ema_at_pcteolaur1.mi.infn.it ha scritto nel messaggio
<19980909091510.2627.qmail_at_pcteolaur1.mi.infn.it>...
>
>Il problema e' un po' complicato.
>Quando vai alla velocita' della luce il tempo per te e' uguale, non ti
accorgi
>della differenza, e quindi le tue reazioni chimiche non cambiano.
>
>Pensa a questo: se io vedo te che ti muovi alla velocita' della luce, penso
>che il tuo tempo di muove piu' piano, e quindi rimani piu' giovane.
>Ma se prendi te stesso come sistema di riferimento allora sarai tu a vedere
me
>andare alla velocita' della luce, e allora dovrei essere io a restare
giovane.
>Chi dei due resta giovane?
Giovane rispetto a cosa?
Visto che ti diletti di problemi relativistici, saprai meglio di me che ha
senso confrontare due quantit� solo se esse sono "localmente vicine", cio�
se posso prenderle ed in un intorno di un punto quadritemporale ha senso
dire che sono in quiete relativistica (cio� si muovono relativamente a
velocit� "newtoniane").
Se io e te ci vediamo reciprocamente muovere a velocit� prossime alla luce
(giacch� per un corpo massivo � impossibile raggiungere c), ci dobbiamo
chiedere: abbiamo mai condiviso un punto quadritemporale? In soldoni: siamo
mai stati vicini (intendo anche a 40000 km l'uno dall'altro, agli antipodi
della terra, ma immobili o comunque, con velocit� relativa inferiore ai
10000 kmh).
Se s�, da quell'istante del passato in cui con buona approssimazione
condividevamo lo stesso punto quadridimensionale, uno dei due (o entrambi) �
stato accelerato fino a velocit� prossime a quelle della luce.
Facciamo il caso che solo uno di noi due sia stato accelerato: egli avr�
sentito le accelerazioni, e quindi sarai lui che, in un ipotetico futuro
incontro sulla terra, a velocit� newtoniane, sar� invecchiato di meno.
Sono stato chiaro?
Ing. Filippo Filippini
Received on Wed Sep 09 1998 - 00:00:00 CEST
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