Massimo Boninsegni ha scritto:
> In ogni caso, io ho visto scritto, nei testi che ho citato, che non sono
> trattati di relativita' generale ma pur sempre accettati ed accettabili
> testi introduttivi di fisica moderna, che la differenza di energia
> potenziale per un fotone che si sposta da una certa quota ad un'altra che
> differisce di H e' pari a mgH, dove m e' una massa effettiva del fotone.
> Questo implica l'assunzione che sul fotone stesso venga esercitata una forza
> -mg, la quale, tu m'insegni, non e' che un'approssimazione della legge della
> gravitazione universale di Newton, in cui una delle due masse e' quella
> della terra e la distanza viene approssimata dal raggio della terra al
> quadrato. Non mi pare che la sostanza cambi. Ma queste sono pignolerie.
Perche' pignolerie? E' la sostanza della controversia.
A me dare a intendere che si possa ragionare sul redshift ecc. pensando
a una "forza sul fotone" riesce proprio ripugnante. Scusa, non ce l'ho
con te, ovviamente, ma con tutta un'estesa corrente di pensiero che
esiste tra i fisici.
Percio' non sottoscrivo l'asserzione
> testi ... che non sono trattati di relativita' generale ma pur sempre
> accettati ed accettabili testi introduttivi di fisica moderna
Accettati? non da me. Accettabili? non per me.
Tu non sei tenuto a saperlo, spec. se lavori negli USA; ma io lavoro da
20 anni su questi problemi, e su come si dovrebbe insegnare ho idee
precise e una certa esperienza.
Niente escludo che io abbia torto, ma non parlo a vanvera.
> ... e non mi rivolgerei in modo derisorio o condiscendente a qualcuno che lo
> citasse, specialmente un non-fisico. Non ho seguito la discussione
> dall'inizio e non so se il tuo interlocutore lo abbia fatto, ma se,
> putacaso, avesse visto la famigerata formula in uno dei testi da me citato,
> apprezzerei il suo sforzo invece di prendermela.
Se non hai seguito la discussione dall'inizio, a maggior ragione non sai
che di queste cose nel NG se ne parla continuamente. Percio' le mie
posizioni risentono di questa reiterazione.
Derisorio non credo di essere stato; certamente non era mia intenzione.
Condiscendente? Non capisco.
E' ovvio che io ritengo di saperne alquanto di piu', e sarei solo un
ipocrita se lo mascherassi.
Mi preme trasmettere un messaggio, in forma forte: affermazioni come
quelle sulla massa dei fotoni le troverete in molti libri, di vario
livello, ma questo non le rende piu' rispettabili.
Peggio: secondo me sono il modo sicuro per impedire di capire in che
consiste la RG.
> D'altra parte tali testi non sono testi di relativita' generale, ed il loro
> scopo e' quello di dare un'idea, seppur primitiva, di un argomento che
> richiederebbe troppo spazio (almeno secondo gli autori) per essere trattato
> ``rigorosamente''.
Vedi sopra. Se gli autori ritengono questo, secondo me sbagliano,
perche' non hanno mai studiato il problema, ma si limitano a
ripercorrere pigramente presunte scorciatoie che non hanno inventato
loro. Tra l'altro, mistificando anche dal punto di vista storico,
perche' la maggior parte dei lettori crede che Einstein abbia detto
quello.
> Che c'e' di male ad offrire un'argomentazione, magari non ``rigorosa'' ma
> qualitativamente corretta (anche la previsione quantitativa che ne deriva e'
> corretta), per permettere ad un neofita di formarsi un'idea di un certo
> fenomeno ad un livello introduttivo?
Vedi sopra.
L'argomentazione e' concettualmente scorretta, perche' deforma
completamente le idee base della RG. Non serve a niente che il risultato
possa anche essere (in certi casi) quantit. corretto: questo e' l'ultimo
degli obbiettivi.
Bisogna far capire in che consistono le idee di Einstein, o raccontare
storielle?
Se poi si tratta di descrivere il fenomeno in se' e per se', allora
basta raccontare gli esperimenti, distinguendo chiaramente il fatto
dall'interpretazione.
Il redshift come fatto si puo' spiegare in modo elementare, anzi si
deve, prima di proporre qualsiasi interpretazione.
E' un difetto diffusissimo, anche tra gli studenti alle soglie della
laurea, di lanciarsi subito in complicate elaborazioni teoriche, ma di
non saper dare una descrizione dei fatti sperimentali (a proposito, sei
un teorico o uno sperimentale?)
> Secondo me le cose si possono imparare a diversi livelli; ce lo insegnano i
> chimici e gli ingegneri elettronici che maneggiano l'equazione di
> Schroedinger senza essere mai passati attraverso gli spazi di Hilbert
> (credo) o gli operatori auto-aggiunti.
Sebbene l'affermazione generale sia del tutto condivisibile, gli esempi
mi paiono infelici. "Maneggiano"? che vuol dire? hai mai visto un
chimico (che non sia un chimico teorico) o un ingegnere *usare* l'eq. di
Schroedinger?
Tutto quello che possono fare e' ripetere meccanicamente alcuni conti
fatti da altri, che del resto i loro studenti non capiscono
assolutamente (e hanno ragione).
Scusa di nuovo se mi scaldo, ma come ho gia' detto non e' contro di te.
E' il riflesso della difficolta' che incontro da molto tempo a far
passare delle idee (che del resto non sono solo mie) in un ambiente che
mi sembra decisamente ottuso.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica
Universita' di Pisa
Received on Thu Oct 01 1998 - 00:00:00 CEST
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