Re: Un fenomeno...

From: marcofuics <marcofuics_at_netscape.net>
Date: Thu, 4 Mar 2010 00:59:12 -0800 (PST)

On Mar 4, 1:25�am, "Tommaso Russo, Trieste" <tru..._at_tin.it> wrote:
> marcofuics ha scritto:
>
> > Per te la "casualita'" dei fenomeni <<a venire>> si deve ad una
> > incompleta conoscenza "del fenomeno in se'" oppure delle regole
> > (diciamo le relazioni di causa-effetto) che legano tra di loro gli
> > eventi?
>
> Non credo di aver capito la domanda.
>
> Prima di tutto: hai scritto casualita' pensando caUSalita'? (Non che mi
> chiarisca molto, ma mi sembra piu' appropriato).

No no, volevo proprio scrivere quello che ho scritto.
Secondo te cosa significa <<casuale>>? Che cosa comporta e da cosa si
origina questa <<casualita'>>


> Secondo: cosa diavolo vuol dire "incompleta conoscenza"? O meglio, cosa
> dovrebbe essere una conoscenza *completa*?

Non so ma e' come se percepissi una sorta di acidita' nelle tue
parole, mah....
Comunque... vado oltre
Perche' questo mi fa capire che non siamo assolutamente sul cosa sia
un fenomeno.



> L'accezione comune per "evento" e' "qualcosa che accade".

Intendevo comune ai fisici.... evento.

> Lo
> spiaccicarsi per terra di una goccia di pioggia. Lo spiaccicarsi per
> terra di mio cognato caduto dal 20� piano. Lo scoccare di un fulmine.
> L'esplosione di un petardo. L'esplosione di una supernova.

No no, non mi piace molto questo tipo di approccio al problema perche'
stai sottilizzando un po' troppo.
Se dici che <<evento>> e' qualche cosa che accade non mi stai dicendo
niente.



> Cio' che lega l'evento del parlare comune con l'evento nello spaziotempo
> e' che l'evento del parlare comune avviene in un intorno connesso e
> ragionevolmente limitato di un evento "li' e in quel momento".

1) Chi sceglie le dimensioni di quell'intorno ragionevole?
2) Chi si occupa di interpretare se quel fenomeno puo'considerarsi
finito in se' stesso oppure parte inscindibile di un intorno piu'
esteso? Sostanzialmente voglio dire che nella definizione che ne dai
del fenomeno ci sta molta arbitrarieta'.

E questa arbitrarieta' non mi permette di stabile quali possono essere
le cause.... come dire che ho una infinita' di <<visualizzazioni>> di
uno stesso fenomeno, ed ognuna diversa, ed ognuna che mi identifica
una serie infinita di cause ed una serie infinita di effetti.


> Per niente d'accordo. Un fenomeno e' un evento, o un insieme di eventi,

Eh.... una linea (o un tubo) nello spaziotempo!


> che merita la nostra attenzione.

Ahhhh
Merita !!!! E' come dire che gia' sai quello che non sai!!! :)
Io studio i fenomeni per capire cosa ci sta dietro... perche'
evidentemente non lo so. Allora come posso <<discernere>> sulla
qualita' di quell'evento?? Cioe' dire :
Questo e' un nevento che merita, quest'altro no?


> E qui non ho proprio capito. Puoi riscrivere tutto piu' chiara-mente?


Sostanzialmente (se ho vera-mente capito dove vuole andare a parare
Giovanni Lagnese) mi vorrei chiedere cosa conosciamo noi degli eventi?
Cosa e' per noi la
Casualita' (e quindi, contestualmente) la causalita'?

Ad esempio:
La ennemilionesima cifra dello sviluppo decimale del Pi Greco, e'
casuale o no?
Received on Thu Mar 04 2010 - 09:59:12 CET

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