On Mar 3, 5:14 pm, "Giovanni Lagnese" <inva..._at_invalid.ldbc> wrote:
> la mia opinione.
Hai detto:
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Un fenomeno � un fatto vero in una teoria estremamente corroborata.
Quando, a partire dai fenomeni, si fanno ipotesi e si costruiscono
teorie, in realt� non lo si sta facendo a partire dai fenomeni, ma da
altre teorie pi� sicure.
_at_@@@@@@@@@@@@@@@@
Quando dici <<fatto vero>> tu a che cosa pensi?
Quando una bella ragazza ti guarda con quello sguardo che solo le
donne sanno fare, secondo te il fatto vero e':
lo sguardo o la tua sensazione?
Non mi e' capitato nessun esempio migliore... ma credo che valga come
preambolo a quello che intendo io.
Hume pensa che noi non conosciamo cio' che <<esiste>> al di fuori di
noi perche' ci compenetriamo con esso... ma ne veniamo a conoscenza
per via di una visione di esso, veniamo posti in contatto con la <<sua
immagine>>; allora per Hume perche' continuare a pensare che ci sia
davvero una realta'? Un fatto vero?
Invece Kant si rende conto che deve esistere qualche cosa che rende
possibile la conoscenza al di la' della percezione...altrimenti non
potremmo mai costruire nessun concetto, visto che ogni concetto si
basa su altri e cosi' via se non avessimo nulla nulla potremmo avere
nella nostra mente.
Tuttavia noi sbagliamo sostanzialmente a credere che la mente
attraverso i suoi pensieri che si affannano nel nostro cervello possa
comprendere la realta' come distaccata.
La realta' e' che la stessa mente fa parte dell arealta' e quello che
fa non e' attendere passivamente le immagini di un mondo esterno ma
collaborare attivamente a rendere <<plausibile>> un mondo esterno nel
quale esso stesso (il nostro cervello) esiste.
Dunque se da un lato e' vero quello che tu dici e' anche vero che
comunque possano andare le cose durante l'evoluzione della civilta'
umana la mente produrra' comunque delle teorie corroborate perche' il
cervello si riadatta continuamente "a se' stesso". I nostri pensieri
sono basati su concetti che abbiamo fatto nostri per via
dell'esperienza (da un lato) : il fatto che vediamo delle cose e le
ricordiamo ci permette di costruire dei concetti che le riguardano. Ne
diamo qualita' e caratteristiche... operiamo gerarchicamente nella
nostra personale ontologia del mondo circostante. Quindi la stessa
esperienza ci fa anche notare che molte volte le cose <<si ripetono>>.
Quando le ripetizioni sono piu' ,marcate ecco che siamo portati a
credere che questo sia frutto di un qualcosa di superiore, di
divino.... cio' che si e' ripetuto sempre uguale a se' stesso (e
implicitamente definiamo il fenomeno come quella <<entita'>>
Monolitica che si mostra uguale a se') non ha motivo per non
continuare a farlo! Ecco che posso inferire una regola... simulo
quella che gia' esiste, superiore agli eventi ed ai fenomeni stessi...
la faccio mia interpretandola, la riutilizzo sui miei concetti!
Alt, sembrerebbe corretta sta cosa, ma non lo e'.
Se effettivamente il nostro universo fosse <<REGOLATO>>, quindi
esistesse una legge superiore che fa si' che le cose accadono nel modo
in cui lo fanno... diciamo che le cose/i fenomeni/gli eventi esistono
ognuna per se' in relazione a tutto il resto per dovere di Rispetto
della regola della Causalita' degli eventi... allora dovrebbe gia'
tutto essere definito... tutto scritto. La nostra imperfetta
conoscenza delle cose e' la casualita' degli effetti a venire nel
futuro. Ma siccome ci rendiamo conto che alcune cose sono
<<intrinsecamente>> casuali allora dobbiamo ammettere che tale
casualita' non dipende da noi ma dal fatto che ogni fenomeno, per
quanto piccolissimo puo' essere ai nostri occhi non e' mai ELEMENTARE,
nel senso di atomico, indivisibile. I fenomeni portano dentro di se'
tutta la logica dell'universo... la REGOLA superiore che ci governa e'
insita in ciascun pezzo piccolissimo dell'universo. Come dire che da
ogni singola molecola dell'universo sarebbe possibile ricostruirlo
interamente. Anzi... l' universo e' frattale in se' stesso.
La nostra mente allora deve continuamente confrontarsi con se' stessa
immersa in un continuum che sembra essere il mondo estreno ma che in
realta' non e' per nulla esterno: Dove finiamo noi? Se ci rifletti noi
siamo uno spirito immantinente che esiste (definito come IO) su un
insieme di piccole particelle che compongono il nostro corpo e che
sono in un continuo divenire.
La nostra mente usa dei concetti che crea sullo sfondo di una relata'
per decifrare la realta' stessa...e quindi usa questa realta' per
valutare la bonta' delle sue realizzazioni concettuali: i nostri
concetti servono alla nostra mente per valutare se' stessa.
Automaticamente la mente rielabora i concetti per rendere il tutto
piu' Aderente alla realta' ma la realta' non e' altro che un insieme
di conectti che si poggiano su altri.... e cosi' via!
Come un grande inganno :))
Received on Thu Mar 04 2010 - 10:32:06 CET
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