Re: Problemone concettuale

From: <lino.zamboni_at_gmail.com>
Date: Tue, 11 Jul 2017 03:48:33 -0700 (PDT)

 Per S.Mario
 
> bisognerebbe intanto definire cosa sia linguaggio e cosa no,
> e in che misura forme orali e scritte siano "ibridizzabili"
> insieme.

I linguaggi formali di cui parlo sono molto ben definiti.


> Un linguaggio "statico" difficilmente potrebbe tenere il
> passo nella descrizione di alcunché di profondamente
> innovativo.

Sto parlando di modelli teorici gia' accreditati e stabili
(teoria cinetica dei gas , statica , cinematica e dinamica classiche etc..)
Il linguaggio "statico" (formalizzato) descrive tutto quello che c'e' da descrivere in questi ambiti .

> Nei gerghi costruiamo delle sorta di "macro" assegnando loro
> descrizioni più o meno ampie, su cui ci deve essere
> conoscenza pregressa : perché il linguaggio deve essere
> sintetico, non può fare a meno di queste shorthands, la
> nostra capacità mnemonica di parsing è limitata (anche per
> iscritto, ma specialmente per l'orale), mentre la capacità
> del meta-linguaggio mentale è molto più elastica.

metalinguaggio mentale ??? (capisco cosa vuoi intendere) ma non ti allarghi un po' troppo ??

> Cmq la costruzione di significati attorno a parole,
> esistenti o coniate ad hoc, è un processo lento che richiede
> un consolidamento notevole, prima che le parole stesse
> possano venire usate in modo comprensibile, e queste
> associazioni biunivoche devono essere perfettamente oliate
> per poter usare le keywords come simboli di oggetti anche
> molto complessi a velocità normale di dialogo. Se si
> raggiunge questo punto di condivisione della base
> linguistica, si può parlare di qualsiasi cosa. Ma di sicuro
> non lo si può dare per scontato. La divulgazione pare si sia
> orientata verso il "far finta che esista di per sé", e
> difatti molto spesso si impara poco o niente. Invece quando,
> per qualche ragione, sussiste, il messaggio passa integro.

etc..etc ..
Ma ! sinceramente quanto dici mi appare seppur suggestivo e stuzzicante

un po' generico perché affronta argomenti diversi che mescola in varia maniera passando anche da un livello ad un altro .Anche se su diverse cose prese a se stanti potrei anche essere d' accordo , intendevo qualcosa di diverso .

> Insomma, è sempre
> attualissimo l'aneddoto (vero o apocrifo) di come rispose
> Einstein al giornalista che sosteneva che chi avesse davvero
> capito la "relatività" dovesse essere in grado di spiegarla
> a parole a sua nonna. E Einstein (forse) rispose con una
> metafora simile a : "Allora lei provi a spiegare a sua nonna
> come si prepara il caffé, ma senza disporre dei concetti di
> acqua, fuoco, caffettiera, etc".

Basta prima spiegare tranquillamente alla nonna i concetti di acqua, fuoco etc..

Per farla breve :


Mi aspettavo un perché la fisica classica si puo' spiegare agevolmente esistendo una versione non formale della parte formale perfettamente in grado di "interpretare" quest' ultima ; mentre nella fisica quantistica questo non succede .Se vuoi si puo' partire dal famoso motto in auge ai tempi della scuola di Copenaghen :"zitto e calcola" a chi cercava il significato di quello che calcolava .

Ciao
Lino
Received on Tue Jul 11 2017 - 12:48:33 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Sun Nov 24 2024 - 05:10:01 CET