Re: Due domande sul determinismo di Laplace <lbhi3k$e1c$1@dont-email.me> <bk5hc3F6lu2U1@mid.individual.net> <ziREu.18578$Th2.11131@tornado.fastwebnet.it> <bkvsvoFp0tvU5@mid.individual.net> <NgNGu.19438$Th2.5060@tornado.fastwebnet.it> <lcoqgm$kf5$1@dont-email.me>

From: Omega <omega_at_NOyahoo.it>
Date: Wed, 05 Feb 2014 22:59:30 +0100

Paolo Russo
> [Loris Dalla Rosa:]
>> ...
>
> ...
> ... La logica puo` individuare
> contraddizioni, ma nessun fenomeno e` di per se'
> contraddittorio perche' di per se' non appartiene al mondo
> della logica ma a quello delle osservazioni empiriche.

Osservazione logicamente ma proprio anche empiricamente errata.

Perché?
Semplice, perché un fenomeno viene definito come tale grazie a un
processo, semplificando, di almeno due livelli proprio logici:
- quello dell'individuazione (che porta alla descrizione/definizione del
fenomeno, attività evidentemente logica [*]),
- poi quello dell'interpretazione. E l'interpretazione vuole un altro
livello di logica - o più d'uno, implicando la scelta fra teorie -
rispetto a quello della descrizione.

Entrambe, individuazione e interpretazione, non hanno solo bisogno del
principio di non contraddizione, come giustamente osserva Loris, ma
hanno bisogno appunto di una o più teorie, che a loro volta risalgono
ciascuna al medesimo processo (individuazione e interpretazione).

Per comprendere che questa è la dinamica del processo, basti pensare
alla logica della strumentazione, che ne è l'imitazione meccanizzata:
non c'è strumento che non si fondi sul riconoscimento di una specifica
grandezza (quindi individuazione), e poi su una teoria specifica della
grandezza che si intende misurare (interpretazione). Teoria che anzi
definisce un intero ambito entro cui tale grandezza è definita.

[*] in che consiste l'individuazione? Consiste nell'isolare, all'interno
di un insieme di stimoli sensori/strumentali, un profilo *dotato di
senso*, che è già un'interpretazione preliminare o di primo livello,
trattandosi di una scelta in un certo database. Lo studio proprio
scientifico delle modalità di funzionamento del sensorio lo conferma
ampiamente.
Tu pensa di osservare il cielo, e quindi di ricevere una molteplicità di
stimoli "di luminanza e crominanza" :) Dentro a tale molteplicità di
stimoli, almeno quanti ne consente la risoluzione della tua vista, ce ne
sono alcuni che richiamano la tua attenzione, perché si muovono, e
allora dici "si tratta di un volatile" - per poi comprendere da altri
segni, a loro volta specificamente individuati, che si tratta di un
piccione.
A parte la cacca di piccione (segno inequivocabile per l'individuazione
entro il database mnemonico :), ciò che tu hai fatto è stato *isolare*
o *circoscrivere* dentro ai "pixel" del cielo dei pixel più scuri e in
movimento, e in particolare un movimento che ti ha fatto definire prima
e classificare poi l'oggetto, classificazione che è interpretazione del
dato identificato.
Come hai deciso che è un volatile? Perché un oggetto che si muove in
cielo, ossia 'vola' (muove le ali ecc.) è appunto un volatile, cioè
appartiene a un certo database della tua memoria. E questa appartenenza
(anzi la formazione stessa del database)è una teoria, apparentemente
semplice quanto vuoi ma è una teoria.
Quel riconoscimento - lo sai di sicuro - ha impegnato per poco o tanto
tempo l'intera tua capacità intellettiva, e non solo per evitare la
cacca di piccione :)
E il fatto che per te sia stato "spontaneo" riconoscerlo (in realtà è
soprattutto culturale), tuttavia riconoscerlo è stato un processo di
notevole complessità. E la scienza non può ignorarlo di sicuro, perché
sa bene quanti errori possono essere commessi nell'individuazione prima
e nell'interpretazione poi: quei pixel scuri e in movimento potevano
essere un problema della tua retina o dei tuoi occhiali o ... della tua
immaginazione.

E tutto ciò assai a monte della formalizzazione di cui hai parlato, che,
se è chiarito il fenomeno e il suo significato, quella è operazione solo
formalmente logica. La fase precedente, cioè di misura (individuazione e
interpretazione), è invece logica non soltanto formalmente. Se fosse
"empirica" nel senso di cui hai detto,(**) allora non consentirebbe
errori, invece si vedono anche i dischi volanti e altro, non solo la
tangibilissima cacca di piccione :)

(**) cioè acritico, affermando in sostanza che 'empirico' si riferisce
im-mediatamente ai cosiddetti "fatti", il che è grossolanamente falso. I
"fatti" vanno individuati e interpretati, e questo lo fa la persona
proprio con la sua logica, consapevole o no; e se può anche affidare le
due fasi al software, per esempio in certi veicoli, che individuano
sagome, interpretano il loro significato mediante un database e
correggono la rotta di conseguenza, vuol solo dire che è stata
trasferita al software proprio una logica, non qualcos'altro.

Come si possa parlare di "osservazioni empiriche" come "fatti" che non
hanno bisogno di logica proprio anche solo per essere definite'fatti',
io non sono in grado di capirlo: nel mio database una simile idea non
compare :)

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Received on Wed Feb 05 2014 - 22:59:30 CET

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