Re: Punctum contra punctum
On 2/11/14 1:32 PM, Omega wrote:
....
> Oppure ti contraddici e sostieni che anche l'infanzia e l'adolescenza
> devono fruire della divulgazione??? Per sentire le stesse cose che
> sentono a scuola, dato che, ripeto, ai ragazzini non si sottopongono di
> sicuro sistemi di equazioni ma sintesi che sono le stesse della
> divulgazione, se è seria come dovrebbe???
Proprio prche' istruzione e divulgazione sono cose diverse con finalita'
diverse, ha senso che un ragazzo in eta' scolare possa accedere sia all'
istruzione, sia alla divulgazione. Anche nello stesso ambito
disciplinare. Pensare che l' istruzione si riduca a divulgazione o in
alternativa a sistemi si equazioni dimostra una completa non conoscenza
dell' argomento di cui vorresti discutere.
....
....
> Tu parli più sotto di "background": dunque con quale background possono
> prendere posizione politica i cittadini che non sono stati seriamente
> informati? Me lo spieghi?
Secondo te le posizioni politiche o i referendum i cittadini li votano
*solo* sulla base di un' analisi razionale delle informazioni in loro
possesso ? Forse chi non ha informzioni si astiene ? La realta' e' che
la gente vota e si esprime anche senza informazioni.
Ma lo sanno anche i sassi che l' informazione, soprattutto su temi
"caldi" difficilmente e' neutrale. L' operazione piu' onesta, molto
prima delle info specifiche su un problema e' di elevare il livello di
*istruzione* medio dei cittadini. L vera democrazia vince non quando ci
sono 20 "esperti" che spiegano in modo accattivante i pro e i contro di
una soluzione. Ma quando ci sono i cittadini che chiedono di sapere su
che base gli esperti fanno certe affermazioni. A me sembra che sei tu
che hai una visione aristocratica del sapere da *divulgare*.
....
> Sbagliato: se non sai insegnare, allora non sai divulgare nel senso di
> cui ho detto. Sei tu a confondere ancora la divulgazione con qualcosa di
> poco serio, qualitativamente pubblicitario. E questo è l'atteggiamento
> decisamente snob dell'accademia che io critico.
Io ho fatto sia insegnamento sia divulgazione e so di cosa sto parlando.
Ci sono ottimi insegnanti pesismi divulgatori e viceversa. POi puoi
trovare anche quelli bravi su tutti e due i fronti.
> Ah, è populismo pensare che pagando le tasse si ha il diritto di sapere
> che cosa si fa nell'amministrazione dello stato, di cui fa parte la
> ricerca nelle università pubbliche?
Certo che no. ma chi ha detto che lo deve raccontare a te proprio
quella persona "che sta facendo" ? Esistono livelli piu' articolati e
piu' efficienti per informare. E' anche una questione di buon uso del
denaro pubblico. Un esperto di comunicazione scientifica puo' essere
formato in meno tepo e costa meno di uno scienziato.
........
....
> Tu credi che quando la scienza va a chiedere soldi nelle piazze per le
> sue ricerche, offrendo fiori e cose simili, non si senta tenuta a dire
> perché chiede quei soldi? Ti sembra populismo quello dell'Airc che
> chiede soldi per la ricerca sul cancro, e perciò dice ai cittadini che
> cosa sta facendo? Non lo dice in termini strettamente tecnici, ma lo
> dice in modo chiaro.
>
> A me sembra che questa tua presa di posizione manifesti il timore che la
> trasparenza mostri quello che sta dietro, e che dietro non ci sia gran
> che rispetto ai costi.
Di nuovo dimostri di non sapere di cosa stai parlando. Tutta a ricerca
pubblica e' trasparente. Vuoi sapere su che progetti sono andati i 37
milinonii di euro che il MIUR ha concesso per la ricerca di "Rilevante
interesse nazionale" lo scorso anno (per quest' anno niente perche
quacuno ha deciso che non c'erano soldi per questo genere di cose)? Vai
sul sito del MIUR e lo scopri.
Vuoi i dettagli ? chiedi a un giornalista esperto di cose scientifiche
di fare un' inchiesta. Cosa? i giornalisti fanno poche inchieste ? Beh,
questo si' che e' un problema per tutti. Ma devi rivolgerti ai
giornalisti per risolverlo.
...
> Quindi non mettiamo privato e pubblico sullo stesso piano, che è sbagliato.
Certo che e' sbagliato in Italia, dove di investimenti privati nella
ricerca non se ne vedono molti.
>....
> Io non so queste cose per interposta persona ma di prima mano. Non c'è
> multinazionale che non si comporti come ho descritto sopra: prima mi
> dimostri che cosa vali - e non con la carta ma con i risultati, - dopo
> ti finanzio (neanche ti assumo se non hai da mostrare concreti risultati).
> Non dirmi che esistono multinazionali che prima ti danno i finanziamenti
> e dopo vengono a vedere quanto vali. Questa è roba da stato italiano,
> non da multinazionali. Non scherziamo, per favore.
E chi scherza. Per una multinazionale ci ho lavorato un anno. E il modo
di lavorare non era esattamente nessuno dei due estremi che hai
prospettato. Non prendevano il primo che passasse per strada. Ma davano
anche fiducia. Il discorso era "ti prendo perche' penso che vali, poi
sta a te dimostrare che non mi sono sbagliata. Produci bene e ti
facciamo ponti d'oro, produci male e finisci a far fotocopie."
....
> I sindacati non ci sono nell'università?
Devo darti una notizia. Tieniti forte: praticamente inesistenti per la
parte docente.
> Stai dicendo
> cioè che è tale la politicizzazione delle università che praticamente
> non c'è neanche bisogno del sindacato? Come per la magistratura?
Politicizzazione ? Ok, allora veramente vivi su Marte.
>
>> Ma seriamente, che contatti hai con l' Universita' ? cosa conosci per
>> sparare affermazioni gratuite a questi livelli ?
>
> Quello che ho visto quando le imprese vi hanno cercato collaborazioni
> per ottenere investimenti. Tempi infiniti, cumuli di condizioni, e
> nessuna affidabilità.
Appunto. Non sai nulla.
Giorgio
Received on Wed Feb 12 2014 - 10:59:32 CET
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