Alberto Monolito ha scritto:
> Come dicono "scattering" coloro che sanno parlare italiano?
Aleph ha scritto:
> Diffusione.
Not so easy...
Voglio provare a fare un discorso serio sull'argomento.
La questione della terminologia scientifica (ma limitiamoci alla
fisica) e della traduzione da una lingua all'altra è complessa, e ha
diversi aspetti, diversi casi.
Ci sono casi in cui un termine esiste in uso classico in italiano, e
quindi non si vede perché si dovrebbe abbandoanarlo in favore di
traduzioni più o meno improvvisate.
Tra parentesi, la storia dei termini scientifici è sempre complessa,
anche perché in epoche diverse ci sono state (sempre per restare alla
fisica) diverse lingue prevalenti, diverse influenze.
Ovviamente da vari decenni (non "decadi", BTW) la prevalenza è
dell'inglese, ma ancora quando io ero studente non era proprio così:
sopravviveva un'influenza non piccola del tedesco, per cui alcuni
termini venivano detti in tedesco (nessuno però azzardava traduzioni
maccheroniche).
Lo stesso era per i testi base da studiare: non pochi erano tedeschi,
e non sempre c'erano traduzioni in altre lingue.
Per es. per l'elettromagnetismo avanzato la "bibbia" era il Becker,
che venne tradotto in italiano solo dopo.
Io al terzo anno lo dovetti studiare in francese, e ricordo ancora lo
strano effetto che mi faceva leggere "aimant" per "magnete" (per chi
non lo sapesse, in francese "aimer" significa "amare"; però "amante"
si dice "amant" ... capricci delle lingue).
Ma per lo "Handbuch der Physik" niente da fare: bisognva leggerlo in
tedesco...
Fine della parentesi.
Tornando ai termini consolidati, mi viene in mente "quantità di moto",
che credo esista solo in italiano.
Quando si è affermato il dominio dell'inglese, dove si dice
"momentum", la traduzione "facilona" era l'ovvio "momento", che però
ha un difetto: in italiano ha un diverso significato (momento di un
vettore).
In inglese il problema non c'è, perché esistono due parole diverse:
"momentum" e "moment", che hanno la stessa origine nel latino, ma si
sono poi differenziate.
Perciò tradurre "momentum" non è banale: c'è chi non ci pensa e dice
semplicemente "momento", ma per es. questo a me non piace.
Generalmente opto per "impulso", che a rigore ha un difetto, perché
aveva già un significato consolidato come integrale della forza nel
tempo. Però quest'uso è di fatto tramontato, e quindi non trovo male
usare "impulso" per la q. di moto, anche se talvolta mi piace
piuttosto usare il vecchio termine.
Però il problema si ripresenta per il momento della quantità di moto:
dire così mi pare troppo lungo, però "momento dell'impulso" non lo
dice nessuno.
Per un certo tempo tentai "impulso angolare", ma alla fine mi sono
arreso al "momento angolare", con una certa contraddizione...
Il termine che ha causato questa discussione è il famigerato "impatto".
In realtà qui non è in ballo la fisica: l'uso di "impatto" al posto di
"urto" è ormai comunissimo nel linguaggio giornalistico, per es. negli
incidenti stradali.
Ma io lo trovo del tutto ingiustificato: "urto" è più breve, spesso
più preciso, perché "impact" ha anche un significato figurato che
"urto" non ha: lo "impact factor" di una rivista...
Una seconda categoria è quella dei termini che definirei
"intraducibili".
L'esempio più classico è "spin": non credo ci sia nessuno che tenti o
abbia mai tentato una traduzione italiana.
In parte per la brevità, ma anche perché tradurlo "rotazione" sarebbe
corretto alla lettera, ma scorretto per la fisica.
Un'altra parola se non intraducibile almeno difficile da tradurre è
proprio "scattering".
Tradurlo "diffusione" non è preciso, perché "scattering" vuol dire
piuttosto "sparpagliamento", che però credo nessuno vorrebbe usare.
Inoltre "diffusione" ha un significa vicino ma diverso in ottica: un
foglio di carta "diffonde" la luce, mentre uno specchio la riflette.
Lo scattering di una particella è connesso, ma differente e con un
significato tecnico più definito.
Ciò non toglie che io stesso ho scritto "onda diffusa"...
Il vero problema però è il verbo: come tradurre "to scatter"?
Tolto di mezzo "scatterare", come tutti gli altri abominevoli derivati
pseudoitaliani, in certi casi l'unica via d'uscita è "diffondere".
La terza categoria è quella dei termini relativamente nuovi, per i
quali non si è ancora affermata una traduzione e non c'è un ovvio
equivalente italiano.
Un solo esempio: "entanglement".
C'è chi lo traduce "groviglio", "garbuglio": sono traduzioni
letterali, ma a mio parere improprie, in fondo perché anche il termine
inglese non è molto felice.
Infatti in "tangle" e in "entanglement" c'è un'idea di disordine, di
inestricabilità, che non è affatto appropriata al concetto per cui si
usa "entanglement" in meccanica quantistica.
Si tratta infatti spesso di qualcosa di molto semplice, come per es.
lo stato di spin 0 formato da due particelle di spin 1/2.
Certamente quello stato non è esprimibile come prodotto (tensoriale)
di due stati delle singole particelle, ma questo è il solo elemento di
/intima connessione/, che non è un groviglio...
Per questo motivo io preferisco "intreccio", e "stato intrecciato" per
"entangled state".
Ma dubito che questa proposta avrà fortuna...
Mi fermo qui: volevo solo mostrarvi che io a questo problema della
miglior traduzione ci penso, mentre ho l'impressione che molti tirino
via alquanto, non di rado anche per scarsa padronanza di entrambe le
lingue.
--
Elio Fabri
Received on Thu Jun 05 2014 - 21:33:02 CEST