Il 01/10/2017 17:09, robertofilippi63_at_gmail.com ha scritto:
> È noto che la relatività della simultaneità è uno dei concetti portati da Einstein della relatività speciale.
>
> Ma questo concetto che viene posto come specifico della relatività è anche della fisica classica. Infatti il solito argomento in cui due lampi vengono fatti esplodere da due punti a uguale distanza da un osservatore a terra a cui arrivano nello stesso istante e quindi simultanei rispetto ad esso e all'osservatore su di un treno invece arrivano in istanti diversi non fa riferimento a nient'altro che al fatto che la luce non abbia velocità infinita. Stante il fatto che la velocità è finita avremo tempi diversi sia in teoria classica che in relatività.
> Vorrei una conferma.
Non ti do una conferma ma una smentita totale: ti stai sbagliando.
Alcune introduzioni alla relatività speciale (per es. il secondo volume
'fisica 2' di halliday resnick krane) sembrano suggerire che l'essenza e
i `paradossi' della relatività siano dovuti al fatto che i segnali si
propagano con velocità finita e quindi un osservatore percepisce (con i
suoi propri occhi o orecchi) in tempi diversi eventi che sono 'in
realtà' simultanei (perché il segnale impiega tempi diversi), ecc.
Questo fatto *NON* è la relatività speciale! Il famoso testo di Taylor e
Wheeler spiega molto bene questo punto. Quello che un osservatore
'osserva' non è affatto quello che vede coi propri occhi.
Paradossalmente la contrazione delle lunghezze non sarebbe percepita
(dagli occhi o una macchina fotografica) come una contrazione (per es.:
effetto Terrell).
Per evitare confusioni è meglio pensare che le misure di tempo e spazio
siano effettuate da un reticolo di orologi, come mostrato in questa
immagine:
http://www.cabrillo.edu/~jmccullough/Applets/Flash/Modern%20Physics%20and%20Relativity/Images/TimeDilation.JPG
Ciao,
L.
Received on Tue Oct 03 2017 - 23:21:50 CEST