Salve a tutti.
Scusate se l'argomento in oggetto � OT. Sto solo cercando da tempo qualche
anima "pia" che possa rispondere alla mia domanda: che tipo di impianto di
terra devo fare? Spero di trovarla qui.
PREMESSA:
sono Giovanni Lupo, un radioamatore della provincia di Palermo.
Bene, vengo subito al mio problema:
ho istallato nella mia campagna un traliccio radioamatoriale alto circa 18
metri.
Ho parlato con il mio elettricista, che ha la fama del sapiente, a proposito
del sistema di terra del traliccio. Sostiene che dovrei montare sulla cima
del traliccio uno scaricatore "a palla (d'oro?)" e collegarlo alla palina di
terra attraverso un cavo di 35 mm di sezione.
Per la verit�, � un sistema che poco mi convince.
Allora mi sono detto,
cosa c'� di meglio di una domanda posta a persone veramente competenti?
Ed eccomi a voi!
Io credo che sia sufficiente collegare il traliccio (alla base) ad alcune
paline (di 1.5 mt) piantate a terra (che per la verit� non � un buon
conduttore -flash numidico: si scriver� cos�?- ). In questo modo la
differenza di potenziale sul traliccio � tendente a zero e il fulmine non
pu� scoccare. [Ma lo � anche con lo scaricatore a palla...allora perch�
caricare di punte il traliccio?]
Sbaglio qualcosa?
Cosa mi consigliate??
Nel ringraziarvi in anticipo del tempo che vorrete dedicarmi, vi auguro
buone vacanze!!
Saluti
Giovanni Lupo
lupo_at_pn.itnet.it
www.cadnet.marche.it/castelbuono
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Date: 1998/08/05
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Subject: Re: Principio di indeterminazione
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Date: Tue, 4 Aug 1998 19:01:28 GMT
LordBeotian (disce_at_iol.it) wrote:
: Mei ha scritto nel messaggio <35C02810.52273D4_at_pcos2.mi.infn.it>...
: >> Per spiegare le ragioni del principio suddetto si dice di solito che per
: >> conoscere lo stato di una particella bisogna perturbarlo in un modo tale
: che
: >> altre informazioni (complementari) verranno perdute. Sembra quindi che il
: >> principio riguardi la nostra "conoscenza", non la realt�.
: >
: >Questa e' in realta' e' solo una visione del principio di
: >indeterminazione. L'altra visione ci viene fornita dal modello
: >matematico della meccanica quantistica. Tale modello mostra, in maniera
: >matematica, come alcuni operatori quantistici (es momento e posizione)
: >non commutino e che quindi non e' possibile calcolare le grandezze ad
: >essi associate con precisione assoluta per entrambe.
: Il mio problema credo sia essenzialmente questo: perch� Hawking considera il
: principio di indeterminazione come una propriet� dell' universo stesso
: (deducendone, come nel caso citato da me, propriet� dei buchi neri o del Big
: Bang) e non lo considera come un semplice limite dei nostri strumenti di
: misura, come suggerisce la prima interpretazione che ho dato?
Pensa in modo sperimentale. Se esegui un esperimento "ideale", ossia
un esperimento eseguito con strumenti perfetti, incontri un limite
inferiore al prodotto delle indeterminazioni delle osservabili misurate.
Non e' facile disegnare in Ascii un apparato sperimentale ma provo
a descriverti un esperimento ideale pensato, credo, dallo stesso
Heisemberg.
Supponi di costruire un microscopio in grado di misurare la posizione e
la quantita' di moto di un elettrone. Tutti i dispositivi sono ideali.
Non esistono imperfezioni degli strumenti.
fotone elettrone
....> C ---------> asse x
D
A-------------B lente
L
////////////////// schermo
In breve hai una lente di diametro D, perfetta, a distanza L da
uno schermo. Immagina ora di inviare un fotone lungo l'asse x,
e sia l la sua lunghezza d'onda. h/l e' la quantita' di moto del
fotone, essendo h la costante di planck.
Il fotone viene diffuso dall'elettrone ma poiche' la lente ha diametro
finito la direzione in cui il fotone e' diffuso, attraverso la
lente, non e' nota con precisione. La quantita' di moto finale
del fotone lungo l'asse x e' compresa nell'intervallo
[ - h sin(a)/l , + h sin(a)/l ]
dove a e' il semiangolo del triangolo ABC opposto alla lente.
Poiche' la quantita' di moto si deve conservare hai che la
quantita' di moto dell'elettrone lungo l'asse x e' incerta
della quantita'
deltap = 2 h sin(a)/l
Inoltre il fenomeno della diffrazione, presente per il fatto
che la lente ha diametro D, la coordinata x dell'elettrone e'
incerta. L'entita' di questa incertezza si puo' determinare
con semplici ragionamenti geometrici e risulta
deltax = l / (2 sin(a) )
da cui
deltap * deltax > 0
Pur possedendo uno strumento perfetto, di assoluta semplicita', la
fisica impone un limite al prodotto deltap * deltax.
Nota:
1) spero che l'editor di news che usi non stravolga il disegno
2) si trascura, perche' inessenziale , la variazione di l in
seguito alla diffusione
3) la relazione per deltax la puoi ottenere cosi' (~ vuol dire
"circa uguale")
Se D e' il diametro della lente essa risolve un angolo t
sin(t) = l/D
se H e' la distanza tra l'elettrone e la lente
tan(t) = deltax/H ~ sin(t)
allora
deltax = l H /D = l / (2 tg(a)) ~ l/(2 sin(a) )
4) Anche se l'esempio non "dimostra" la validita' generale del
principio la semplicita' del sistema dovrebbe essere tale
da convicerti.
Saluti
Massimo Gaspari
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Subject: Re: Evaporazione
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Date: Wed, 5 Aug 1998 21:22:29 GMT
Han Solo (md9402_at_mclink.it) wrote:
: ....cut
: >Ho indovinato?
: Francamente non credo. Prima di tutto l'agitazione termica non � riferita
: alla velocit� media (che � nulla) delle particelle, ma alla media del
Non proprio. In un gas perfetto la il valore medio delle componenti
delle velocita' e' nulla ossia
<Vx> = <Vy> = <Vz> = 0
ma il valore medio di V ossia <V> no.
La velocita' media e' pari, a meno di una costante che non ricordo, a
<V> = costante * sqrt(2 * k * T / m)
con T = temperaturra e K = cost. di Boltz.
: quadrato, il che vuol dire all'energia cinetica quindi hai gi� una idea
la media del quadrato e', a meno di una costante che non ricordo,
pari a
2
<V > = costante* sqrt(3 * k * T/m)
2
la differenza tra <V> e <V > e' risibile in termini percentuali, meno
del 10%.
Ciao
Massimo
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