema non � se sia facile, il problema � asserire che
sia IMPOSSIBILE, e che quindi sia necessario (ora e per sempre)
limitarsi ad una descrizione e ad una previsione statistica dei dati
sperimentali, senza neanche poter pensare di porsi delle domande su
cosa ci sia dietro quelle distribuzioni statistiche...
> (A proposito, lo sai che Goethe trovava assurda ed inconcepibile la
> teoria newtoniana della luce bianca come composizione di colori?)
Non lo sapevo, ma da quanto mi risulta Goethe era un letterato, e non
uno scienziato ! E comunque c'� poco da trovare assurda la
composizione dei colori, visto che basta un semplice prisma per
dimostrarla....evidentemente al povero Goethe nessuno aveva provveduto
a reagare un prisma ottico per il suo compleanno ! :-)
P.S.: Grazie dei toni pacati e amichevoli che hai mantenuto nella
discussione, spero che almeno con te si possa continuare a rimanere su
questi livelli e questa qualit� di dialogo.
Received on Fri May 14 2010 - 18:02:16 CEST
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