Re: Einstein non si laureò con li massimo dei voti?

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Wed, 10 Feb 2010 20:55:58 +0100

Franco ha scritto:
> Quanti hanno studiato fisica probabilmente sanno delle idee di
> Einstein sulla meccanica quantistica. Ma la cosa non e` assolutamente
> importante per capire la fisica. La relativita` (e tutto il resto
> della fisica) funziona non perche' l'ha detto un genio, ma perche' la
> natura si comporta cosi`.
>
> Un genio e` servito per fare il primo passo, avere l'idea, metterla in
> linguaggio comprensibile (=matematico) e poi verificare con=2l'esperimento.
>
> Passata questa prima fase, poi magari anche la seconda di ripensata e
> messa in bella, diventa patrimonio di tutti quelli che la studiano, che
> cosa pensasse l'autore su altri argomenti e` abbastanza irrilevante.

Giorgio Pastore ha scritto:
> Sulle posizioni di Einstein riguardo la MQ ci sono libri e libri.
> Personalmente ritengo che la difficolt� di E. ad accettare alcuni
> aspetti dell' interpretazione di Copenhagen non vadano enfatizzate pi�
> che tanto: ci sono stati e ci sono molti fisici che hanno avuto o
> hanno difficolt� con alcuni aspetti della MQ. Questo ha permesso
> progressi non banali nel campo (dal paradosso di EPR, alla meccanica di
> Bohm, alla disuguaglianza di Bell, agli esperimenti di Aspect).
>
> Tutti progressi basati sul "rimboccarsi le maniche" e estrarre
> conseguenze quantitative dalla teoria che si voleva mettere in
> discussione. Naturalmente per far questo, ognuno dei fisici che hanno
> contribuito all' evoluzione delle conoscenze in MQ � partito da una
> solida comprensione della stessa. Einstein incluso.

Io capisco benissimo il vostro desiderio di smontare le elucubrazioni
di LB, e il suo retropensiero, non tanto nascosto: "Visto che anche
Eintein non era d'accordo con la m.q.? Dunque anch'io non ho torto, e
la m.q. (come molta altra fisica moderna) non sta in piedi."
Su quello che dite in proposito sono d'accordo.
Pero' secondo me avete "overshooted", ossia sparato al di la' del
bersaglio, finendo per sottovalutare l'apporto di Einstein alla
critica (e quindi alla comprensione) della m.q.
Due soli esempi, certo a voi ben noti:

1. Proprio nel citato convegno Solvay, la discussione tra Einstein e
Bohr fu fondamentale per approfondire gli aspetti interpretativi della
m.q. Per lo meno Bohr fu costretto a pensarci piu' a fondo.

2. Il famosissimo articolo EPR ha avuto un ruolo che sarebbe difficile
sottovalutare, se ancora in tempi recenti si e' discusso (e forse si
discute ancora) su come dovesse essere interpretato.
Poco importa se EPR abbiano a posteriori avuto torto: certamente il
contributo di quell'articolo a districare le questioni
dell'incompletezza della m.q. e del realismo locale e' stato
fondamentale.

Mi direte che ci si sarebbe arrivati lo stesso? Che le risposte sono
arrivate grazie al lavoro di molti altri?
Sul primo punto, ovviamente non sappiamo. E' probabile che prima o poi
le questioni sarebbero state discusse comunque, ma l'articolo EPR
(anche grazie all'autorita' di Einstein) e' servito da potente
stimolo.
Sul secondo, perfettamente d'accordo. Pero' non dimenticate che per
molti anni la ricerca sui problemi d'interpretazione della m.q. e'
stata quasi clandestina. Io che sono piu' vecchio di voi lo ricordo
bene: nell'ambiente che frequentavo, se io avessi manifestato il
proposito di voler lavorare su quegli argomenti (cosa che non ho mai
fatto, limitandomi a pensamenti occasionali) sarei stato considerato
piu' o meno un matto e un perditempo.
Oggi il panorama e' molto diverso, e puo' spingere a una visione piu'
ottimistca circa l'atteggiamento della comunita' dei fisici su questi
problemi. Non e' stato sempre cosi'. E se non ci fosse stato Einstein
a dare coraggio a quei pochi che ci si dedicavano...
                                      

-- 
Elio Fabri
Received on Wed Feb 10 2010 - 20:55:58 CET

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