Elio Fabri ha scritto:
> Debbo fare un'aggiunta, perche' ho dimenticato un punto importante.
> Mi riferisco alla precessione.
[cut]
Questo argomento mi pare si possa aggiungere alla lista (abbastanza
numerosa) delle semplificazioni e "spiegazioni naturali" introdotte dal
modello copernicano, tra cui:
- l'evidenza che, ogni due anni, all'opposizione Marte risultasse molto
pi� brillante che in altri periodi;
- la spiegazione naturale, a livello qualitativo, delle fasi di moto
retrogrado dei pianeti, senza bisogno d'introdurre gli epicicli;
- la limitata elongazione massima dal Sole dei pianeti interni (Venere e
Mercurio);
- la migliore spiegazione del moto lunare, che nel modello di tolomeo
richiedeva un epiciclo di raggio grande relativamente al deferente, senza
che per� fosse possibile osservare una variazione apprezzabile del
diametro lunare;
su quest'ultimo punto Tolomeo nel suo "Ipotesi sugli astri erranti"
scrive:
"Insomma, prendendo come unit� il raggio della superficie sferica della
terra e dell'acqua, il raggio della superficie sferica che circonda l'aria
e il fuoco [cio� la superficie inferiore del guscio lunare] � 33, il
raggio della sfera [superiore] della Luna � 64, il raggio della sfera di
Mercurio 166, il raggio della sfera di Venere 1079, il raggio della sfera
del Sole 1260, il raggio della sfera di Marte 8820, il raggio della sfera
di Giove 14187, il raggio della sfera di Saturno 19865 [questo � il raggio
inferiore della sfera delle stelle fisse]. Se per� c'� spazio o un vuoto
tra le sfere, allora � chiaro che le distanze non possono comunque essere
inferiori a quelle che abbiamo dato".
E Copernico, sempre in tema di distanze relative, scrive nella prefazione
al "De Revolutionibus...":
"Sebbene l'idea mi sembrasse assurda, poich� sapevo che ad altri prima di
me era stata data la libert� di immaginare una cosa del genere ..., pensai
che anche a me sarebbe concesso di ricercare se, assunto per ipotesi un
certo moto della Terra, fosse possibile trovare dimostrazioni della
rivoluzione delle sfere celesti pi� sicure delle loro [cio� di quelle
tolemaiche]. Assunti quindi i moti che nell'opera io attribuisco alla
Terra, ..., non solo tutti i fenomeni trovano conferma, ma anche l'ordine
e la magnificenza di tutte le stelle (compreso i pianeti) e le sfere e il
cielo stesso risulta cos� collegato che in nessuna sua parte non si pu�
spostare nulla senza generare confusione delle parti e del tutto".
In conclusione la mia opinione � che l'insieme delle spiegazioni
scientifiche di fenomeni prima inspiegati e avulsi da considerazioni
fisiche, all'interno di un modello unico e organico, che riproduceva bene
l'insieme dei moti celesti e delle evidenze osservative accumulate, �
sufficiente a fare del lavoro di Copernico l'inizio di una "Rivoluzione".
E il mutamento di prospettiva fisica, a cui poi si appoggiarono Keplero e
Galileo, venne infatti riconosciuto da subito come eccezionale
(rivoluzionario?);
Galileo:
"Non posso trovar termine all'ammirazione mia come abbia possuto in
Aristarco e nel Copernico far la ragione tanta violenza al senso, che
contro a questo si sia fatta padrona del loro credere".
Senza contare che con la scoperta del telescopio la falsificazione del
modello tolemaico approda a nuovi lidi fisici, ben al di l� dell'alveo
della descrizione cinematica dei moti planetari;
Galileo:
Simplicio:
"Ma da che argumentate voi che non la Terra, ma il Sole, sia nel centro
delle conversioni de' pianeti?
Salviati:
"Concludesi da evidentissime, e perci� necessariamente concludenti,
osservazioni: delle quali le pi� palpabili, per escluder la Terra da cotal
centro e collocarvi il Sole, sono il ritrovarsi tutti i pianeti ora pi�
vicini ed ora pi� lontani dalla Terra, con differenze tanto grandi,che,
verbigrazia, Venere lontanissima si trova sei volte pi� remota da noi che
quando ell'� vicinissima, e Marte si inalza quasi otto volte pi� in uno
che nell'altro stato [...] questo avvicinamento ed allontanamento importa
tanto,che Marte vicino si vede ben 60 volte maggioreche quando �
lontanissimo [...] e ella [Venere] si mostri in un tempo quasi 40 volte
maggiore che in altro tempo [--]Vedete intanto se Aristotele s'ingann�
diqualche poco in credere che e' fussero sempre egualmente remoti da noi"
...
> in conclusione, e' copernico stesso a spiegare come i due (anzi, i
> tre) sistemi sono equivalenti dal punto di vista matematico e fisico.
> in astratto, ovviamente, perche' nei dettagli i due sistemi si possono
> implementare diversamente, ed e' stato fatto.
Non vedo in base a cosa Odifreddi ricavi l'equivalenza matematica, tra il
sistema geocentrico di Tolomeo e quello di Brahe, il quale tra l'altro
contestava il sistema tolemaico; seguendo il ragionamento esposto da
Odifreddi, semmai tale equivalenza (sul piano puramente cinematico) vale
unicamente tra il sistema geocentrico di Tycho e quello eliocentrico di
Copernico.
Per quanto riguarda l'equivalenza fisica dei due sistemi mi pare invece
che essa non sia seriamente sostenibile, n� in riferimento ai tempi di
Copernico (in base alle motivazioni accennate sopra) n�, tanto meno, in
riferimento agli sviluppi successivi (la Rivoluzione Copernicana infatti
inizia con Copernico, ma prosegue ben oltre il lavoro dell'astronomo
polacco), che arrivano sino a Newton, passando per Keplero.
Le tre leggi di Keplero sono infatti, e non certo a caso, schiettamente
eliocentriche e fu attraverso la terza di esse che Newton riusc� a
ricavare l'equazione della forza di gravitazione universale; tali
svuiluppi, all'interno di una prospettiva geocentrica, sarebbero stati
semplicemente impossibili.
Infine, al di l� di tutte le implicazioni strettamente filosofiche e
religiose, affermare che � la Terra a muoversi e non il Sole (sebbene oggi
si sia ben consci della realt� della relativit� dei moti) ha delle precise
implicazioni fisiche sulla struttura del sistema del Mondo; ad esempio il
moto dellae sfera delle stelle fisse risulta come una semplice apparenza
del moto rotatorio della Terra e non come un'evidenza che ha bisogno di
una struttura fisicxa sottostante per essere spiegata.
..
> cio' detto, dire che il sistema copernicano e' piu' "semplice" di
> quello tolemaico, o che costituisce un cambiamento di paradigma, si
> puo' soltanto se si cambiano le carte in tavola: uno descrive il moto
> dei pianeti attorno alla terra, l'altro attorno al sole, e sono cose
> diverse. ma quando si tratta di tornare al moto dei pianeti attorno
> alla terra, come si deve per le applicazioni, il sistema copernicano
> non basta: bisogna proiettarlo sulla terra, e si ritrova esattamente
> il sistema tolemaico. anzi, si capisce com'e' fatto: i deferenti (dei
> pianeti esterni) sono le loro orbite attorno al sole, e gli epicicli
> sono la proiezione su di essi dell'orbita della terra attorno al sole.
A me non pare affatto che il calcolo delle effemeridi nell'astronomia
moderna, da Newton sino a oggi, si appoggi sul modello di Tolomeo.
Affermare che il moto dei pianeti, visto da Terra, appare geocentrico mi
sembra un'affermazione ovvia, ma ininfluente rispetto al nucleo della
discussione sui meriti "rivoluzionari" del copernicanesimo.
...
> e comunque, anche newton ha dovuto usare epicicli nella descrizione
> del moto della luna, alla faccia del passaggio dal sistema tolematico
> a quello copernicano. in realta', e' stato schiapparelli, se ben
> ricordo, a far notare che i deferenti corrispondono a UN termine di
> una serie di fourier, deferenti piu' epicicli (o ellissi) a DUE
> termini, e che aggiungere epicicli significa semplicemente considerare
> PIU' termini. conclusione: gli epicicli si usano regolarmente anche
> oggi, solo che si chiamano termini delle serie di fourier.
Che sia possibile trovare nelle espressioni analitiche dell'odierna
meccanica celeste, basate sulla dinamica di Newton (e non solo), un'eco
(rozzamente approssimativa) di un'antica modellizzazione (puramente
cinematica) non mi sembra sorprendente, n� particolarmente significativo.
Il punto fondamentale da comprendere, a mio parere, � che senza la
dinamica, con la piena considerazione dei termini perturbativi dovuti alle
interazioni planetarie, non si va da nessuna parte nell'ambito della
descrizione di precisione dei moti planetari ed � per questo che nessun
astronomo, al giorno d'oggi, si sognerebbe mai di resuscitare gli epicicli
dal punto di vista pratico.
> questo intendevo quando dicevo che la fisica non e' cambiata in
> maniera rivoluzionaria, nel passaggio da tolomeo a copernico a keplero
> a newton. semplicemente, si e' trattato non di rivoluzioni, ma di
> successive approssimazioni. come dimostra il fatto che il sistema
> tolemaico faceva ottime previsioni, alla faccia di tutti i discorsi.
A mio parere c'� una cesura netta tra le considerazioni analitiche di O. e
la sua conclusione finale, da cui, come si sar� capito, dissento
radicalmente; mi sembra proprio che la sua conclusione non segua
logicamente dalle sue premesse.
Saluti,
Aleph
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Received on Tue Mar 30 2010 - 16:22:19 CEST