Re: potenza in corrente alternata - richiesta chiarimenti <75ca384e-88bc-4032-a408-04ffdee39c55@googlegroups.com> <lhgdm5$m02$4@speranza.aioe.org> <vob%u.29640$Th2.13767@tornado.fastwebnet.it> <lhoq85$o70$1@speranza.aioe.org> <E470v.29927$Th2.18565@tornado.fastwebnet.it> <lhu7f3$5a1$1@speranza.aioe.org> <d8M2v.31028$Th2.1295@tornado.fastwebnet.it> <lipe1s$3i0$1@speranza.aioe.org> <liqokl$fu2$1@dont-email.me>

From: Omega <omega_at_NOyahoo.it>
Date: Sun, 20 Apr 2014 20:54:31 +0200

Tommaso Russo, Trieste
> Franco
>> Omega
>
>>> 2. ciò premesso io non ho indicato V come vettore ma come scalare
>>> (per intenderci quello che misuri con un voltmetro qualunque),
>>
>> Peggio ancora: V^2/Z con V scalare?

Allora mi pare che non si sia ancora capito un aspetto fondamentale.
Qualunque ramo di una rete noi consideriamo (ossia fra due nodi), tale
ramo vede una differenza di potenziale fra i due nodi (sinusoidale nella
fattispecie), e rispetto a quella determina la propria corrente. Tale
differenza di potenziale è, come ho già detto, *il* riferimento di ciò
che accade nel ramo in termini di corrente. Se uno è proprio pedante (ma
tanto pedante), ci aggiunge un '+j0' che non significa proprio niente.
Allora quella differenza di potenziale è un numero reale (in volt),
perciò lo ho chiamato 'scalare'. (*) Ed è *sbagliato*, se non per
considerazioni diverse (di sistema di equazioni di rete per es.),
considerarlo, ai fini della corrente, come dotato di una fase. Proprio
sbagliato.
E se per ottenere la potenza apparente (diciamo S) si moltiplica la
tensione per il coniugato della corrente si ottiene una parte reattiva
di segno opposto a quello vero, cosa che di nuovo è sbagliata.
Ciò che si manifesta spontaneamente come coniugato dal calcolo della
corrente è Z, per via dell'ovvia razionalizzazione (con tanto di
quadrato del modulo di Z a denominatore però).

(*) proprio come le differenze di potenziale in un campo elettrico, di
cui i circuiti elettrici sono casi particolari.

> I vecchi elettricisti intendevano per V ed I i valori efficaci,
> proprio quelli che potevano misurare con uno strumento.

I vecchi elettricisti???
Ma come credi tu che funzionino i contatori dei provider che hai
citato qui sotto? Valori efficaci e cos(fi). L'elettronica del contatore
misura gli uni e l'altro.

Ed è sulle medie mensili, per inciso, che si stabilisce se devi pagare
una penale per un cos(fi) fra 0,9 e 0,8, e una penale diversa per
cos(fi) minore di 0,8. Sempre per inciso: il rifasamento obbligatorio è
contrattuale a priori solo per utenti che sanno esattamente quale è la
fase del loro carico (es. grandi forni a induzione), non certo se sgarri
per un mese anche sotto lo 0,7.

> Poi pero' moltiplicavano V*I per un numero chiamato cosfi
> (pronunciato con l'accento rigorosamente sulla o) che non sapevano
> esattamente cosa fosse,

I "vecchi elettricisti" sapevano benissimo che cos'è un carico reattivo,
tanto che da sempre la relativa potenza è misurata in VA reattivi (VAR).

> solo che poteva essere misurato con un cosfimetro e che non doveva
> scendere al di sotto di 0,8 - altrimenti l'Enel (o la SADE, la SIP,
> l'Edison, la SRE, la SME ...) poteva multare il cliente.

Un tempo era 0,8. Ora la questione è più articolata, come ho detto
sopra. Quando apri un'utenza industriale devi concordare con il
"provider" se e come rifasare.

--
Received on Sun Apr 20 2014 - 20:54:31 CEST

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