Re: Rich. pareri su libro "La relatività e la falsa cosmologia" di Marco De Paoli

From: Soviet_Mario <Soviet_at_MIR.CCCP>
Date: Mon, 29 Mar 2010 13:35:20 +0200

Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> Il 25/03/2010 11:19, mdp ha scritto:
>
>> E' indubbio. Kuhn,che esalta le rivoluzioni scientifiche di contro
>> alla "scienza normale", sottovaluta un po' il fatto che � "la scienza
>> normale" a preparare il terreno per decenni e a volte per secoli alla
>> "rivoluzione".
>
> Questo e' uno dei fraintendimenti piu' comuni di Kuhn; ma e' colpa di
> chi fraintende, non dell'autore. Kuhn non esalta affatto le rivoluzioni
> versus la scienza normale; scrive chiaro e tondo che e' la fase
> paradigmatica ad essere scienza, che e' in essa che si compiono i
> progressi principali, e che le fasi rivoluzionarie sono ritorni parziali
> ad una fase pre-scientifica, da superare il piu' in fretta possibile.
> Semmai il suo problema e' che non capisce - e con onesta' intellettuale
> lo riconosce, anzi e' il primo a farlo notare - come possano nascere
> rivoluzionari da scienziati formatisi in ambito "normale". Questo,
> secondo me, nasce dal fatto, gia' sostenuto da Toulmin, che la
> distinzione che K. fa tra le due fasi e' sopravvalutata, e che la
> scienza normale in realta' e' piena di "microrivoluzioni" (concetto
> peraltro non assente nemmeno in Kuhn).
>
>> La "filosofia spontanea" dello scienziato � spesso
>> insufficiente come la scienza del filosofo.
>
> La filosofia spontanea degli scienziati si e' dimostrata quasi sempre
> piu' che sufficiente per il progresso della scienza, mentre le
> elucubrazioni esterne dei filosofi raramente hanno avuto un influenza
> piu' che nominale (mi viene da pensare a F. Bacone).

su questa seconda parte credo di dissentire. I filosofi
inventano spesso problemi "etici" ad hoc che alla fine
mettono dei grossi paletti alla scienza che essa non pu�
rimuovere, poich� non sono problemi reali, ma argomenti
irrazionali che per� fan presa sulla pancia dei
contribuenti, e che i politici brandiscono volentieri come
clave, fumosamente adatte ad essere adattate alla bisogna.

Ad es. VOI tutti, scienziati, in italia, lavorate meno bene,
meno autonomamente, di quanto non potreste fare se il
filosofo B. Croce non vi avesse fatto terra bruciata
attorno, imponendo a priori che foste dei paria di secondo
rango del vero sapere, in una scala inventata da lui (e per
fortuna adottata solo in italianistan e in vaticanistan :-))
Penso ad es. al ritardo enorme sviluppato nella ricerca
sulle staminali, rispetto al resto del mondo occidentale,
quando paradossalmente avremmo avuto fior di scienziati di
punta (che finiscono a lavorare altrove)

Se questa non � influenza concreta di concetti immateriali,
allora non so cosa lo sia.
Ma forse tu indendevi una cosa diversa, ossia indicazioni
pratiche per migliorare la vita ... allora forse concordo
(gli ultimi filosofi che ci hanno provato e che ricordi, non
della scienza, forse furono Freud e Marx, il primo ormai
superato almeno in parte, il secondo ancora da raggiungere
... e guarda caso non furono neppure filosofi in senso
stretto). Gli altri se la suonano e se la cantano. Se solo
lo facessero "privatamente" non sarebbe nemmeno male. Ma poi
te li trovi a fare para-politica, e allora si che sono
volatili senza zucchero.
Ciao
Soviet



>
>> Qualche volta pu� succedere. Come l'autore di un romanzo pu� non
>> essere il miglior giudice di se stesso e pu� non vedere nella sua
>> opera cose importanti che altri giustamente vi vedono, cos� pu�
>> accadere anche in altri campi.
>
> Bisogna pero' che chi viene dall'esterno conosca bene cio' che e' fatto
> all'interno, altrimenti parla a vuoto, come un critico letterario che
> volesse ribaltare l'opinione corrente su Tolstoj leggendolo sui
> riassunti del Reader's Digest. Purtroppo non e' sempre stato il caso con
> i filosofi, e, come si e' dimostrato ampiamente in questa discussione,
> non e' certo il caso con te.
Received on Mon Mar 29 2010 - 13:35:20 CEST

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