Duca Volgare ha scritto:
>> Nell'universo aperto (anche al limite critico) lo spazio e'
>> infinito a ogni istante.
> Questo vorrebbe dire che - essendo lo spazio nato con il big
> bang - esso si e' espanso a velocita' infinita... mi sembra
> un po' paradossale. Aprirei un dibattito anche su questo!...
Riconosco che la questione non e' banale, ma siamo alle solite: quando
parlo di universo, di spazio, di tempo, io ho in mente una struttura
matematica; tu hai un modello intuitivo. E purtroppo i modelli intuitivi
hanno i loro limiti...
Un'ulteriore complicazione nasce dal fatto che qui abbiamo una
singolarita', e le singolarita' sono una fonte inesauribile di
paradossi.
Pero' va anche detto che la singolarita' iniziale e' cosa su cui nessuno
sa niente, se non che non abbiamo nessuna teoria che descriva in modo
credibile non solo la singolarita', ma neppure i suoi "dintorni".
E' il ben noto problema che in vicinanza della singolarita' debbono
diventare importanti gli effetti quantistici, e una teoria quantistica
della gravitazione e' di la' da venire.
> Allora se lo spazio e' infinito e la radiazione no, come fa
> la radiazione al limite critico ad essere uguale a quella non
> al limite critico?
Qui non capisco. "La radiazione no"? Perche'?
La seconda frase che vuol dire?
> In altre parole, deduco (forse sbagliando, ma e' qui il
> punto) che l'universo aperto implica il concetto di parti
> piu' interne e parti piu' esterne.
Questo infatti e' sbagliato, e mi sembra facile capirlo.
Pensa a un piano infinito. Ha forse un centro? Ci sono punti piu'
interni e altri piu' esterni?
In un piano infinito "tutti i punti sono uguali"; non ce ne sono alcuni
"piu' uguali degli altri", per citare Orwell :-).
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Elio Fabri
Dip. di Fisica
Universita' di Pisa
Received on Thu Jun 25 1998 - 00:00:00 CEST
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