Due domande sul determinismo di Laplace

From: <multivac85_at_gmail.com>
Date: Sat, 11 Jan 2014 14:44:50 -0800 (PST)

Riflettendo di recente sul "saggio filosofico sulla probabilità" di Laplace, mi sono riletto più attentamente il celebre passo che narra del celebre ipotesi del Demone onnisciente derivata dalla concezione deterministica del Fisico e Matematico francese:




"Un'intelligenza che per un dato istante conoscesse tutte le forze da cui la natura è anima e la situazione rispettiva degli esseri che la compongo, se d'altra parte fosse così vasta da sottoporre questi dati all'analisi, abbraccerebbe in un'unica e medesima formula i movimenti dei più gradi corpi dell'universo e quelli del più lieve atomo; niente sarebbe incerto per essa, e l'avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi".




Premetto che non intendo parlare qui della questione della possibilità del determinismo nell'ambito della Meccanica Quantistica, quel che mi pare chiaro è che non è più possibile affermare solamente in base ad argomenti a priori l'impossibilità di eventi casuali non in senso epistemico (cioè casuali dal punto di vista di osservatori aventi limiti conoscitivi, magari anche insuperabili del tutto nella pratica) ma in senso ontologico.




La prima questione che mi sono posto è quel "come il passato": secondo Laplace questo demone, data la perfetta conoscenza delle leggi fisiche e le posizioni e caratteristiche delle entità dell'universo in un solo istante, esso potrebbe non solo prevedere ogni istante futuro, ma anche ricostruire ogni istante passato. Ma questa possibilità (per quanto soltanto teorica) è ancora ammissibile con le conoscenze fisiche attuali?, anche se mettiamo da parte la MQ e ci limitiamo a considerare il mondo macroscopico? Leggo nella pagina di wikipedia inglese sul demone di Laplace:






"According to chemical engineer Robert Ulanowicz, in his 1986 book Growth and Development, Laplace's demon met its end with early 19th century developments of the concepts of irreversibility, entropy, and the second law of thermodynamics. In other words, Laplace's demon was based on the premise of reversibility and classical mechanics; however, Ulanowicz points out that many thermodynamic processes are irreversible, so that if thermodynamic quantities are taken to be purely physical then no such demon is possible as one could not reconstruct past positions and momenta from the current state. Maximum entropy thermodynamics takes a very different view, considering thermodynamic variables to have a statistical basis which can be kept separate from the microscopic physics.[4]"


In sostanza, sembra che si possa dire che anche la non possibilità di ricostruzione del passato nella termodinamica sia dovuto a limitazioni della conoscenza di tutti i dati necessari sulle caratteristiche fisiche dello stato nell'istante scelto, o non è così?













Un'altra domanda che mi chiedo è l'utilizzo di discorsi sul caso in biologia, soprattutto ad opera di Jacques Monod nel suo "Il caso e la necessità", da quello che ho compreso mi pare che pure in quel caso si parla di mutazioni casuali nel senso di una causalità solamente dal punto di vista di osservatori che non conoscono tutti i dati delle caratteristiche dei soggetti studiati, o sbaglio? Perché allora in quel caso neanche qui si dovrebbe parlare di casualità in senso ontologico e peraltro sarebbe perlomeno fuorviante affermare frasi come "Da un punto di vista scientifico la vita non era obbligata a sorgere sulla Terra" oppure frasi come "Se si riavvolgesse il film della vita sulla Terra e se lo si facesse ricominciare da capo dieci volte, si vedrebbero dieci storie tutte diverse, molte magari con gli homo sapiens assenti" si dovrebbe perlomeno precisare che si tratta di frasi analoghe a "Non era necessario che l'ultimo lancio di questo dado facesse sei" ma non per questo si dovrebbe dire che il lancio di
un dado è un processo in cui sorgono "effetti senza causa" oppure "effetti di volta in volta diversi da cause uguali" (paradossalmente si potrebbe far notare che per un ipotetico dio di un mondo laplaciano basterebbe agire solo per posizionare ogni entità iniziale nell'istante iniziale dell'universo e per il resto potrebbe andarsene via e tuttavia ogni evento in quell'universo, fin dal più piccolo spostamento di un granello di sabbia alla comparsa dell'uomo, sarebbe stato progettato da questo dio, insomma un universo con o senza un dio come autore sarebbero del tutto identici). Volevo perciò sapere se anche nelle scienze biologiche di fatto è confutato o meno un determinismo laplaciano e come è utilizzato il concetto di caso e gli argomenti ad esso relativi.

Ciao.
Received on Sat Jan 11 2014 - 23:44:50 CET

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