>"Omega" ha scritto nel messaggio
>news:YfzZu.29006$Th2.5126_at_tornado.fastwebnet.it...
>>Dino Bruniera
>> In effetti anche la mia ultima ipotesi sull'universo, lo vede come un
>> insieme di particelle d'etere molto elastiche (si espandano e si
>> comprimono) , alcune delle quali andrebbero a formare le particelle
>> elementari.
>Al di là della vostra querelle, per me la non-continuità non è in alcun
>modo credibile perché presumerebbe l'isolamento delle cosiddette
>"particelle", che è assurdo. Preferisco perciò pensare invece a un "fluido"
>continuo, quindi unitario, in cui le cosiddette "particelle" rappresentano
>condensazioni locali senza alcuna separazione dal "fluido" stesso. Perciò
>non si avrebbe mai spostamento del fluido ma solo spostamento della
>condensazione.
>Potremmo chiamarlo sempre 'etere' un po' per tradizione e un po' per ...
>poesia, ma considerandolo assolutamente immobile e necessariamente
>illimitato, la condensazione essendo il solo processo che vi introduce
>qualche variazione locale. Lo spostamento non è mai del fluido ma solo
>delle sue condensazioni, che non "trascinano" il fluido, ma si limitano a
>perturbarlo localmente.
Anch'io ho ipotizzato un etere continuo (che penso sia almeno simile a
quello esposto qui sopra), come risulta da quanto ho pubblicato al seguente
indirizzo:
http://www.trecimedilavaredo.eu/Ipotesi-di-relativita-con-un-etere-continuo-copertina.htm
di cui riporto qui di seguito parte del contenuto:
Ho ipotizzato inoltre che tra le proprietà dell’etere ci sia quella di poter
variare di densità anche senza essere composto da atomi o altre particelle:
è difficile da immaginare, ma bisogna pensare che si tratta di una sostanza
differente da quelle che noi possiamo percepire; potrebbe essere un qualcosa
di immenso e nello stesso tempo indivisibile (non composto da particelle), e
cioè continuo. Per comprendere ciò che intendo come "continuo", si pensi al
vero vuoto (senza neanche l’aria). Infatti il "mio" etere continuo
corrisponde proprio a quello che in fisica viene definito come vuoto.
In pratica la materia potrebbe corrispondere ad una forte densità di etere
ottenuta grazie ad un insieme di fenomeni fisici.
La particella elementare di materia potrebbe essere ottenuta grazie ad una
specie fenomeno fisico che per "alimentare" la necessaria densità di etere
della particella, lo preleva (tira) tutto intorno ad essa.
Pertanto un oggetto potrebbe essere ottenuto grazie ad un’insieme di
fenomeni fisici che prelevano etere intorno alle particelle che lo
compongono e, di conseguenza, intorno all’oggetto stesso.
Così le zone limitrofe all’oggetto si troverebbero ad avere un etere meno
denso, che tenderebbero a recuperare dalle zone più esterne, e così via fino
alle zone più lontane.
Ed ogni posizione dell’universo conterebbe etere con una determinata
densità, in funzione dei tiraggi di etere di tutti gli oggetti che la
influenzano.
Però avevo delle difficoltà mentali ad ipotizzare una densità senza
ipotizzare anche una divisione in particelle, per cui ho provato a pensare
anche un etere diviso in piccolissime particelle elastiche adiacenti, senza
alcun vuoto tra di esse, quindi non si tratterebbe di particelle isolate
(cosa che per te sarebbe assurda). In pratica si tratterebbe di un etere
quasi continuo.
E con questo etere mi è diventato più semplice la spiegazione dei vari
fenomeni che la fisica "ufficiale" non riesce a spiegare senza introdurre
"cose" almeno strane, come l'energia e la materia, oscure.
Tutti i vari pezzi del puzzle si incastravano bene.
Pertanto ho sviluppato anche l'ipotesi di un Universo formato da particelle
di etere (ma ci sto ancora lavorando, in funzione anche delle osservazioni e
critiche che ricevo) e l'ho pubblicata al seguente indirizzo:
http://www.trecimedilavaredo.eu/Universo-di-etere.htm
di cui riporto qui di seguito parte del contenuto:
Ho ipotizzato che questo etere sia molto elastico e diviso in piccolissime
particelle indivisibili di uguale contenuto, in grado di comprimersi ed
espandersi in funzione di eventuali pressioni o trazioni da parte di altre
particelle ad esse adiacenti.
Perché tra di esse non esisterebbe alcun vuoto e quindi se una di esse si
comprimesse, ridurrebbe il proprio volume e costringerebbe le particelle
adiacenti ad espandersi perché tirate dai suoi confini. Il contrario
accadrebbe nel caso in cui una particella si espandesse.
Ho ipotizzato che le particelle elementari del cosiddetto modello standard
siano composte da particelle d’etere molto compresse, e che si muovano da un
posto all’altro con una modalità di tipo ondulatorio, nel senso che
rinnoverebbero continuamente le particelle in esse contenute, rilasciando le
“vecchie” nei pressi del luogo di partenza e prelevando le “nuove” nei
pressi del luogo di arrivo.
La forte compressione delle particelle di etere costituirebbe l'energia
della particella elementare.
Naturalmente non posso riportare qui tutto il contenuto delle mie pagine
web, ma se hai un po' di tempo potresti andare a leggerle agli indirizzi
sopra citati.
E magari potresti anche inviarmi le tue eventuali osservazioni, critiche,
ecc. (qualcuno dei partecipenti a questo NG l'ha già fatto), che mi
potrebbero aiutare, almeno, ad migliorare la mia esposizione.
Ciao.
Dino
Received on Mon Mar 31 2014 - 17:25:36 CEST