Re: Principio di equivalenza: enunciato incompleto?
doctor.subtilis_at_libero.it ha scritto:
> Qui in senso operativo (alla Bridgman insomma) non v'e' nessuna
> distinzione, nessuna. Se dici che sostenere che "il tempo rallenta" e'
> un'"interpretazione difficile da spiegare esattamente e (secondo te)
> insostenibile", questo equivale a dire che "secondo te" e' bene non
> dire che il tempo rallenta, come infatti hai espressamente detto. Le
> due affermazioni risultano equivalenti.
Primo: qui Bridgman c'entra come il classico cavolo a merenda.
Da un puro punto di vista operativo non potresti andare oltre
l'affermazione su cui concordiamo: "in quel certo esperimento il
confronto fra due orologi, fatto in un certo modo, mostra una
discordanza".
Inoltre l'operzionismo di Bridgman � assai datato, e non credo esista
oggi un epistemologo che lo sostenga. Ma questo ci porta fuori tema.
Secondo: di nuovo mostri di non afferrare certe sottigliezze :-) La
differenza tra dire "il tempo non rallenta" (cosa che io non ho mai
detto e tu mi avevi attribuito) e dire "� bene non dire che il tempo
rallenta", cosa che faccio mia.
Su questo si torna pi� oltre, il che mi fa pensare che la discussione
sia inutile. Quindi credo che non la protrarr� oltre questa replica.
> Non e' comune trovare in un testo anche specifico di relativita'
> l'affermazione che il tempo non rallenta (mentre l'affermazione
> contraria la trovi ovunque fino alla nausea).
La prima affermazione la troverai difficilmente, in quanto � priva di
senso allo stesso livello dell'opposta: "il tempo rallenta".
Il fatto che non ti riesca di capire qual � il punto in discussione,
spiega eprch� ho scritto sopra che la discussione mi sembra inutile.
Per l'ultima volta: per la RG non ha senso n� dire che il tempo non
rallenta, n� che rallenta, semplicemente perch� non ha senso parlare
*del* tempo.
Non esiste *il* tempo. Come ho gi� tentato di spiegarti, esistono
(inifnite) scelte di uan coordinata temporale, che non ha
necessariamente significato fisico, e poi esiste la *metrica*, quindi
la *lunghezza* degli archi di curva oraria, che � il tempo proprio*.
Queste lunghezze possono essere benissimo diverse anche tra archi che
uniscono gli stessi punti dello spazio-tempo. E incidentalmente, ci�
accade anche in uno spazio-tempo piatto.
Per inciso, sarebbe interessante sapere se accetti l'espressione,
anche questa assai diffusa: "un orologio in moto rallenta".
La mia opinione te la dico subito: � un altro errore grossolano, fonte
di moltissime incomprensioni nell'ambito della RR.
E come sai, viene spesso riassunta nella famigerata "dilatazione del
tempo": altra espressione che secondo me andrebbe bandita.
> L'hai detto e ripetuto. Ma qui stiamo parlando di casi piuttosto
> semplici (l'orologio a valle, l'orologio in montagna, la segretaria al
> pianoterra o in cime al grattacielo etc.), per cui lascerei stare le
> stelle di neutroni (dove peraltro, come tui stesso dici, "questa
> approssimazione non e' valida").
La tua logica mi sfugge completamente.
Secondo me (e secondo chiunque conosca la RG) la teoria generale �
quella che ho accennato sopra, e che permette di descrivere e predire
i pi� diversi effetti, anche in condizioni estreme con le stelle di
neutroni di cui ho detto.
Poi ci sono casi limite (campo debole, picccole velocit�) in cui la
teoria pu� essere approssimata e ridotta in termini pi� semplici,
apunto usando il "potenziale gravitazionale", che nella teoria
generale non � neppure definibile.
Invece tu sembri rifiutare di considerare i casi che escono da questo
ambito ristretto (perch� nn sapresti come trattarli nella tua visione
semplicistica). Ti restringi ai soli casi "semplici" e dici che il
resto non esiste, anche se ci sono schiaccianti prove sperimentali che
esistono e che la RG li spiega perfettamente.
E ci� che � peggio, spec. da un punto di vista didattico, cos� facendo
tagli fuori quella che � proprio la rivoluzione epistemologica delle
RG: appunto la non esistenza del "tempo" preso in s�.
> Moltissimi altri autori dicono invece che l'orologio rallenta, e con
> esso il tempo rallenta etc. Si tratta di vedere cosa vogliono dire
> questi "dati".
A proposito di questo: non ho fatto la ricerca bibliografica che ni
chiedevi, perch� non ho in casa libri recenti e non ho intenzione di
passare una giornata in biblioteca solo per farti piacere.
Tra i libri che ho in casa, ce n'� uno che di sicuro non dir� mai
quello che vorresti: mi riferisco a "Gravitation" (1972). Quello del
tempo che rallenta o no � semplicemente fuori del suo orizzonte
filosofico.
Ne ho un altro, che sembra darti ragione: � Rindler, "Essential
Relativity", seconda edizione del 1977.
Come vedi ha 35 anni, e parla di "gravitational time dilation"; il che
� quanto meno sospetto, dal mio punto di vista...
Esiste una terza edizione, ma non la conosco.
Comunque entrambi questi libri non sono solo formule, anzi. Quindi
sono adatti a cercare come viene trattata la nostra questione.
Altri testi che mi � capitato di leggere o consultare, non li ho cos�
presenti da poter dire se discutono il problema e da che punto di
vista. Penso per es. a Weinberg, a Wald, a Ruffini-Ohanian.
Potresti dirmelo tu, che parli di "moltissimi altri autori"...
Ma lascia perdere la divulgazione, di Regge o di altri.
--
Elio Fabri
Received on Fri Dec 14 2012 - 20:36:22 CET
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