Re: perchè si è introdotta la materia oscura?

From: Dino Bruniera <brunieradino_at_inwind.it>
Date: Tue, 1 Apr 2014 22:01:10 +0200

"Omega" ha scritto nel messaggio
news:Mdu_u.29299$Th2.12105_at_tornado.fastwebnet.it...

>Ma vorrei precisare che la mia ipotesi del continuo e della condensazione
>non prevede, come dicevo, alcuno spostamento della "sostanza" come farebbe
>pensare appunto il concetto di 'condensazione'.
>Ma se non c'è spostamento, come è possibile un "addensamento"?

>Per spiegarlo occorre perciò ipotizzare la natura di tale "sostanza", le
>sue proprietà di 'elementarità', di cui ho già parlato qualche volta anche
>qui, perlomeno dando un link a un vecchio articolo sul concetto, appunto,
>di 'elementarità' (che considero applicato a sproposito alle particelle di
>cui tutti parlano).
>L'elementare, se è tale, non può avere alcuna proprietà specifica, perché
>questa implica limiti e confini comportamentali e fisici, cioè implica
>"altro" come confine, cioè altro "elementare" diverso dell'elementare, e
>ciò è palesemente contraddittorio.

Mi pare che stai andando sulla filosofia, comunque non mi trovo d'accordo
sull'ultima frase.
Perché, a mio parere, almeno le particelle di etere da me ipotizzate,
potrebbero essere le vere particelle elementari che costituiscono
l'Universo.
Esse sono tutte uguali e con le stesse proprietà: quindi hanno delle
proprietà, pertanto non capisco perché secondo te una "cosa" esistente non
possa avere alcuna proprietà specifica, anche se elementare.
Infatti esse sono elastiche e, quindi, in grado di comprimersi e di
espandersi, e come confine hanno altre particelle uguali a loro e, quindi,
non diverse da loro e, quindi, altre particelle elementari non diverse
dall'elementare, pertanto ciò non sarebbe palesemente contraddittorio come
affermi tu.

>L'elementare non ha proprietà specifiche, quindi non ha né forma né
>localizzazione. Non avendo forma, il concetto stesso di quantità non ha
>senso, e non ne ha quello di estensione. Tali dimensioni compaiono quando
>l'elementare si manifesta, e il suo manifestarsi è la realtà come noi la
>intendiamo (che è dunque di secondo livello).

Il fatto che noi riusciamo a percepire le particelle elementari di etere,
solo quando si manifestano tramite dei fenomeni fisici di tipo ondulatorio,
non significa che non abbiano delle proprietà specifiche e, quindi, nè forma
nè localizzazione, anche quando non riusciamo a percepirle.
In pratica noi stessi siamo composti da fenomeni fisici di tipo ondulatorio
e, quindi, possiamo percepire solo altri fenomeni fisici uguali e non
fenomeni fisici diversi quali, per esempio, la sola compressione ed
espansione delle particelle elementari di etere.

>Il continuo proviene dal fatto che tale manifestarsi è il manifestarsi
>dell'elementare e non di una pluralità di entità ("pluralità" che non ha
>alcun senso al livello dell'elementare). E il manifestarsi è localizzato
>oltre ad avere delle proprietà.
>Ma localizzato "quando"?
>E perché lo spostamento di un oggetto (spostamento che sarebbe implicato
>anche dalla "condensazione") non comporta spostamento della "sostanza"
>("elementare"), alla quale non si applica neppure il concetto di
>'immobilità' non essendo pertinente rispetto a qualcosa che non ha
>proprietà specifiche né localizzazione?

>Per chiarire questo punto occorre riflettere sul concetto di 'tempo'.

>Agostino d'Ippona scrive molto onestamente:
>« Cos'è dunque il tempo? Se nessuno m'interroga, lo so; se volessi
>spiegarlo a chi m'interroga, non lo so. Questo però posso dire con fiducia
>di sapere: senza nulla che passi, non esisterebbe un tempo passato; senza
>nulla che venga, non esisterebbe un tempo futuro; senza nulla che esista,
>non esisterebbe un tempo presente. Due, dunque, di questi tempi, il passato
>e il futuro, come esistono, dal momento che il primo non è più, il secondo
>non è ancora?»
>Da notare, nella riflessione di Agostino, l'espressione «senza nulla che
>esista, non esisterebbe un tempo presente», che fa coincidere presente e
>realtà: il presente e niente altro è l'esistente.
>Parmenide, molto tempo prima, aveva tolto il 'più' e l' 'ancora', lasciando
>solo * ... il primo non è, il secondo non è*, avendo già chiarito
>logicamente e "ontologicamente" il punto.

>Agostino invece, come tutti, palesemente chiama 'tempo' la struttura della
>memoria.
>Altri per afferrare il tempo lo trasforma in una dimensione geometrica, ma
>così non fa che confermare di stare descrivendo la struttura della memoria,
>entro la quale il tempo è proprio una dimensione "geometrica", così come lo
>è in un romanzo o in un film. (Perciò, come ho detto più volte attirandomi
>molte rimostranze al livello dell'insolenza e del killfile, se non del
>rogo, pretendere di trarre proprietà fisiche dal concetto di spazio-tempo è
>semplicemente paradossale - e paradossale non "filosoficamente" come si
>cerca di far passare per esorcizzare l'affermazione, ma proprio
>fisicamente).

Qui, a mio parere, stai andando troppo sul filosofico e, quindi, pur
trovando interessante quanto da te esposto, devo dirti che esso è fuori dal
mio campo di "lavoro".
Su un punto, però, sono d'accordo, e cioè che non si può pretendere di
trarre proprietà fisiche dal concetto di spazio-tempo.
Infatti per me lo spazio, con le sue tre dimensione, è una cosa, ed il tempo
grafficamente potrebbe anche essere considerato come una quarta dimensione,
ma di fatto è un'altra cosa.
Quindi l'unione spazio-tempo, a mio parere, non è concepibile.

Ciao.

Dino
Received on Tue Apr 01 2014 - 22:01:10 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Sep 18 2024 - 05:10:17 CEST