il mezzo delle onde E-M(per Tommy,Goffredo,Paolo)

From: Goffredo Pierpaoli <gofpierpaoli_at_ti.tws.it>
Date: 1998/06/29

On 26 Jun 1998 12:53:49 +0200, Valter Moretti
<moretti_at_science.unitn.it> wrote:


> Riguardo al fatto che il campo statico "emesso" da una carica
> ferma non si propaghi, come io credo, bisogna precisare alcune cose.
> Sono d'accordo su quanto dici sopra per ultimo, pero' io sostengo
> che, in tutti i processi fisici che si possono immaginare, il campo
> che raggiunge la zona non ancora raggiunta dal campo
> *non e' statico* (cioe' non e' quello di Coulomb o sovrapposizione
> di analoghi campi dovuti a piu' cariche per essere precisi)
> ma lo diventa solo piu' tardi. In *questo senso*
> dico che il campo statico non si propaga.


Ecco, a me interesserebbe proprio quel "piu' tardi". Grazie.
 

> Ho letto il post di Goffredo Pierpaoli pero' c'e' un grosso
> problema di fondo nella sua procedura, a mio parere.
> Una carica, da sola, non si puo' creare dal nulla, violerebbe la
> conservazione
> della carica che, come sai e' conseguenza matematica delle stesse
> equazioni di Maxwell.

Aspetta, aspetta. Ammetto che il mio problema possa anche essere
"ideale", ma :

- prendo un cilindro cavo o se vuoi in "pozzo" di Faraday ma
all'inizio scarico; lo carico inserendoci dentro "un" solo elettrone.
Per induzione elettrostatica la superficie interna del pozzo si carica
positivamente mentre quella esterna di segno opposto (-). Metto la
superficie esterna del pozzo a "massa", per cui avro' una carica solo
all'interno (elettrone) e sulla superficie interna (+e). E' ovvio che
con tale operazione, la carica esterna la delocalizzo ad esempio
portandola a grandi distanze (in effetti... distribuendola). Se tolgo
il collegamento con la "massa". Estraggo poi il "famoso" elettrone
rimasto all'interno del pozzo portandolo a distanze "considerevoli"
dal pozzo stesso. Sulla superficie esterna del pozzo avro' una carica
netta negativa pari a quella dell'elettrone. In questo caso si possono
tirare fuori diversi incongruenze, non lo nego : localizzabilita'
dell'elettrone portato all'interno del pozzo e ... come portarcelo; le
difficolta' pratiche della "delocalizzazione" della carica distribuita
sull'elemento di "massa"; l'influenza del campo elettrico della carica
"delocalizzata" sull'elemento di "massa" allorche' la allontano dalla
superficie del pozzo di Faraday, una densita' di carica sulla
superficie esterna del pozzo pari a "e/S", con "e" l'unica carica
"distribuita" e cosi' via. Ma non sto assolutamente violando la
conservazione della carica.

- posso prendere un atomo di H e "strappargli" l'unico elettrone
"satellite" che c'ha, allontanare 'sto elettrone dal nucleo ... ed
avere cosi' una carica (positiva) ad una data "coordinata". Certo, non
violo la conservazione della carica, ma rimane sempre l'imbarazzo
(come per il caso precedente) della coordinata, e daje giu' con
Hesemberg & C.!

- posso, infine, appellarmi alla generazione di una coppia (e+,e-)
dall'interazione, ad es., di un nucleo elettricamente neutro con una
radiazione ad alta energia. Conservo la carica e mi occupo solo di una
delle due componenti cariche; vabbe' ... il movimento delle due
cariche mi genera anche un'onda em di cui dovro' poi tenere conto!

Cio' non toglie, meccanica quantistica a parte (sulla quale non mi
sono espresso se non attraverso il principio d'indeterminazione, senza
far riferimento alle funzioni d'onda coinvolte), che matematicamente
non possa sempre rappresentare una carica attraverso una Delta di
Dirac spazialmente ed una funzione a gradino temporalmente!

...
> In pratica pero', si potrebbe pensare che il bordo del cono e',
> quando sezionato spazialmente, il fronte d'onda del campo
> *elettrostatico* che si propaga in una regione non ancora
> raggiunta dal campo.
...
> Questa interpretazione *sarebbe* vera se la situazione complessiva:
> campo dentro il cono futuro = campo elettrostatico +
> campo fuori dal cono = campo nullo
> fosse una soluzione delle equazioni di Maxwell con sorgente
> la carica (corrente) che si genera dal nulla.

> Questo purtroppo e' falso perche' se cio' fosse vero la sorgente
> dovrebbe essere conservata proprio in virtu' delle equazioni di
> Maxwell e cio' e' impossibile proprio per il tipo di sorgente
> considerata.

Ok. Allora prendiamo la cosa da un altro punto di vista. Ho una carica
(perfettamente equilibrata da "altre" cariche poste chissa' dove, non
importa), che si muove, accelera, fa salti mortali in virtu' delle
interazioni e delle sollecitazione che subisce dall'esterno. Mentre il
suo campo elettromagnetico (E,H) si propaga ed e' descrivibile in
termini di un'onda tramite le Eq. di Maxwell, come tirare fuori l'Eq.
"d'onda" del suo campo elettrico??

Ciao : Goffredo Pierpaoli

P.S.: vi prego di scusarmi per la "pizza"

Per rispondere via email mettere ri al posto di ti
Received on Mon Jun 29 1998 - 00:00:00 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Sep 18 2024 - 05:10:58 CEST