Re: Relatività 001 - Muoni, intervalli invarianti,
Innanzitutto ringrazio Elio per il suo “volendo rispondere a Davide ho cercato di
tenermi ai suoi problemi e al libro di cui parla”.
Bruno Cocciaro scrive:
>se stai cercando aiuto relativamente a come
>affrontare in classe la relatività, beh, io non mi ritengo per niente
>indicato. Non ho risolto la questione per quanto riguarda me,
>figuriamoci cosa potrei consigliare ad altri
sono molto “egoista” in questo: prima penso a me, poi da questo magari verrà fuori qualcosa per gli studenti.
Ho spiegato la mia posizione e i miei obiettivi in un post a parte, quello che ho lanciato il 21 aprile con ultima risposta il 30 aprile (scrivo le date solo per chi volesse andare a leggerselo), intitolato “Consigli Bibliografici”. Qualunque critica o riflessione sugli obiettivi o sui testi che ho scelto è sempre benvenuta, in quel post.
Il risultato di quelle riflessioni è la serie di testi che vorrei usare nell’ordine per studiare, per me stesso. Questo avrà ricadute sul mio insegnamento? Sicuramente, ma anche non dovessi più insegnare relatività, sento la voglia e la curiosità di affrontare questo percorso, quindi lo scopo è studiarla per capirla e non “trovare il modo di insegnarla”, anche se per me “capire davvero” e “trovare il modo di insegnare” non sono prospettive così lontane.
Il percorso consisterà nello studio di questi materiali (nell’ordine):
Fisica dello spazio-tempo di Taylor e Wheeler + Il fascicolo “Insegnare la relatività nel XXI secolo” di Elio Fabri;
Relatività ristretta e teoria dei campi di Susskind e Friedman
Relatività di Barone
Gravitation di Misner, Thorne e Wheeler
Aggiungo, sempre per Bruno, che non mi è chiarissimo il motivo per cui ha impostato il discorso in quel modo rinunciando all’espressione tradizionale dell’intervallo spazio-temporale e ponendo definizioni (credo) equivalenti ma diverse. Effettivamente la cosa mi ha confuso o semplicemente non ho colto il messaggio soggiacente e stavo per entrare nello specifico, ma poi da altri commenti ho intuito che si tratta di una questione sicuramente non da primo approccio, ed è per questo che ho ringraziato Elio che mi ha seguito là nelle domande che ho posto io e col libro che sto seguendo io. I massimi sistemi preferirei recuperarli se non al termine del mio studio, sicuramente non al primo capitolo del primo libro.
Entro nel merito di qualcuna delle risposte ricevute
Elio ha scritto:
>Toglimi una curiosità.
>Ho qui davanti il Taylor-Wheeler (trad. italiana 1996).
>Il problema che dici è il n. 1.10, ma l'enunciato è molto diverso (nel
>"racconto", non nella sostanza) e contiene altre domande.
>Sei tu che l'hai "asciugato", o hai un'edizione successiva?
L’ho asciugato io nel tentativo di non allungare troppo il post. Temo sia stato un errore, di cui mi scuso. Nelle domande successive riporterò integralmente le citazioni così da non confondere chi ha la pazienza di leggere e rispondere. Però mi consola il fatto che tu dica che nella sostanza la sintesi è corretta, perché invece secondo Giorgio Bibbiani la differenza è sostanziale infatti
Giorgio Bibbiani scrive:
>Quindi l'esercizio è ben posto e ha senso (poi potrà piacere o non
>piacere), non si tratta di un eventuale moto di corpi di massa non
>nulla a velocità c (tale moto non è sperimentalmente possibile).
In realtà io non volevo affatto criticare il testo del problema pensando fosse malposto, ma volevo portare un esempio di un esercizio in cui, mi sembrava si dovesse tenere conto di un sdr che si muove a velocità c rispetto ad un altro. Infatti vorrei rispondere ad un’osservazione di Elio
Elio Fabri scrive:
>La differenza essenziale tra i due problemi è che nel problema della
>"teletrasportonauta" non c'è nessun riferimento a sistemi di rif.
>diversi da quello della Terra (e del pianeta, visto che sono in quiete
relativa).
Quando il problema della “trasportonauta” mi chiede di quanto sia invecchiata Samantha, a me verrebbe da dire che mi chiede di valutare il tempo dell’orologio da polso (linguaggio del libro per indicare un orologio solidale col viaggiatore) misurato da Samantha, ossia il tempo proprio trascorso durante il viaggio a velocità c. Quindi io avrei detto di dover tenere conto anche del sistema di riferimento solidale con la trasportonauta durante il viaggio e non solo di quello solidale con la Terra e col pianeta. Questa assunzione io la adotterei in generale tutte le volte che si parla di “invecchiamento”.
E allo stesso modo non mi è chiaro il motivo per il quale in generale non è opportuno provare a capire cosa si osserva da un sistema che si muove a velocità c rispetto ad un altro come ho spesso sentito e come è stato ribadito da Giorgio Pastore quando ha scritto: “Poi, il sistema di riferimento di qualcosa che si muove con velocità c, semplicemente non esiste. Non ha quindi senso elaborare su cosa succederebbe in un sdr inesistente”.
In un certo senso vorrei capire perché è necessario avere due diversi atteggiamenti, accettando di considerare un valore limite per il calcolo T`km/c (che ho fatto anche io) da cui poi seguono le altre risposte del problema, ma rifiutando -perché senza senso- un ragionamento al limite per trarre conclusioni su ciò che si potrebbe immaginare di osservare nell’ipotesi in cui i muoni si muovessero a velocità c. Io direi che il “salto” concettuale è lo stesso e quindi farei entrambe le cose o nessuna delle due. Perché secondo voi una cosa è sensata e l’altra no? Non so se sono riuscito a chiarire il dubbio e soprattutto non so se risolvere questo dubbio sia utile per lo studio successivo.
Nell’attesa di commenti, passo al secondo capitolo. :-) Grazie a tutti.
Davide.
Received on Fri Sep 15 2023 - 18:06:46 CEST
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