On 7/3/14 10:35 AM, Aleph wrote:
....
> Il tema della produttività scientifica e della sua misura all'interno delle istituzioni
> accademiche e dei centri di ricerca ovviamente è parte del discorso, ma non mi pare che sposti
> di una virgola la responsabilità individuale dei singoli scienziati o gruppi di ricerca.
Le responsabilita' sono sempre individuali. Ma le condizioni a contorno
possono variare e in giurisprudenza esiste il cocetto molto ampio di
circostanze attenuanti.
Che il fenomeno non possa essere liquidato semplicisticamente come "ci
sono alcuni disonesti" lo evidenzia l' andamento temporale
(cfr
http://www.theguardian.com/science/2012/oct/01/tenfold-increase-science-paper-retracted-fraud
) che evidenzia come qualcosa deve essere cambiato in peggio nelle
condizioni della ricerca negli ultimi 40 anni.
E' semplicemente inverosimile che sia solo la percentuale di "disonesti"
ad essere aumentata, senza ulteriori cause a monte.
> Sicuramente la pressione a ottenere e pubblicare risultati esiste (e in altre forme, magari
> non così esasperate, è sempre esistita), ma il malvezzo, sempre più diffuso, di dare annunci
> a sensazione con conferenze stampa, prima di aver verificato con cura i presunti risultati
> e di aver pubblicato resoconti sotto forma (almeno) di preprint, è una scelta dei singoli
> gruppi di ricerca e dei singoli scienziati che vi partecipano.
Assolutamente no. Da che ho iniziato io a lavorare nella ricerca ho
visto avvenire una mutazione nelle istituzioni. Una volta lo studioso,
che lavorasse nell' accademia, in enti pubbci di ricerca o in centri di
ricrca privati, era si' sottoposto a una maggior o minore proessione per
pubblicare ma ci si accontentava tutti di risultati che finissero nelle
riviste scientifiche piu' prestigiose o al piu' nei bollettini
specializzati in cui grandi multinazionali pubblicizzavano i traguardi
raggiunti nei propri laboratori.
Oggi, dalle universita' statali alle multinazionali, hanno tutti degli
uffici-stampa piu' o meno ben attrezzati che chiedono di avere qualsiasi
notizia sulle ricerce condotte dall' istituzione per pubblicizzare su
media diretti al pubblico generico (quotidiani, radio, TV,...).
E' una vetrina che appaga il lato narcisista di molti ricercatori, da'
visibilita' all' istituzione, da' una (per me falsa) idea di
"accountability" circa gli investimenti in ricerca.
Il lato oscuro di tutto cio' e' pero' una pressione diretta ed indiretta
molto piu' alta per poter dare notizie "spettacolari".
Onestamente vedo tutto cio' come un meccanismo estremamente pericoloso
per la ricerca. Purtroppo su questi temi, a parte l' inerzia del sistema
dovuto al convergere di vari interessi, c'e' anche da registrare la
quasi assenza di spazi in cui discutere in modo libero ma con i vari
addetti ai lavori di questi temi. Uno degi effetti peggiori e' proprio
la scarsa percezione del fenomeno tra gli stessi interessati.
Giorgio
Received on Sun Jul 06 2014 - 20:36:38 CEST