persio ha scritto:
> Tuttavia sorgono due problemi insormontabili che si oppongono
> all'esistenza del diavoletto:
>
> 1. la sua mente dovrebbe contenere la copia esatta dell'intero
> esistente poiché, come è evidente, non può contenere l'originale. A
> meno che il diavoletto non sia l'Essere, tutto ciò che esiste, la
> copia nella mente del diavoletto non sarebbe comunque identica
> all'intero Essere, ne sarebbe una copia appunto, per definizione non
> coincidente esattamente con quella.
>
> 2. se il diavoletto fa parte dell'Essere, e non si vede come potrebbe
> godersi la lettura di un libro sulla panchina se così non fosse, esso
> dovrebbe conoscere esattamente anche se stesso.
>
> Nel primo caso il diavoletto dovrebbe contemporaneamente essere e non
> essere l'intero esistente; nel secondo caso dovrebbe conteporaneamente
> essere contenitore e contenuto di se stesso. Poiché© il principio di
> non contraddizione regge tutta la logica risulta, per logica, che il
> diavoletto di Laplace non può esistere.
La lettura di questo brano mi ha irresistibilmente rimandato a Don
Ferrante, il quale con argomentazioni simili dimostrò che la peste non
esiste ... e si sa come andò a finire.
Solo che il personaggio di Manzoni viveva agli inizi del '600; quello
che mi riesce incredibile è che ci sia qualcuno che pensa di
argomentare nello stesso modo 400 anni dopo :-(
--
Elio Fabri
Received on Mon Jan 20 2014 - 21:55:16 CET