Re: Scattering elettrone - protone

From: cometa_luminosa <alberto.rasa_at_virgilio.it>
Date: Wed, 11 Jun 2014 11:34:35 -0700 (PDT)

Il giorno giovedì 5 giugno 2014 16:17:49 UTC+2, Aleph ha scritto:
> Il giorno mercoledì 4 giugno 2014 10:54:18 UTC+2, BlueRay ha scritto:
...
> > Comunque, se invece che atomi fossero state particelle di altro tipo, con carica
> > centrale negativa e carica periferica positiva (e masse analoghe a quelle del
> > nucleo e degli elettroni degli atomi d'oro) non ci sarebbe stata alcuna differenza
> > nelle ampiezze di scattering?
>
> Sicuramente non si sarebbero potuti avere i casi di particelle alfa ricacciate
> all'indietro dopo l'urto (angoli di deflessione di 180° o giù di lì).
>


Una particella alfa che passasse molto vicino ad un ipotetico nucleo carico negativamente (nell'ipotesi che tale nucleo avesse massa tale da variare di poco la sua qdm) non potrebbe "fare tutto il giro intorno" al nucleo e tornare indietro? O dovrebbe passare cosi' vicino che l'interazione forte tra essa e nucleo non sarebbe piu' trascurabile?
>
> Questo assieme alle altre caratteristiche della distribuzione delle particelle deflesse
>
Dunque hai tradotto "scattering" con "deflessione" :-)
>
> > > > F(q) = (1/Z*e) Integrale rho(r) exp(iq.r) dv
> > > > rho(r) e' la densita' di carica a distanza r (quindi questo e' solo il caso
> > > > di simmetria sferica?)
>
> > > Non necessariamente: il fatto che la rho(r) abbia simmetria sferica viene
> > > fuori dal confronto con i dati sperimentali, non e' un postulato a priori.
>
Infatti mi sembrava strano...
>
> > Allora perche' in quel fattore di forma rho e' funzione di r distanza e non di r
> > vettore? (O forse non avevo chiarito questo?)
>
> Perché ti sei scordato di scrivere il segno di vettore sopra la r :).
>



Puo' darsi, ma e' scritto cosi' anche nel Valentin (il libro che ho descritto nel mio post del 7 giugno), li' rho e' scritta come funzione di r senza segno di vettore, probabilmente se ne e' dimenticato l'autore (o forse lo ha scritto per descrivere una fenomenologia semplice, in effetti e' un testo abbastanza semplificato). Ma se mi confermi che di solito viene scritto come vettore, mi si chiarisce subito il dubbio (del resto mi sembrerebbe veramente molto strano se non fosse cosi' come dici).
...
> > Perche', per calcolare le ampiezze di scattering usando la descrizione quantistica,
> > il fattore di forma si scrive in altro modo?
>
> L'espressione generale del fattore di forma resta quella, solo che, come dicevo, non
> si vedono le concentrazioni di cariche diverse attribuibili ai diversi quark del modello
> di Gell-Mann.
>
Capito
>
> > E nel caso di scattering anelastico?
>
> Lì la situazione è molto complessa e bisognerebbe sentire qualche esperto in materia
> (in particolare qualche esperto di (fisica nucleare e di QCD).
> Qui trovi uno scritto tecnico che introduce al problema, ma non è banale (almeno per
> me) da capire a fondo (modello dei partoni di Feynman e quant'altro):
> http://www.physics.umd.edu/courses/Phys741/xji/chapter4.pdf
>
Vedo che non e' banale nemmeno per me :-)
Grazie delle risposte.
Ciao.

--
cometa_luminosa = BlueRay
Received on Wed Jun 11 2014 - 20:34:35 CEST

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