Elio Fabri wrote:
...
> Io farei una qualche gerarchia di tollerabilita'.
La faccio anch'io. D' altronde il mio commento era piu' un prendere
atto di un diffuso stato di difficolta' linguistica in ambito tecnico
che un proclama di intolleranza. Per intenderci, non e' che io faccia
il "cruscaiolo" in ambito fisico. Mi limito ad eviare doppioni orribili
come la "targhetta" cui accenni tu, e cerco di esercitare qua e la' un
po' di senso critico sull' assoluta necessita' di termini inglesi. Ma
poi non mi azzardo a dire "teorie di calibro".
> Piu' in alto metto l'uso di parole inglesi, a cominciare dall'ormai
> storico "spin", quando un equivalente italiano non esiste, o suona
> antiquato, o strano per qualsiasi ragione. O anche "scattering".
Concordo. Ma... diffusione per scattering ti suona antiquato ? Te lo
chiedo perche' a me suonava antiquato trenta anni fa mentre adesso, non
so se come effetto dell' invecchiamento personale :-) , lo vedo
equivalente. Ma non saprei bene dire perche'.
...
> Pero' "acceptor"
> come lo rendi?
E infatti confesso che non lo rendo. Anche se in passato avevo pensato
al participio (accettanti e donanti), non l'ho mai utilizzato in modo
sistematico.
> In fondo metto l'italianizzazione barbara o la falsa traduzione di
> parole per le quali esiste un'ottimo equivalente italiano. Un esempio
> che non appartiene alla fisica e' "forwardare" per "inoltrare". Per la
> fisica, mi viene in mente "targhetta" per "bersaglio".
Per non parlare dei "false friends" che rendono spesso difficile capire
cosa voglia fare qualcuno quando ti dice "devo passare in libreria".
Giorgio
Received on Tue Nov 24 2009 - 00:15:02 CET
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