Tommaso Russo, Trieste ha scritto:
(cut)
> Ti stai avvicinando pericolosamente a qualcosa che, se avrai il coraggio
> di guardarlo in faccia, ti dara' le vertigini. Che non sono sempre una
> sensazione negativa.
> > Detto cos�, le dimensioni saranno semplicemente quelle dello spazio e
> > del tempo
> Queste considerazioni filosofico/epistemologiche sarebbero estremamente
> interessanti se enunciate da qualcuno che padroneggia profondamente la
> materia sottostante
(cut)
> > Non si � parlato, nel definire i concetti in gioco, n� di massa n� di
> > forza... questo non appare nemmeno un approccio dinamico
> > (nel senso della dinamica elementare): � solo cinematica.
> > Per un pelo non � solo geometria (ma abbiamo introdotto il tempo).
> E qui credo proprio che tu non ti sia reso conto ne' della profondita'
> di quello che hai scritto, ne' della profondita' affascinante
> dell'abisso su cui ti sei affacciato.
Quell'abisso � la RG, lo spaziotempo, e io non voglio precipitare
negli abissi.
Nessuno riuscir� a convertirmi a queste cose, nemmeno gratificandomi
con complimenti alla mia intelligenza, per il semplice motivo che io
mi sono spiegato a modo mio la fenomenologia di competenza della RS, e
questo dovrebbe bastare per rigettare anche la RG, se � vero che lo
stesso Einstein diceva che, se cadesse l'edificio della prima, si
porterebbe appresso quello della seconda.
("Dovrebbe bastare", ho detto, senonch� la stessa teoria ha molto da
dire anche sulla fenomenologia di competenza della RG.)
Conosci una teoria, eretica o non, dai cui postulati si deduca che c �
invariante rispetto al moto del misuratore senza ipotizzare
contrazioni, lorentziane o einsteiniane che siano?
Guarda qui (� una paginetta con un indice, scorri le voci, una per
una)
http://www.lucianobuggio.altervista.org/cicloide/it/?c=3
Per motivarti un po' di pi� a farlo copio e incollo qui il contenuto
dell'ultimo paragrafetto, "conclusioni", poche righe.
---------------------------------
4 - Conclusioni.
La misura della velocit� della radiazione elettromagnetica da parte di
un osservatore, nonch� della lunghezza d'onda e della frequenza, sono
invarianti dallo stato di moto del sistema inerziale di riferimento,
cui osservatore e sorgente siano solidali (quindi fermi l'uno rispetto
all'altro), rispetto ad un qualsiasi altro riferimento.
Se, stante la traslazione detta, o anche in assenza di essa, sorgente
ed osservatore sono in moto relativo l'una rispetto all'altro, solo la
velocit� relativa della radiazione resta invariata: l'osservatore
s'accorge del moto relativo attraverso l'effetto doppler, senza per�
essere in grado di dire, in base alla sola entit� e segno di tale
osservazione, se � lui o � la sorgente ad essere in moto.
-----------------------------------------
Quelle conclusioni sono estratte dai postulati della teoria *senza
aver mai saputo nulla del mondo reale*.
Quindi mi sento autorizzato ad ignorare la dotta e lunga tua
disquisizione che segue.
(megacut)
> Qui affronti il secondo dei due problemi che hanno fatto riflettere
> Einstein: se la conoscenza della metrica dello spaziotempo ci consente
> di prevedere il moto dei corpi lasciati liberi, cosa ci consente di
> prevedere la metrica dello spaziotempo?
Forse il moto dei corpi lasciati liberi?
Cosa ho vinto?:-)
Questo passaggio mi � oscuro per ragioni legate alla costruzione
logica di un discorso.
Un momento--. forse in seconda battuta la metrica � complemento
oggetto? (ah! il vecchio caro latino!),
Mi interessa ci� che comunque ne fai seguire:
> Se le forze che conosciamo fossero limitate a quella gravitazionale,
> come ti ostini a considerare nelle tue trattazioni galattiche
> (tralasciando la maggior parte delle quotidiane esperienze fisiche di
> ognuno) la risposta sarebbe: *nulla*. Se le forze che conosciamo
> fossero limitate a quella gravitazionale, potremmo fare a meno del
> concetto di Forza. I moti dei corpi sarebbero determinati solo dalla
> geometria. Vivremmo in un mondo dove le traiettorie geometriche di
> qualsiasi corpo sono quello che sono - ma sempre le stesse, a parita' di
> condizioni iniziali - , e potremmo solo misurarle per dedurne una
> metrica che ci consenta (sperando che resti la stessa) di prevedere
> quelle future.
> Ma conosciamo (e benissimo!) anche *altre* forze. Sono quelle che
> mantengono la materia in forme strutturate, particelle, atomi, molecole,
> cristalli. Sono quelle che consentono (o impongono) a una molla di
> mantenere la sua forma a spirale, il che ci consente di *definire* una
> forza in funzione della sua deformazione. E' in base a loro che abbiamo
> potuto *definire* la massa dei corpi, ipotizzare e verificare la sua
> costanza (il Secondo Principio della Dinamica), che avendo a che fare
> solo con effetti gravitazionali sarebbe una pura tautologia. E in base a
> loro abbiamo potuto ipotizzare e verificare anche il Terzo Principio.
> Che *deve* applicarsi anche alle forze gravitazionali. Perche', se due
> corpi lasciati liberi tenderebbero ad andare l'uno verso l'altro, li
> puoi mantenere ad una distanza costante interponendo fra loro una molla
> sottoposta a compressione (p.es., ogni automobile moderna ne ha
> quattro). Ed una molla esercita *la stessa* forza a entrambe le sue
> estremita'.
Come dovresti gi� sapere se avessi letto con un po' di attenzione il
mio testo (in particolare l'appendice) per me la "forza" di una molla
(che � quella che tiene legate le sue molecole) � la stessa che d� la
forma alle galassie. Quell"anomalia" locale del potenziale newtoniano
a forma di derivata della gaussiana (o, comunque sia, quella "buca di
potenziale") � estesissima e assai poco profonda alla distanza di anni
luce dal centro di massa, e in proporzione strettissima e
profondissima alla distanza di angstroms.
(cut)
> Ne consegue (come ti ha gia' detto in parte Karpov):
> - che il tuo "a" *deve* essere proporzionale alla massa al centro del
> potenziale: a=kM;
> - che *tutto* il potenziale deve essere proporzionale alla massa al
> centro del potenziale, perche' quanto detto sopra sulla molla vale per
> *qualsiasi* distanza x (che ti invito per chiarezza a chiamare r);
> - che quindi qualsiasi potenziale ipotizzabile *deve* avere la forma
> V(r) = kM (1/r + f(r))
> - dove f(r) deve avere le dimensioni dell'inverso di una lunghezza (o
> di un tempo!), come 1/r;
> - dove f(r) *deve* essere lo stesso per qualsiasi massa;
> - dove f(r) *deve* contenere una o piu' costanti universali con le
> dimensioni di una lunghezza (o di un tempo).
Credo di poter soddisfare tutte queste condizioni.
Ci devo pensare ancora per bene.
So che non mi mancher� il vostro aiuto.
Luciano Buggio.
http://www.lucianobuggio.altervista.org
Received on Sun Dec 06 2009 - 10:06:22 CET