Re: Rich. pareri su libro "La relatività e la falsa cosmologia" di Marco De Paoli

From: mdp <marcodepaoli_at_yahoo.it>
Date: Tue, 23 Mar 2010 10:12:56 -0700 (PDT)

Per Valter Moretti:
Non � un buon modo di polemizzare contro un testo quello di
stralciarne un paio di brani isolati al fine di mostrarne
l'inconsistenza. Occorrerebbe cercare di capire il senso globale del
lavoro, in modo che il particolare sia non avulso ma inserito nel
complesso. Poi, ma solo poi, si dovrebbe scendere analiticamente al
particolare. Anche ammesso che si trovi un errore, questo ancora non
equivale a buttar via tutto il lavoro.
Detto questo, vengo al punto 1. Non so bene a cosa ti riferisci,
perch� continui a dire che la cosa non va senza dire perch�. Non posso
se non rimandare al mio libro, nonch� al mio studio su "Theoria
Motus" (Ed. Angeli) dove con riferimento in particolare alla caduta
dei gravi e alle maree si analizza un "moto assoluto" (il lavoro fu a
suo tempo accettato per la pubblicazione su una rivista specializzata
come "Il Giornale di Fisica"). Mi duole non poter dire di pi�, ma
l'obiezione non mi � chiara e comunque non posso qui riscrivere tutte
le mie tesi.
Sul punto 2. Ritenere che il "rallentamento" degli orologi (ovunque
esso possa apparire, in fisica relativistica o meno) indichi un reale
rallentamento del tempo � proprio dovuto a quella erronea
identificazione fra il tempo e la misura del tempo cui accennavo. Se
qui v'� ingenuit�, essa � dovuta proprio a questa identificazione: se
il tempo � ridotto alla misura del tempo, allora in effetti il
rallentamento degli orologi indicher� automaticamente e immediatamente
e necessariamente un rallentamento del tempo, ma non � cos�. Nel libro
(ed. 2008 pp. 240-243) ho cercato di mostrare questo anche con
riferimento ai tempi biologici scanditi dal battito cardiaco
(ultimamente ho anche sottoposto a un biologo la questione e ne ho
avuto ulteriori dati per varie specie viventi).
Infine, brevi considerazioni. La mia "arroganza" � probabilmente solo
il frutto di una reazione dovuta a pessime esperienze per via
dell'arroganza altrui (in particolare, devo purtroppo dire, da parte
di persone di formazione scientifica). Per il resto, ho solo detto che
se alcuni fisici qui intervenuti ritengono nullo il valore del mio
libro, altri (pur magari muovendomi critiche) non sembrano pensarla
cos�. Ma, davvero, io che critico autorit� acclamate non mi appellerei
mai e poi mai (e l'ho gi� detto) a un principio di autorit� (se anche
vi fosse) per dirimere una questione.
Per Enrico (e per Cocciaro):
Naturalmente quando dico che la misura del tempo richiede le
coordinate mi riferisco non a un osservatore isolato (e nemmeno a due
o pi� osservatori fianco a fianco) bens� a relazioni fra osservatori a
distanze apprezzabili.
Per "tempo reale" intendo semplicemente con definizione in negativo il
tempo non misurato e non misurabile, che occorre presupporre (con
definizione in positivo potrei dire che intendo il tempo assoluto). La
distinzione fra tempo misurato e tempo reale � necessaria (anche se in
meccanica quantistica si ottiene un alto grado di predicibilit� in
base al tempo misurato). La scienza non tratta solo di cose
misurabili, ma assume anche assiomi e postulati (le tre Leges motus di
Newton con i postulati di spazio, tempo e moto assoluto nella
meccanica classica, i due postulati della teoria della relativit�
ristretta etc.).
Certo il determinismo risulta anche nella fisica classica (v. il
demone di Laplace), ma esso � deducibile anche in quella relativistica
financo con inversione temporale. Einstein riteneva �un'illusione� la
distinzione fra passato-presente-futuro. G�del � ed � solo un esempio
� in un noto articolo del '49 ha svolto le equazioni relativistiche
del campo mostrandone necessaria implicazione l'inversione temporale.
N� � in s� motivo di scandalo l'assunzione di una posizione
deterministica, ma sull'inversione temporale molti dubbi sono leciti.
Il viaggiatore vede la pietra cadere approssimativamente a parabola in
presenza di attrito. Nel brano citato Einstein (che nei suoi testi
divulgativi � assai pi� impreciso che non sugli Annalen der Physik)
dice che il viaggiatore vede la pietra cadere in linea retta
prescindendo dall'attrito, mentre l'osservatore a terra la vede a
parabola (Relativit�, Boringhieri, 1967, p. 50, cfr. Opere scelte
Boringhieri). Questo � un paralogismo, anche se l'ha detto Einstein:
se si considera l'attrito, entrambi vedono la pietra cadere
approssimativamente a parabola; se non lo si considera, entrambi la
vedono cadere approssimativamente in linea retta. Se invece, come fa
Einstein, si considera implicitamente l'aria per l'osservatore
terrestre e non la si considera per il viaggiatore, allora � possibile
dire che il primo vede la caduta a parabola e il secondo in linea
retta. Ma questo, per l'appunto, � un paralogismo.
Per Marco Fuics:
la velocit� di un fotone e la velocit� della sorgente emittente il
fotone sono differenti, e ritengo errato considerare solo la prima
prescindendo dalla seconda. Mi rendo conto che questa � una bestemmia
per la fisica relativistica. Ho cercato di chiarire, meglio che mi sia
possibile, la cosa a pp. 31-33. Per la fisica classica non si pu� dire
che c+a=c (con a velocit� non nulla della sorgente). Certo, con
attinenza alla luce c rimane c e le due velocit� non si sommano perch�
il moto della sorgente non accelera il fotone, tuttavia se la sorgente
si avvicina il fotone impiega un tempo minore nel toccare il
ricevente. Un osservatore interno al sistema (in moto con a e dunque
in stato di quiete relativa rispetto ad a) pu� non avere modo di
rilevare la cosa e per lui effettivamente c+a=c. Ma un osservatore
esterno al sistema potrebbe effettuare la rilevazione e per lui (anche
se le due velocit� rimangono distinte) non sar� vero senza
precisazioni che c+a=c. Il fisico Guillaume (1917) mosse al riguardo
pertinenti obiezioni a Einstein (cfr. A. Genovesi, Il carteggio fra
Albert Einstein ed Edouard Guillaume, Ed. Angeli, anche se l'autore �
totalmente schierato con Einstein).
Mi scuso per il lungo intervento, dovuto alle molte obiezioni. Se ve
ne saranno altri, cercher� di essere breve.
Un saluto a tutti gli intervenuti
                                            Marco de Paoli
Received on Tue Mar 23 2010 - 18:12:56 CET

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