Il 22/10/24 16:32, Elio Fabri ha scritto:
> Davide ha scritto:
> > quando si parla del campo elettrico e lo si rappresenta, non bisogna
> > mai stare attenti al fatto che la carica di prova non può mai essere
> > nulla e si fa come se non ci fosse e si arriva a descrivere il campo
> > della carica Q che si sta osservando come se non ci fosse alcuna
> > perturbazione da parte della carica di prova.
> Continuo esaminando il secondo dei tre esempi che Daidve ha fatto, e
> che - come ho già detto - secondo me non hanno niente a che fare uno
> con l'altro.
> L'obiezione di Davide (mi pare) è che non si può fare q piccola a
> piacere, se non altro perché la carica è quantizzzata e il minimo
> valore di carica utilizzabile è quella di un elettrone.
La mia obiezione, se possibile, sarebbe ancora più "pedante" e la ripeto
anche in questo caso con un taglio più matematico. L'obiezione consiste
nel fatto che nel caso del campo elettrostatico facciamo un tipo di
ragionamento per continuità di questo tipo: se anche potessimo fare q
piccola a piacere, non potrebbe mai essere nulla (altrimenti non ci
sarebbe alcuna forza da misurare da cui calcolare il valore del campo),
ma E=F/q ha un valore che non dipende da q e siccome E è una funzione
continua di q per q diverso da 0, sosteniamo di poter prendere come
valore di E in assenza di q il valore del limite di F/q per q-->0.
La mia obiezione consiste nel fatto che nel caso del campo
eòettrostatico questo tipo di ragionamento "per continuità" è ritenuto
lecito, mentre nel caso del sistema di riferimento "del fotone in
quiete" non è ritenuto valido. E quello che spero è che tu, Elio, riesca
a mettere in luce la differenza tra i due casi che giustifica
l'accettazione del ragionamento per continuità nel caso del campo
elettrostatico, ma non in quello del riferimento del "fotone in quiete".
> Dato che non sono uno storico della fisica, ne so poco e ti rimando al
> bel libro di E. Bellone: "Il momdo di carta".
Dato che nel frattempo sto continuando a studiare sul Taylor&Wheeler, ho
spulciato altri post di relatività, in uno dei quali si discuteva della
crisi dell'impostazione positivista delle scienze con l'inizio del
Novecento. Crisi sulla quale hai espresso un certo scetticismo e a tal
proposito avevi consigliato questo libro di Bellone. Conta che di
Bellone, quando posso, compro i testi a occhi chiusi (sarà che seguii il
suo corso di Storia della Fisica a Milano e da lì i miei studi hanno
preso un'altra piega) e sarà che anche l'argomento del superamento del
positivismo scientifico mi interessa molto, be' diciamo che il libro è
qua sulla mia scrivania e passa in cima alla lista delle prossime letture!
Attendo la discussione del terzo esempio, sperando che tu riesca a farmi
cogliere il bandolo della (mia) matassa.
Grazie mille.
--
Davide D'Elia
Received on Tue Oct 22 2024 - 23:21:50 CEST