Re: [Fisica medica] frequenza delle onde cerebrali

From: Soviet_Mario <SovietMario_at_CCCP.MIR>
Date: Fri, 3 Mar 2017 23:37:49 +0100

On 03/03/2017 07.13, Jasmine wrote:
> Buongiorno,
>
> sappiamo che la frequenza è l'inverso del periodo e che il periodo
> corrisponde all'intervallo temporale corrispondente alla lunghezza
> d'onda. Per quanto riguarda le onde cerebrali visto che si tratta di
> un fenomeno ondulatorio "irregolare" ha piu' senso parlare di periodo
> come distanza temporale "picco-picco".
>
> Perchè non si parla mai di velocità con cui in media si propaga
> un'onda cerebrale?

in realtà la velocità di trasmissione dell'impulso elettrico
in vari tipi di neuroni, ed in zone diverse del neurone, è
nota, e varia secondo tipo e zona.
In particolare l'assone dei neuroni più pesantemente
mielinizzati (come i motoneuroni piramidali) è il conduttore
più rapido, mentre alcuni neuroni internuciali quasi
amielinici sono più lenti, e in generale i dendriti (input)
sono più lenti dell'output, forse sempre perché meno
"isolati" da guaina.
Guarda ad es. in
https://en.wikipedia.org/wiki/Axon#Classification
(variazioni di 1-2 ordini di grandezza dalle fibre più lente
amieliniche, alle meglio isolate, ossia da un minimo di soli
0,5 m/s a un massimo di 120 m/s)


>
> Supponiamo di metterci in questa situazione puramente ipotetica:

SOTTOLINEIAMOLO ! :)

> abbiamo un'amplificatore posto subito sopra lo scalpo, il quale dopo
> aver amplificato di 10 milioni di volte (*)

che non basta di gran lunga. Imho non basta di per sé, ma
soprattutto non da solo. Bisogna prioritariamente aumentare
il guadagno del sistema, ossia migliorare massicciamente il
rapporto tra segnali e rumore di fondo em ambiente,
largamente dominante.

> un''onda ad esempio tetha
> (lo scalpo ha un effetto capacitivo quindi passa basso, e le onde
> theta sono quelle a frequenza piu' bassa) trasmette la sudetta onda ad
> un'antenna
>
> supponiamo di avere un'antenna ricevente a 10 metri di distanza
> dalla sorgente, dopo quanto tempo l'antenna ricevente riceverebbe
> l'onda trasmessa?

una volta "in aria", le debolissime onde trasmesse sono onde
em "normali" e viaggiano alla velocità della luce nell'aria

> con che velocità in media
> viaggiano le onde theta? velocità=lunghezzad'onda volte frequenza, il
> che rimanda alla questione di prima, come stimo la lunghezza d'onda
> "media" visto che un'onda cerebrale non si ripete mai uguale a se
> stessa?
>
> (*)
> ho ipotizzato un fattore di amplificazione di 10milioni
> di volte poichè si parla di onde che arrivano agli elettrodi corticali
> con qualche microvolt di ampiezza.(micro=10^-6)

cioè, hai immaginato che l'amplificazione semplicemente
moltiplicasse la differenza di potenziale sic et simpliciter.
Io non so come raccapezzarmi. Intanto non so stimare la
potenza emessa dalla sorgente, che non è ottimizzata per
trasmettere alcunché, e si tratta solo di un effetto
collaterale delle correnti.
Ad ogni modo il discorso imho andrebbe impostato su basi
energetiche (tenendo conto poi non solo della potenza
emessa) ma della distanza e della forma dell'antenna
ricevente per calcolare che frazione di energia raccogli.

C'era una formula (che non ricordo) per la potenza emessa da
un circuito oscillante, ma oltre alla frequenza mi pare
servisse conoscere l'intensità di corrente massima, che nel
caso del cervello non so stimare.

Però una cosa mi incuriosisce : in base a cosa hai
immaginato di poter ipotizzare di amplificare semplicemente
il potenziale rilevato in loco e vederlo tal quale da
lontano ? Sai qualcosa di sensori di campo elettrico statico
con simili caratteristiche ? Che punto dello spazio
prenderesti a riferimento come campo nullo ?
Per gli elettrodi è irrilevante, l'uno è il riferimento
dell'altro, ma lontano come ti regoleresti ?

>
> grazie, ciao, Jasmine
>


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Received on Fri Mar 03 2017 - 23:37:49 CET

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