Re: Multi Post : dimensionare una resistenza elettrica riscaldante ad immersione in DC a tensione variabile
Il giorno domenica 30 luglio 2017 20:35:02 UTC+2, Soviet_Mario ha scritto:
> Ma non
> capisco che differenza potrebbe esserci (dal loro punto di
> vista), né SE CI SIA, cortocircuitandoli esternamente su un
> filo o la nostra resistenza.
Cambia la potenza elettrica erogata dalla cella o dal pannello FV. Se riesci a cortocircuitare (che poi vuol dire collegare su un carico anche con R=0 ohm) la cella o il pannello con la resistenza ottimale che "ciuccia" il massimo della potenza elettrica sei a cavallo. Quando colleghi fra loro i fili ai capi della cella porti la cella a lavorare in un punto in cui eroga tensione pari quasi a 0V. Questo vuol dire far erogare una potenza elettrica irrisoria.
> * Qualcuno ha idea come si possa dimensionare (e se si
> trova) una resistenza adatta a lavorare in DC, a tensione
> FORSE variabile, in modo che cmq riesca a succhiare ogni
> briciola di energia prodotta e a immetterla nel serbatoio
> acqua ?
Quello che è problematico è il dimensionamento di una resistenza che renda accettabile la potenza elettrica resa dalla cella.
NON E' POSSIBILE, CON UN GENERATORE DI POTENZA ELETTRICA VARIABILE, AVERE UN CARICO (avente R=cost) IN GRADO DI CIUCCIARE SEMPRE LA MASSIMA POTENZA POSSIBILE DAL GENERATORE.
Hai bisogno di sofisticati circuiti elettronici che, con continui tentavivi (sono in grado di modificare, diminuendo o maggiorando, la resistenza di carico) valutano se nello specifico istante di tempo t la resistenza di carico ottimale (quella che "ciuccia" maggior potenza elettrica) ha un valore idoneo o no. In caso negativo agiscono di conseguenza, variando la resistenza di carico.
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Received on Thu Aug 03 2017 - 18:55:50 CEST
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