Federico ha scritto:
> vorrei discutere con voi su una cosa che mi affascina molto.
Per una volta accolgo la richiesta, anche se l'argomento e' davvero
lontano dalla fisica, come cerchero' di spiegare.
Premessa: ovviamente non so niente di te. Ti dico francamente che se
sei un ragazzo (liceale, ad es.) trovo utile parlare e aiutarti a
chiarirti alcune idee.
Se invece sei una persona matura, per la mia esperienza temo che lo
scambio d'idee sara' di poca utilita': da un certo punto in poi certe
idee non si cambiano piu'...
> Parto osservando il nostro corpo come un agglomerato di atomi.
> Al momento della morte inizier� la decomposizione e questo agglomerato
> inizier� via via a sfaldarsi. Gli atomi formeranno nuovi legami,
> dapprima con la materia subito vicino al corpo in decomposizione,
> l'atomo stesso si disfer� e i suoi componenti andranno a formare nuovi
> atomi che a loro volta si combineranno e cos� proseguendo per tutto il
> corpo.
Non e' importante per il seguito, ma a parte casi assai eccezionali
puoi considerare gli atomi come assolutamente stabili. Potranno solo
cambiare, come dici, i legami dei diversi atomi tra loro (reazioni
chimiche).
> Un poco alla volta tutta la materia di cui siamo composti avr� preso
> nuova forma e si sar� diffusa per tutta la terra, dopo un'infinit� di
> trasformazioni, passaggi, spostamenti ecc...
OK
> L'energia che permetteva all'atomo di non sfaldarsi e agli atomi poi
> di stare attaccati sar� stat� liberata.
> Questa energia liberata verr� a sua volta reimbrigliata in nuovi
> atomi, in nuovi legami. Penso alle trasformazioni chimiche insomma.
> Dopo molto tempo l'energia che ha composto la materia del nostro corpo
> sar� stata diffusa ovunque sulla terra.
Qui comincia a manifestarsi nel tuo discorso un filone d'idee che ti
porta assai lontano dalla fisica, almeno come la concepiamo oggi.
Filone che sviluppi nel seguito: in sostanza tu tendi a trattare
l'energia come qualcosa a se' stante, come una "sostanza".
Per i fisici invece l'energia e' una *grandezza fisica*, che puo'
avere valori determinati per ciascun corpo, puo' aumentare o
diminuire, anche se in totale si conserva sempre, per cui se un corpo
perde energia un altro ne guadagna.
Ma cio' non siginfica che ci sia _qualcosa_ che "passa" da un corpo
all'altro.
> Il centro del nostro essere, inteso come coscienza, si trova nel
> cervello, usando un approccio pragmatico, siamo "solo" una macchina.
> I componenti fondamentali di questa macchina (atomi) dopo la morte si
> sfaldano e, come scritto prima, si troveranno ad essere parte di
> qualcosa d'altro.
Anche se non molto importante, ti faccio notare che in realta' la
morte comincia con qualcosa di piu' ad alto livello della
scomposizione in atomi di cui parli.
Gia' la cessazione del metabolismo delle cellule e' morte;
l'interruzione del funzionamento delle fibre nervose e delle sinapsi
e' morte, anche se a livello degli atomi non e' ancora successo
molto.
> Se, dopo un tempo lunghissimo e infinite trasformazioni, l'energia che
> componeva la coscienza nel cervello di una persona (i neuroni, se si
> tratta di questo, in cui si trova la coscienza, per quanto elevato sia
> questo numero; intendo l'energia dei legami atomici e degli atomi
> stessi componenti queste cellule), che sar� stata trasmessa, di
> trasformazione in trasformazione, ma non sar� mai svanita nel nulla,
> si ritrova concentrata in una certa proporzione all'interno di un
> nuovo individuo/essere/oggetto/corpo, magari sempre nel cervello,
> composto in gran parte di materia "nuova" e da una piccola parte della
> materia formata con l'energia di un unico essere originale, �
> possibile parlare di reincarnazione?
Ecco il "punctum dolens" del tuo ragionamento: ora l'energia, che gia'
avevi visto come sostanza, finisce per identificarsi con "coscienza",
e forse con qualcosa come "spirito".
Nella visione scientifica di oggi (non solo dei fisici, ma certo anche
dei biologi) non c'e' niente del genere.
> Le probabilit� che possa accadere sono esigue, ma, lasciando stare la
> coscienza, � possibile che una parte dell'individuo originale (la sua
> energia componente) si trovi concentrata in un nuovo individuo?
> Ogni essere conterrebbe dentro se una traccia o un legame col passato,
> magari un legame con una specie di essere primordiale che si � diffuso
> in tutti.
> La concentrazione di tale essere originale nel nuovo essere potrebbe
> divenire abbastanza elevata da produrre qualche effetto.
Anche qui, sei partito da un fatto ovvio: che gli atomi che
componevano il mio corpo si disperderanno e andranno a far parte,
chissa' dove e quando, di altri corpi.
Ma da qui, con un volo certo non scientifico, provi a congetturare che
questa comunanza di atomi porti con se' qualcosa di piu': tu dici un
"legame"...
Tra l'altro, dovresti anche pensare che e' sbagliata la visione
_statica_ di un corpo vivente: gli atomi che costituiscono il mio corpo
oggi sono in buona parte (non so quanto, in realta') diversi da quelli
che lo costituivano ieri.
Chiaro che questo apre la strada a una domanda: ma se gli atomi non
sono gli stessi, da che dipende il fatto che io sono sempre io? Dove
ha sede la mia identita'?
Domanda difficile... Ma direi, buttando li' un abbozzo di risposta,
che l'identita' risiede nella struttura, nell'organizzazione, che
possono restare (circa) invariate anche se gli atomi cambiano.
Nota che ho messo un "circa", perche' in realta' quanto posso dire che
io oggi sono _lo stesso_ di ieri? O di un anno fa? O di 50 anni fa?
> Ma durante una reazione chimica o fisica, l'energia coinvolta contiene
> qualche informazione originale, una traccia del suo "percorso" o si
> tratta di un qualcosa di puro, in cui non � possibile risalire a stati
> passati, e quindi la parte di materia vecchia, concentrata e presente
> nella nuova materia seguendo quello scritto prima, sarebbe a tutti gli
> effetti nuova, non contenendo nulla di significativo che possa in
> qualche modo distinguerla e permettere cos� la ricostruzione del suo
> percorso passato?
Ora non solo consideri l'energia come una sostanza, ma ipotizzi che si
possa portar dietro una qualche "informazione" della sua vita
preesistente.
E' ovvio che in una tale concezione anche se la chiami energia in
realta' stai usando una concezione _dualistica_, che ha un'antica
storia nel pensiero specialmente occidentale.
"Materia" e "spirito", "res extensa" e "res cogitans" ... quanti
filosofi hanno trattato la questione?
Ma appunto, stai facendo della filosofia, e filosofia di una certa
specie.
Tienine conto, e se vuoi pensare a queste cose usa i concetti e i
termini appropriati.
Confondere, come di fatto fai, "spirito" ed "energia" non aiuta.
Spero di esserti stato di qualche utilita'.
--
Elio Fabri
Received on Tue Mar 30 2010 - 21:30:12 CEST