Giorgio Pastore ha scritto:
> Immagino che resterai con la tua opinione. Io ho coscienza che le cose
> non stann cosi'. Per vari motivi. Non ultimo che per chi ci lavora, il
> linguaggio formale si integra perfettaemnte con immagini e linguagigo
> natrale e diventa difficie separarli in modo netto come fai tu.
Non ho la minima intenzione di discutere con Omega, sai bene perché.
Se intervengo è solo per dar forza a quello che cito qui sopra,
raccontando un episodio che mi è capitato pochi giorni fa.
Non darò tutti i dettagli per ragioni che ora non è il caso di
spiegare, ma spero di riuscire chiaro ugualmente.
Con un collega e collaboratore, discutevamo circa la realizzabilità di
una certa trasf. termodinamica.
In un primo tempo la discussione si teneva su un piano intuitivo, e
apparivano delle contraddizioni, delle situazioni paradossali, dalle
quali non riuscivamo a districarci.
Finché non ho detto, davanti a una lavagna: "senti, scrivimo un po' di
equazioni e vediamo che cosa viene fuori..."
Detto fatto: è risultato più semplice di quello che poteva parere a
prima vista, e le equazioni hanno "parlato" immediatamente e con
assoluta chiarezza, mostrandoci il perché dei paradossi e limiti sulla
realizzabiità di quella trasformazione.
La morale è ovvia: sebbene la fisica del problema ci fosse
completamente nota, finché non ci siamo serviti del giusto *struemnto
di pensiero* abbiamo continuato a confonderci. Una volta usata la
(semplice) matematica necessaria, il pensiero ha funzionato con tutta
la chiarezza che occorreva.
Niente di originale: si tratta di cose che chi fa nostro mestiere
incontra di continuo. L'ho voluta raccontare solo perché era fresca e
cadeva proprio a proposito.
--
Elio Fabri
Received on Fri Feb 07 2014 - 22:37:02 CET