> Il colore viene percepito e rielaborato dal cervello.
Su questo non ci sono dubbi, pero' c'e' un passaggio fisico, nella
retina (v. dopo).
> Per me il colore fisico di una luce e' semplicemente una
> classificazione che diamo ai suoi fotoni in base alla loro
> energia.
> Un fotone con lunghezza d'onda 0.4 micron e' rosso, eccetera.
> Oppure si puo' adoperare la temperatura equivalente del corpo
> nero.
Veramente e' violetto...
> Con le immagini retinex si riescono a produrre delle immagini
> in cui il nostro cervello vede dei colori che in realta' non
> esistono nella composizione spettrale fisica.
Ricordo solo vagamente l'argomento: c'era un articolo su Sc. Am. anni
fa.
> Se ricordo bene le ricerche sulle immagini retinex furono
> eseguite da Ronchi, ma non ci giurerei, dovrei cercare i
> testi.
Puo' darsi che Ronchi se ne sia occupato, ma il primo autore e' Edwin
Land, l'inventore della Polaroid (l'articolo era suo).
Non vorrei che si esagerasse la funzione del cervello, a scapito di
tutto il resto. Non nego affatto (l'ho gia' scritto in un altro post)
che nella percezione dei colori esiste una componente a livello del
sistema nervoso centrale; pero' esiste anche una componente oggettiva,
di origine fondamentalmente fisica. Se non fosse cosi', sarebbe
difficile spiegare come mai riusciamo a essere sostanzialmente d'accordo
sui colori in tante situazioni della vita quotidiana.
Del resto, fabbricanti di pellicole fotografiche o di schermi per
cinescopi lavorano su basi fisiche, oggettive; altrimenti come farebbero
a realizzare cose che funzionano come previsto per (quasi) tutti gli
utilizzatori?
Il colore si puo' definire, in modo preciso, non solo per radiazioni
monocromatiche. Esiste una precisa teoria, basata sulla percezione
tricromatica, che permette di sapere che colore verra' percepito una
volta assegnata la composizione spettrale della luce.
Gli esempi sono ovvi e ben noti: il giallo che vedo sullo schermo del
mio PC non e' affatto luce gialla, nel senso di una determinata l.
d'onda. E' invece la combinazione di due radiazioni (emesse in questo
caso da due punti distinti dello schermo, e che io vedo fuse insieme
solo perche' non guardo troppo da vicino).
Viste separatamente, le due radiazioni mi danno sensazione verde e
rossa, ma a loro volta non sono affatto monocromatiche (i fosfori del
cinescopio non sono ideali...) e una conseguenza di questo e' che i
colori sullo schermo non sono mai "puri".
Per Valter: a tutta la teoria tricromatica dei colori si puo' dare una
forma matematica precisa, in termini di funzionali lineari e di cono
convesso... In questo senso il colore come grandezza fisica esiste e
come!
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Elio Fabri
Dip. di Fisica
Universita' di Pisa
Received on Sun Jun 14 1998 - 00:00:00 CEST
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